Incontro Apollo.

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È quasi l'alba, e fa freddissimo.
Mi alzo dallo strapiombo e mi dirigo verso gli altri raggomitolato (?) nella mia giacca e tremando.
Le cacciatrici smontano il campo con la rapidità con cui lo hanno allestito mentre Artemide tiene gli occhi puntati verso oriente, come in attesa di qualcosa.

Vedo Bianca che mi viene in contro, un po' turbata... Come se dovesse darmi una brutta notizia.
"Nico, io... C'è una cosa che devo dirti, sí insomma..", si abbassa piegando le ginocchia, dato che sono un nanetto, e mi guarda negli occhi.
"Ho preso una decisione importante, ecco... Tu andrai al Campo Mezzosangue e diventerai forte, allenandoti con gli altri semidei e.. Beh, ti farai tanti amici, se abbastanza grande per diventare, ecco, autonomo.."
Comincio a guardare la neve ai miei piedi. Non so esattamente dove vuole arrivare, ma di una cosa sono sicuro: mi sta dicendo che lei non verrà con me.
"Vai al punto, Bianca."
Lei mi guarda preoccupata. Se volevo farla sentire in colpa, ci sono riuscito.

"Nico.. Io.. Io mi sono unita alle cacciatrici."
Silenzio.
Sento che sta trattenendo il respiro.
Il mio cuore sprofonda.
Avevo capito che non sarebbe venuta con me, però, sinceramente, speravo non fosse vero..
Mi giro, e noto che Percy ci sta guardando da lontano. Come ha potuto lasciare che mia sorella prendesse una decisione del genere, mentre erano nella tenda con Artemide? Eppure non riesco ad odiarlo.
"Va.. Va bene."
"Verrò a trovarti. Spesso.", promette lei.
Annuisco e mi dirigo verso Percy, Grover e Thalia. Saranno loro la mia nuova famiglia, no? Mia sorella mi ha appena abbandonato.

Il cielo comincia ad illuminarsi.
"Era ora. È così pigro, d'inverno.", dice Artemide.
"Lei, ahm, si riferisce al sorgere del sole?", chiede Percy.
"A mio fratello, sì."
Sta forse parlando di Apollo?
All'improvviso c'è una specie di esplosione di luce all'orizzonte, e un'ondata di calore.
"Non guardate.", ci avvisa Artemide, "lasciatelo parcheggiare, prima."
Parcheggiare?
Distolgo lo sguardo, come tutti gli altri.
La luce e il calore aumentano, e io mi sento come se fossi in un forno. Poi la luce si spegne.

Mi rigiro, e la vedo: una Maserati Spyder decappottabile rossa. Davvero luminosa.
Poi mi accorgo che è così abbagliante perché il metallo è letteralmente incandescente.
La neve intorno alla macchina si è sciolta tutta.
Il pilota scende dall'auto, sorridendo. Avrà circa 17, 18 anni; indossa jeans, un paio di mocassini e una maglietta senza maniche.

"Cavolo, che splendore!", commenta Thalia.
"Certo, è il dio del sole", osserva Percy.
"Non mi riferivo a quello"
Eh già, che splendore.

"Sorellina!", esclama Apollo, "come butta? Non chiami mai. Non scrivi mai. Stavo cominciando a preoccuparmi."
Artemide sospira. "Sto bene, Apollo. E non sono la tua sorellina."
"Ehi, io sono nato prima."
"Siamo gemelli! Quanti millenni dobbiamo ancora litigare..."
"Allora, come butta?", la interrompe lui, "le ragazze sono con te, vedo. Serve qualche ripetizione con l'arco?"
"Ho bisogno di un favore. Devo andare a caccia, da sola. Vorrei che tu portassi le mie compagne al Campo Mezzosangue."
"Ma certo, sorella!"
Poi alza le mani come per dire 'fermi tutti!'
"Sento che sta per arrivare un haiku."
Le cacciatrici accolgono la notizia con un gemito. A quanto pare non è la prima volta che incontrano Apollo.
Il dio si schiarisce la voce e solleva la mano in un gesto melodrammatico.
"Erba e neve.
Artemide soccorro.
Quanto sono forte."
Ci guarda con un gran sorriso, in attesa dell'applauso.
"L'ultimo verso era di sei sillabe.", commenta Artemide.
"Davvero?"
"Sì. Prova con: sono un esaltato."

