CAPITOLO DECIMO OTTAVO

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Quella sera Udundril, Èman e Singdur tennero un discorso nel loro nel Valhalla, a cui parteciparono tutti i soldati e i Possessori. I tre Signori erano vestiti di comodi abiti in pelle e lunghi mantelli scuri. Nei loro visi si leggeva gioia, ma le parole furono serie:

«Il nostro compito non è esaurito. Ci attende un ultima battaglia e sarà quella decisiva. Mi auguro però che quel giorno arrivi il più tardi possibile. Ora, però, rendiamo grazie ai Possessori, che ci hanno aiutato nel momento del bisogno. Ringraziamo anche il Custode Thundil» e qui Thundil si tolse il cappello in segno di rispetto « che ci ha salvato dalla sconfitta. Non dimenticheremo mai ciò che coloro che oggi non sono qui hanno fatto, poiché è per loro che parlo oggi» quindi alzò il calice che teneva nella mano destra e lo levò al cielo, imitato da tutti. Bevette il vino e il suo sapore si espanse nella gola in un piacere che mai aveva assaporato fino a quel giorno, quando la vittoria era consapevole nel cuore di ognuno.

Mangiarono e la cena fu abbondante come sempre, ma coloro che parteciparono al pasto erano scarsi e malridotti.

Dopo la cena Udundril si avvicinò al gruppo dei Possessori e disse: «Potrete fermarvi in questo luogo per tutto il tempo che vorrete, ma so che la nostalgia di casa prima o poi vincerà. Perciò vi dico: domattina radunatevi tutti nel bianco palazzo dei Saggi per ricevere le copie degli aggiornamenti, come da tradizione. Amici miei, è stato un piacere conoscervi» e li abbracciò uno ad uno, da amico e fratello.

Andarono a dormire ed Erik assaporò il fatto di essere ancora vivo.

Il giorno successivo i Possessori si recarono nel bianco palazzo, ove i Sette Saggi consegnarono personalmente gli aggiornamenti del Trattato alle varie etnie presenti. La loro missione si era dunque conclusa con successo, ora non rimaneva che tornare a casa.

«Abbiamo fatto molte promesse dal giorno in cui siamo partiti» disse Erik: «Dobbiamo recarci nel regno di Uminek per portare a re Uneden gli omaggi del suo avo Udundril e riferire i messaggi che i soldati del Valhalla hanno per le loro famiglie e casate». Si divisero perciò i compiti: ognuno, prima di tornare alla propria dimora, doveva visitare le città o i villaggi più vicini al proprio, per riferire i messaggi.

Passò una settimana dal giorno della battaglia, nel Valhalla molti spiriti si sentivano soli perché il loro numero era drasticamente diminuito. Nel periodo in cui Erik e gli altri Possessori erano rimasti nella città di Asgard nessun soldato era giunto dal Midgard, il Mondo degli Uomini, segno che le guerre che avevano avvolto le etnie e le città di quel luogo erano state messe da parte per onorare ciò che stava succedendo nell'Asgard e nelle Terre Bianche, come dimostrazione del rispetto che i vivi avevano per i morti. Vennero svolti solenni funerali per coloro che avevano adempito al loro dovere, le statue dei Possessori dell'ultimo consiglio vennero realizzate come da tradizione ed esposte insieme alle atre.

Dovettero però partire l'ottavo giorno, e l'Asgard fu in festa come mai Erik aveva visto.

Il viaggio di ritorno fu più lieto di quello di andata, poiché la nebbia che aveva avvolto le Terre Bianche si era diradata dopo la sconfitta della Forza, rivelando il leggendario paesaggio descritto dalle antiche canzoni.

Erik s'era talmente abituato alla bellezza di quel luogo, che l'idea di tornare alla vita che aveva prima non lo entusiasmava più così tanto come aveva creduto nei primi giorni di viaggio.

«E così» disse Martin, «è giunto anche il giorno del ritorno. Mi fa piacere che siamo ancora tutti qui, pronti per un nuovo viaggio. A casa mi staranno aspettando con impazienza, poiché dovevamo ripartire due settimane fa». E aveva ragione: appena giunti nell'Asgard avevano deciso di partecipare alla battaglia contro l'esercito di Anime Oscure, comportandosi da veri eroi.

Alla loro partenza, i Saggi, i guerrieri del Valhalla, gli Alfari e i Possessori della razza degli Uomini osservarono i Possessori delle altre razze che raggiungevano la pianura della battaglia mediante l'utilizzo della loro magia, per recarsi nuovamente verso l'Yggdtrasil.

«Voi Uomini ripercorrerete il cammino dei vostri padri, attraversando il vero ponte arcobaleno» disse un Saggio «Il cammino sarà meno arduo, ora che il pericolo è passato, perciò vorrei vedervi partire con gli animi allegri e il sorriso sulle labbra. Il vostro Mondo sarà fiero delle vostre gesta».

E così dicendo li benedisse e li guardò andare via, in sella ai loro forti destrieri, pronti per riabbracciare persone amiche e volgere sorrisi ad occhi sinceri. Canti si levarono dall'orizzonte mentre le nove figure degli Uomini si allontanavano, sparendo. Erik teneva con se la spada e i testi di tutte le canzoni che aveva udito, rimembrando ogni istante di quel periodo passato nel Palazzo d'oro e nel Regno dei Sapienti. Langeskygger avanzava fiero, circondato dai destrieri amici che aveva ben conosciuto durante il viaggio di andata.

Ci misero sedici giorni a raggiungere il Midgard, e quando toccarono terra si sedettero, felici di essere tornati nel Mondo in cui erano nati. Ora i canti e le leggende che narravano del ritorno dei Possessori poterono aiutarli a ripercorrere la strada fino al regno di Uminek, per portare il messaggio di Udundril al re Uneden. Il re fu ben felice di accoglierli e donò loro denaro. L'intero mese successivo lo passarono girando il Midgard passando da ogni villaggio, contrada, paese o città gli capitasse di vedere da un altura o dalla mappa di Erik.

Si ritrovarono ben presto nuovamente a Sirgarsholm, accolti da re Elisur, che domandò loro di come avessero battuto l'esercito comandato dalla Forza e di come fossero le Terre Bianche e l'Asgard, ma le parole per descrivere quei luoghi non erano mai abbastanza. Di quello che successe nei giorni seguenti Erik ebbe difficoltà a ricordare, poiché successero talmente tante cose che neppure le pagine di due diari di viaggio bastarono per descrivere gli avvenimenti, ma in breve accadde che dopo che ebbe salutato Dag, Martin, Barder, Koronder, Gham, Fyann, Arior e Meredil, egli partì con Langeskygger verso lo Stagno dei Salici, dimora della fata Eluin, per far ritorno a casa. Ad attenderlo dalla parte opposta alla riva c'era Jesper che, a sentir lui, era rimasto accampato sulle sponde dello stagno per giorni in attesa del suo amico in compagnia della dolce Dama. Quando i due amici tornarono a cavallo nel villaggio di Sungastir, gli abitanti del villaggio organizzarono nel giro di pochi giorni una grande festa di bentornato, se possibile ancora più sfarzosa di quella di addio. L'aggiornamento del Trattato di "Natura ed Eterno" venne aggiunto come da tradizione alla copia di Erik e da quel giorno non s'è più mossa da lì.

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