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Imprecò mentalmente. Avrebbe dovuto evitare qualsiasi rumore per non essere scoperta dal suo aggressore. Del tutto improbabile: fino a un attimo prima erano l'uno a fianco all'altra, perciò quella strategia non avrebbe mai funzionato.

"Vlad..."
La sua voce le suonò atona.

"Dimmi, cara".
"Che aspetti?"
"Non mi sembrava carino approfittarne così spudoratamente senza un tuo consenso".
"Quanto sei carinamente scemo. Negato".
"Ovviamente".

Il silenzio tornò ad aleggiare sulle loro teste. La mente di Johanna lavorava a una velocità estenuante, spinta da una serie di domande. La più assillante di tutte era il perché fosse ancora viva, dato che ormai dava per scontata la sua fine. Tutto per colpa di quel buio traditore, che non le lasciava vedere e intuire le mosse dell'intruso. Si scosse di dosso i lugubri pensieri: era meglio tornare a escogitare una maniera per riuscire a sfuggire definitivamente a quei canini.

"Questo è un problema" sussurrò più a se stessa.
"Eccome! Credo di essermi scheggiato un dente. Hai uno specchio?"

La voce dell'assalitore era molto più vicina al suo orecchio di quanto potesse aspettarsi.
Sconvolta per essersi lasciata sorprendere in quel modo, si voltò di scatto scontrandosi con Vlad. Il movimento improvviso li sbilanciò, cosicché i due finirono nuovamente a terra.

"Non pensavo che volessi approfittare della situazione per assalirmi..." rise lui.
"No, non farti... strane... idee..." tentò di divincolarsi lei, incapace di sgusciare dalla presa del vampiro. Anzi, non fece che peggiorare le cose. Le braccia di Vlad si strinsero ancora di più attorno al suo corpo, avvolgendola in un abbraccio stritolatore. Sulla fronte, la donna avvertì la punta del naso e i respiri affannati dell'ospite.
"Ti stai tramutando in un pitone?"
"No, tesoro, ma hai il ginocchio proprio sopra lì e mi stai schiacciando..."

Johanna si meravigliò della rivelazione espressa con un tono così addolorato. Se un vampiro provava dolore in quella zona come un qualsiasi uomo mortale, allora aveva ancora una speranza.
"Scusa. Aspetta che cerco di togliermi da qui" gli disse, portando tutto il peso sul ginocchio.
Le braccia che non la mollavano iniziarono a tremare violentemente e un ringhio saettò a pochi millimetri dal suo mento.
Sarebbe accaduto di peggio se la donna non fosse stata scossa da una fitta acuta. Vacillò di lato, finendo sempre più avvinghiata all'uomo gemente. La storta alla caviglia si era fatta sentire mentre cercava di mettere k.o. l'avversario spostando tutto il peso su un'unica gamba. Quella della distorsione, per l'appunto.

"Vedi che ti si ritorce tutto contro?" commentò lui, appena ebbe un po' di fiato.
"Cosa?"
"Hai fatto apposta a schiacciarmi le noci... il tuo crollo mi suggerisce che anche tu ti sia fatta male da qualche parte".
"Per favore, lascia stare il 'chi la fa, l'aspetti' e spostati".

Di nuovo silenzio.
"Vlad?"
"Non puoi farlo tu?"
"Cosa?"
"Alzarti e spostarti"
Johanna inspirò: "No... Perché non puoi tu?"
"Non ho ancora le forze sufficienti per reggermi sulle gambe".
"Allora striscia, rotola, fai come credi! L'importante è che ti metti a non meno di un metro da me".
"Se per te è così importante che mi allontani, perché non mi dai un piccolo aiutino in liquidi?"

"Forse questo sarà sufficiente". Johanna alzò il pugno e lo liberò sul naso del suo sostegno vischioso. Un ululato di dolore e imprecazioni soppresse (come si poteva) partì di filato e non si fermò più. A quanto pareva, aveva sfondato un altro punto debole.
La donna cercò immediatamente di aumentare la distanza ottenendo l'effetto inverso: la piovra notturna si aggrappava a lei con sempre maggior veemenza.
"Tu... Pagherai per questa violenza e per ogni mia singola goccia di sangue spreca-" tuonò lui, ammutolendosi di colpo.

Dalla finestra proveniva un picchiettio snervante che annunciava la presenza di qualche altra creatura notturna decisa a entrare nella stanza. E doveva avere parecchia fretta.
Profondamente scocciato per la nuova interruzione, il vampiro pregò la sua assalitrice di aprire la finestra.
"Perché mai dovrei farlo?"
"È l'ora del tg. Nessuno se lo perde, anche perché di giorno non c'è la possibilità di vederlo. Servizio a domicilio, prêt-à-porter..."
"Mi prendi in giro? "
"Assolutamente no! Ti dico anche, per non sorprenderti o raccapricciarti, che gli inviati sono dei pipistrelli perfettamente addestrati a tale scopo".
"Ma non mi dire" borbottò la donna che, con l'ultima briciola di volontà, si mise in ginocchio e cominciò a gattonare dalla parte opposta.
La sua fuga venne bloccata da una mano morta. Una tenaglia che le stritolava dolcemente il polpaccio.

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