CAPITOLO PRIMO

16 2 0
                                    



Trentasettesimo Consiglio, anno 19214 dalla creazione dei Mondi - Villaggio di Sungastir.

Trattato di natura ed eterno

Erik si soffermava spesso a leggere il titolo di quel libro. Era l'unico della sua vasta libreria ad essere scritto nell'idioma niriano: "Trattato di natura ed eterno". Pochi frammenti del Trattato erano stati tradotti nelle altre lingue, nonostante non fosse una cosa proibita.

Ebbene sì, qualunque creatura aveva il pieno accesso al volume, che riportava tutto ciò che era conosciuto dall'Uomo, dall'Elfo, dal Nano e dal Gigante, ma ciò che vi era scritto non sempre voleva essere divulgato. Codesti testi erano stati raccolti dai Grandi Saggi del passato ed uniti per formare il Trattato, ma la lingua da essi adoperata era talmente antica che perfino coloro che la studiavano avevano difficoltà a comprenderla.

Ad Erik era stato insegnato a venerare quel volume sin da quando era bambino, poiché egli era proprietario, o più appropriatamente "Possessore", di una delle nove copie di quel Testo, a cui però non aveva mai dato l'importanza che gli si doveva, ritenendolo solamente un libro come tanti altri e non comprendeva tutta quella devozione.

Nonostante non facesse mai parola con nessuno dei suoi pensieri, poiché non conosceva nessuno che potesse condividerli, secondo lui il "Trattato di natura ed eterno" era il burlesco prodotto di qualche ciarlatano che girava di regno in regno vantando racconti riguardanti Sette Saggi e il loro amore per la verità.

Sin da quando Erik era nato aveva imparato ad obbedire a coloro che parlavano del Trattato come materia di studio, non perché ci credesse veramente, ma perché si sarebbe sentito stravagante ad essere l'unico a non credere più a certe leggende. Cominciò a studiarlo all'età di sei anni con l'aiuto di rinomati ed illustri insegnanti giunti dalla città di Sirgarsholm, acclamati dalla gente, che li conosceva solo grazie alle chiacchiere.

Erik oramai lo avrebbe potuto recitare a menadito, essendo passati circa venticinque anni da quando aveva cominciato a studiare quel manoscritto di così tale importanza;

La filosofia dei Grandi Saggi era spiegabile con la metafora della rosa, assai conosciuta nelle Terre Di Bronzo, chiamate così per via del colore delle rocce che formavano le montagne circostanti; l'antico Astader, uno dei Saggi del Primo Gran Consiglio, diceva sempre che l'essere, ovvero il solo fatto di esistere, è come una semplice rosa: i petali più grandi rappresentano l'immenso, l'infinito, il mastodontico e l'eterno; i petali più vicini al centro del fiore, e per ciò meno grandi, rappresentano invece la normalità nelle piccole cose e la semplicità nelle azioni. I petali di una rosa, per quanto diversi in dimensione, sono in pratica uguali in forma, colore e materia. Perciò sono meno le differenze delle uguaglianze. Così come la rosa, anche l'essere è uguale dappertutto, è perciò inutile cercare di studiare le immensità del cosmo, quando tutto ciò che abbiamo vicino è composto per lo più dalla stessa sostanza.

Fin dai tempi del mitologico Asikr - conosciuto anche come il primo Uomo, il Precursore, il Plasmatore, il Creatore, il Generatore della Razza Umana - giorno per giorno veniva segnata la sapienza appresa, affinché le generazioni successive potessero imparare dal principio le realtà. L'Uomo però era d'animo ladro e di facile inganno e si convinse ben preso che scrivendo un fatto su qualunque superficie lo concedesse, quello si sarebbe avverato. Le guerre idealistiche non vennero a mancare e molte anime furono mietute. Con il passare dei secoli la sete di conoscenza degli Uomini crebbe dando origine a una corretta confraternita formata da chi desiderava sinceramente contribuire alla ricostruzione del tutto. Fu creato un Primo Gran Consiglio, formato da sette Primi Sapienti, di cui Erik, fortunatamente, vanta ancora oggi di sapere a memoria nomi e titoli. Tutti gli insegnanti che il regno di Sirgarsholm aveva inviato nel suo villaggio gli avevano sempre detto che essi si riunirono per nove anni nell'Asgard per descrivere nel manoscritto denominato in seguito "Trattato di natura ed eterno" tutto ciò che all'epoca era conosciuto. Il libro fu scritto nell'idioma più antico e puro, secondo le lettere dell'alfabeto di Nirian, nome usato per indicare l'insieme dei Grandi Mondi: Aasaheimr, mondo degli Aesir, detto anche Continente delle Terre Bianche; Alfheimr, mondo degli Elfi; Midgard, mondo degli Uomini; Jotunheimr, mondo dei Giganti; Vanaheimr, mondo dei Vanir; Niflheimr, mondo del gelo; Muspellsheimr, mondo del fuoco; Svartalfaheimr, mondo degli Elfi oscuri e dei Nani; Hel, mondo dei morti. L'attuale alfabeto degli Uomini è solo l'ombra di quell'antico idioma andato perduto nella maggior parte delle terre, unito con altri idiomi delle terre circostanti.

Il Gran ConsiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora