Capitolo XVIII

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  - Come intendi combatterli? – chiede Styles.
Mi sorprende quando lo sento parlare durante le pianificazioni: sembra così serio e così... sicuro.
- Prima dobbiamo cercarli – risponde Scott, poggiandosi al tavolo.
Derek fa un passo avanti e punta i suoi occhi su Scott.
- So chi li comanda.
Segue un minuto di silenzio, tra chi attende che Derek finisca la frase e lo stesso Derek che cerca di attirare l'attenzione e la curiosità.
- Yipada.
- Yipada?! – Peter sembra sorpreso. E spaventato.
Non avrei mai creduto che potesse esserlo, dato che ogni volta che l'ho visto ha avuto un atteggiamento da pallone gonfiato, come se non temesse nulla e nessuno.
- Non è possibile – mormora il licantropo biondo – io... io l'ho ucciso.
Cala un silenzio pesante tra di noi. Il mio cuore batte più veloce, ora. Sembra tutto ancora così strano. Inoltre, il fatto che lo stesso Peter sia spaventato mi terrorizza.
- L'hai ucciso tu? – il tono di Derek sembra accusatorio. Sembra che sia la prima volta che senta questa notizia.
- Mi avevi giurato di no! – sbraita con rabbia – tu... l'hai ucciso!
Derek tira un forte pugno sul tavolo, poi muove alcuni passi, la sua espressione è una maschera di incredulità.
- Non è il caso di discuterne ora – ribatte Peter, come se non sentisse il minimo rimorso per aver nascosto quell'informazione (apparentemente di rilievo) a suo nipote.
- Anche perché a quanto pare è ancora vivo – mi intrometto io, perché si vada avanti nella ricerca di soluzioni.
Tutti si voltano a guardarmi, stupiti di sentire la mia voce. Sento il battito del cuore rimbombarmi nelle orecchie e vorrei scomparire. Tutti quegli sguardi... così seri... non so, mi fanno uno strano effetto.
- Ha ragione. A quanto pare è ancora vivo – mi sostiene Styles, afferrandomi la mano, senza che nessuno riesca a vederlo – perciò dobbiamo deciderci.
Scott annuisce.
- Ah... – continua Styles, come se si fosse dimenticato qualcosa – chi è questo Yipada?

Yipada era un licantropo. Era stato trasformato dalla madre di Derek, così era entrato nel branco degli Hale.
Derek era ancora un ragazzino, Peter aveva pochi anni in più e Yipada aveva la sua stessa età.
Si era dimostrato un ragazzo ambizioso sin da quando si era abituato alla novità di essere un lupo mannaro. Lui non voleva essere un semplice beta che alimentava il potere del capobranco che lo aveva morso. Lui voleva diventare un alpha.
Si era tenuto dentro tutte le sue ambizioni, in attesa del momento giusto per iniziare a conquistare i suoi obiettivi.
Un giorno che c'era stato un violento litigio tra Peter e la sorella (la madre di Derek) Yipada era andato da lui e gli aveva proposto di prendere il posto della capobranco.
Peter era rimasto allibito ad una simile proposta, ma aveva accettato.
Avevano pianificato un modo per uccidere Talia, senza che lei sospettasse nulla.
Poi lo avevano attuato, ma proprio all'ultimo Peter aveva preso le difese della sorella, dicendo che non le avrebbe mai fatto una cosa simile.
Aveva finto di essere complice di Yipada solo per poterla salvare. E così era stato.
Allora Yipada era diventato un omega, in fuga dal suo branco. Viveva da solo per le foreste, fuggiva, combatteva. Spesso i pericoli del soprannaturale sono troppi per un omega, per qualsiasi creatura senza un branco, senza una squadra.
Naturalmente gli Hale non avevano lasciato impunito il suo tradimento: avevano iniziato a dargli la caccia ovunque, senza sosta, senza tregua.
Erano risentiti, perché, dopo tutto quello che loro avevano dato a Yipada, l'affetto, una famiglia, una speranza di continuare a vivere (anche se non da umano), i poteri di lupo mannaro, le sue ambizioni non gli avevano impedito di tradire il suo branco.
Gli Hale si erano messi d'accordo perché fosse Talia a ucciderlo, perché, comprensibilmente, era quella con le più valide ragioni per farlo.
Alla fine, però, era stato Peter a trovarlo. E non lo avrebbe di certo lasciato scappare ancora ed è ovvio che il potere di un beta, alimentato in parte dagli altri membri del suo branco, è nettamente superiore a quello di un omega.
Yipada non aveva avuto scampo e Peter lo aveva ucciso con un mortale graffio alla gola.
Il lupo mannaro aveva sempre affermato di non essere stato lui l'assassino, forse perché era consapevole di aver infranto l'accordo stretto con la sua famiglia, forse perché sapeva che avrebbero pensato che aveva eseguito quell'assassinio per accrescere il suo potere.
E molto probabilmente è stato davvero così, perchè anche Peter aveva sempre avuto un'insaziabile sete di potere. In fondo, lui e Yipada erano molto simili.