Artemide e Apollo continuano a battibeccare, ed io mi fermo ad ammirare la macchina. È bellissima, peccato che non ci staremo mai.
"Ci sono! Sono un figo. Cinque sillabe!", Apollo si inchina soddisfatto.
"Ora a noi, sorella. Un mezzo di trasporto per le cacciatrici, hai detto? Tempismo perfetto. Stavo proprio per mettermi in marcia."
"Anche questi semidei necessitano di un passaggio.", replica Artemide, indicandoci. "Ragazzi del campo di Chirone."
"Nessun problema! Vediamo... Tu! Thalia, giusto? So tutto di te."
Thalia arrossisce. "Salve, divino Apollo."
"La figlia di Zeus, eh? In pratica sei la mia sorellastra. Una volta eri un albero, giusto? Felice di riaverti tra noi. Non sopporto quando trasformano le belle ragazze in alberi. Cavolo, mi ricordo di quella volta..."
Un albero? Thalia era un albero? Ma che cavolo significa?

"Fratello.", lo interrompe Artemide. "Dovresti andare."
"Oh, giusto."
Si gira verso Percy e socchiude gli occhi.
"Percy Jackson?"
"Sì. Cioè... Sì, signore."
Apollo lo studia attentamente, ma non dice nulla. Inquietante.
"Bene!", annuncia infine. "Sarà meglio salire, eh? La corsa ha un'unica direzione... L'ovest. E chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
"Bella macchina.", dico io.
"Grazie, figliolo."
"Ma come facciamo a entrarci tutti?"
"Oh."
Apollo sembra accorgersi del problema per la prima volta.
"Beh, già. Detesto cambiare la modalità Spyder, ma suppongo...
Si sfila le chiavi dalla tasca e preme il pulsante dell'allarme. Bip, bip.

Per un attimo la macchina si illumina di nuovo. Quando il bagliore si spegne, la Maserati è stata rimpiazzata da un minibus.
"Fatto.", esclama, "tutti a bordo!"
Zoe ordina alle cacciatrici di salire. Quando raccoglie il suo zaino da terra, Apollo le dice: "dai qui, dolcezza. Lascia che lo porti io."
Zoe si scansa con un balzo e un lampo assassino negli occhi.
"Fratello.", lo rimprovera Artemide, "non aiutare le mie cacciatrici. Non le guardare, non parlare con loro, non flirtare con loro. E NON CHIAMARLE DOLCEZZA."
Davvero mia sorella ha deciso di unirsi a loro? Sono talmente odiose... Non può averlo fatto davvero! Non può aver abbandonato suo fratello per loro! No guardarle, non parlare con loro, bla bla bla... Bah.

Apollo alza le mani.
"Scusa. Dimenticavo. Ehi, sorella, dove te ne vai, a proposito?"
"A caccia. Non sono affari tuoi."
"Lo scoprirò. Io vedo tutto. E so tutto."
"Devi solo portarle al campo, Apollo! E non combinare casini."
"No, no! Io non combino mai casini."
La dea alza gli occhi al cielo, poi ci guarda.
"Ci vediamo al solstizio d'inverno. Zoe, ti affido le cacciarici. Sii un bravo capo. Fai tutto quello che farei io."
"Sì, mia signora.", risponde lei drizzando la schiena.
"Stiamo correndo un grave pericolo. Quella bestia deve essere trovata."
Detto questo, Artemide si slancia nel bosco, svanendo nella neve e nelle tenebre.

Apollo si volta e sorride, facendo tintinnare le chiavi del minibus sul dito.
"Allora... Chi ha voglia di guidare?"

So che fa un po' schifo come capitolo, ma in questi giorni ho tanta roba da studiare e poco tempo per scrivere. Ah una cosa. LE STELLINE :) grazie :)

Nico Di AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora