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Passarono diversi minuti in silenzio, con le loro labbra che quasi si toccavano, a scambiarsi lo stesso respiro.

"Vlad?"

"Mhmm?"
"Che stai facendo?"

"Atmosfera per mandarti in estasi".
"Sono già tutta un brivido, giuro".

Nessun cambiamento. Ancora la stessa posizione per entrambi.

"Non dovevamo fare prestino?"
"Per queste cose ci vuole un po' di pazienza".
"Ti ricordo che abbiamo una diversa concezione del tempo..." 

Sigillò le labbra, accorgendosi di un lieve cambiamento nella postura del suo interlocutore. Ci fu un bacio, un tentativo perlomeno.
Sul volto dello spasimante era comparsa una smorfia talmente arricciata che Johanna, per il disgusto, si voltò di scatto dall'altra parte. Voleva quasi mettersi a piangere.

"Le mie gengive! Quanto male!"
Il vampiro si coprì la bocca con una mano: "Non credo di riuscire in quest'impresa, mia dolce anima. Il fato continua a frapporsi alla nostra unione e non puoi capire quanto la cosa mi roda dentro".
"Puoi vedere anche tu quanto sia stata paziente finora. Non capisco perché t'impunti così tanto sul patto, quando potresti aggredirmi in ogni momento e mettere fine a questo stillicidio di rituali".
"Perché sono un uomo di parola e tu sei la cosa più succosa al momento. Lo sai che per te farei di tutto, mi svenerei perfino".
"Bravo. Devo però avvisarti che, a parte il controsenso in cui sei appena caduto, a me non importa niente di tutto ciò. Mi basterebbe solo ritornare alla mia vita tranquilla e solitaria..."
"Temo non sia possibile".
"Quale grande intuito tu possiedi, oh sommo genio".  

"Non piangere, bambina. Non è il caso".
Johanna non si era accorta della lacrima sul mento. Il vampiro fu più rapido ad asciugarla con il proprio fazzoletto di lino, uno dei tanti che aveva con sé.
"Ora dovresti iniziare a sentire qualcosa al petto, mia cara".
Nulla fuori dalla norma, se non faceva caso al battito stremato del suo cuore, impazzito da ore. Era sfinita, voleva lasciarsi cadere all'indietro, dentro alla vasca, e prendere sonno lì.

"Non sento nulla".

"Probabilmente ci metterà qualche minuto, o poco più" osservò con un sopracciglio sollevato l'uomo di gesso.
"Che mi hai fatto?"
"Niente, assolutamente niente. È solo che il contatto con le mie labbra, pur essendo avvenuto di striscio, dovrebbe causare una certa reazione nella tua circolazione. Ed è quella che sto aspettando".
"Come fa un semplice presunto bacio a fare questo? A meno che non fossimo innamorati..."
"Aspetta..."
"Che c'è?"
"Credo di aver sottovalutato una cosa". Aumentò la presa al ginocchio di Johanna.

"Cioè?"

"Tu non sei succube del mio fascino?"
"È una domanda?"

Vlad la guardava con due occhi sgranati a dismisura, completamente esterrefatto: "Ehm..."
La bocca del vampiro si dischiuse, lasciando fuoriuscire un grugnito: "Temo che ci vorrà un po' più del previsto. Sarà anche doppiamente doloroso per me, ma d'altronde, se vivo vuoi apparire..."
"Fa' con comodo. A me non cambia nulla" gli sorrise distrutta.
Invece cambiava eccome. Stava guadagnando tempo prezioso.

"Bene, allora continua a fissare le mie pupille, senza lasciarti distrarre da altro".

"Mi annoio".
"Ti prometto che non sarà così. Tutte quelle con cui ho stretto il contratto non si sono mai lamentate di noia. Sono morte soddisfatte".
"Ah, bene... Se non muoio soddisfatta, che fai?"
"Prima vediamo se è davvero così".
"Come vuoi".

"Perfetto, gioia, ora esisto solo io ai tuoi occhi. Zitta e fissa. Immobile, mi raccomando".

E fu tutto come prima. I loro respiri intrecciati, le labbra dischiuse a poca distanza, la pressione sempre più forte sul ginocchio. Johanna fece come richiesto: puntò lo sguardo in quello della creatura notturna, incurante del fascino lunare. Per lei non c'era nulla di romantico, anzi. Sentiva sempre più fastidio alla gamba e il collo le si era così tanto irrigidito a forza di stare in quella posizione, che temeva le partissero le cervicali. Una mano ghiacciata cominciò a massaggiarle tempie e spalle, cosicché, dopo un primo momento di dolore acuto, riuscì a trovare un po' di sollievo. Chiuse gli occhi in un sospiro. Li riaprì di scatto, mordendosi il labbro. 

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