Sono stupita. Mi chiedo se tutte le storie di mostri siano simili a questa, anche se non credo. Probabilmente ce ne sono di molto più raccapriccianti.
Derek si è allontanato dallo zio e, di conseguenza, avvicinato a me e a Styles.
Si vede che è arrabbiato e risentito e il suo cervello continua a mescolare e rimescolare informazioni. Me ne accorgo anche se non sono nella sua testa.
E me ne stupisco!, dato che è assai difficile capire cosa pensi, avendo sempre la stessa espressione impenetrabile.
Derek nota che Styles sta stringendo la mia mano nella sua e, come involontariamente, solleva un sopracciglio.
Io incrocio il suo sguardo e poi lui rivolge le sue attenzioni altrove.
Mi avvicino leggermente a Styles, perché il gelo che Derek mi ha lasciato addosso mi fa rabbrividire.
- Domani andremo nella foresta e cercheremo delle tracce che ci possano indicare dove si nascondono. Ogni dettaglio può essere indispensabile.
Con queste parole si chiude il "raduno".
Peter capisce bene di doversene andare e stare lontano da Derek per un po'.
Non so come faccia a saperlo, ma sono certa che lui è così risentito non solo perché Peter ha infranto l'accordo di famiglia, ma anche perché Talia è morta senza sapere che Yipada era stato ucciso da suo fratello, e, soprattutto, perché sotto sotto Derek sa che Peter, almeno per un attimo, ha pensato davvero di prendere il posto di sua madre.
Io e Styles ci alziamo, ancora umidi e avvolti negli asciugamani.
- Vedrai, presto sarai fuori pericolo – mi sussurra dolcemente, strofinandomi la mano lungo il braccio, come per scaldarmi, o rassicurarmi.
Avrei voglia di baciarlo. Con tutta quella dolcezza che emana, con quei suoi bellissimi occhi in cui affogo ogni santissima volta. Io voglio averlo più vicino, voglio sentire la sua pelle contro la mia. Le sue labbra sulle mie.
Muovo un passo in avanti, ma compare Scott all'improvviso.
- Ehy voi due! – nonostante appena cinque secondi fa fosse serissimo, ora sorride.
- Posso sapere che succede? – chiede malizioso.
Io mi sento avvampare e mi accorgo che anche Styles è in imbarazzo.
Soprattutto perché non lo sappiamo nemmeno noi, cosa stia succedendo.
- Niente – rispondiamo all'unisono.
Mossa sbagliata.
Scott infatti sorride. Lui probabilmente ne sa molto di più, riguardo ai rapporti di coppia, rispetto a Styles.
- Okay, okay – alza le mani all'aria in segno di resa. Inizia ad arretrare e solo ora mi accorgo che qualche metro più in là c'è Allison che lo aspetta – ma sappiate che lo scoprirò.
Io accenno un sorriso divertito, ma Styles si volta subito per non mostrare a Scott il suo imbarazzo. Si conoscono troppo bene e Scott capirebbe subito (in caso non lo avesse già fatto) lo stato d'animo dell'amico.
Styles mi guarda negli occhi. È davvero dura resistere all'impulso di baciarlo.
Non lo faccio perché Scott e Allison, anche se stanno lasciando il loft, ci guardano con la coda dell'occhio; e Derek è ancora dietro di noi e Liam e Isaac sono qua in giro.
Quando lo bacerò (SE lo bacerò) saremo solo io, lui e i nostri sentimenti. Senza spettatori.
- Ti porto a casa? – si offre Styles, premuroso, riportandomi alla realtà.
- No – sorrido – no, grazie. Conosco la strada.  

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