- Quello che si fa ad Amsterdam resta ad Amsterdam -

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CAPITOLO 1

AMSTERDAM, 29 febbraio 2016

La luce è forte, troppo forte per i miei occhi e la mia testa. Sento il cervello rimbombarmi nel cranio come se stesse per esplodere, ho la gola secca e puzzo. Ma non è la parte peggiore, purtroppo.
"Cosa diavolo.." Mi metto seduta in mezzo al letto matrimoniale in cui mi trovo e mi guardo intorno. O almeno ci provo, dato che come ho già detto, la luce è troppo forte per i miei gusti.
"Dove diavolo sono?" Continuo a dire e a tastare a tentoni lo spazio che mi circonda.
Alzo la coperta e mi giro intorno.
Oh cazzo.
Oh cazzo.
Un ragazzone alto e muscoloso dorme nudo accanto a me. È sdraiato a pancia in su ma ha un cuscino sul viso, quindi non lo vedo in faccia. Faccio un balzo e do un urlo che però fortunatamente non sveglia Mr. Addominali Scolpiti che continua a dormire tranquillo.
Scendo dal letto, raccolgo le mie cose e prima di scappare do un ultimo sguardo a quel ragazzo, davvero niente male..gli ho anche lasciato un segno sul collo! Mioddio, l'alcol mi fa fare cose davvero sconsiderate. Basta, devo andare via da questo appartamento.
Per fortuna qui non conosco nessuno, nessuno avrebbe saputo di questa stupidata. Nessuno tranne Kat, mia amica da quando ho aiutato lei e il marito ad imparare l'italiano, quindi da circa tre anni.
La chiamo non appena scendo da quell'appartamento, nel bel mezzo della città.
"Kat, dannazione! Non dovevi lasciarmi da sola, l'avevi promesso!"
"E secondo te ti avrei privato di quel biondino così grazioso? No cara, non è da me lo sai"
"Sei una stronza, ora devi giurarmi di non dirlo a nessuno, nemmeno a Dries"
"Troppo tardi sweetie, lui lo sa già. C'era anche lui ieri sera e lo conosce anche.."
"Stop, ok? Io non so chi sia e non voglio saperlo, quindi smettila"
"Come vuoi, ma stai tranquilla..siamo ad Amsterdam, la città dei peccati, quello che si fa ad Amsterdam resta ad Amsterdam"
"Sì certo, a Luca ci hai pensato?"
"Luca? Non ci hai pensato tu, dovevo pensarci io? E poi non avevi detto che vi eravate lasciati?"
"Sì infatti è così, ma lo sai che poi facciamo sempre pace"
"Allora non dirglielo se non è stato importante"
"No che non è stato importante, ma mi sento in colpa lo stesso, lo sai come sono fatta"
"Ma dai Lily, era il tuo compleanno e ti sei divertita, lui è stato la ciliegina sulla torta, vedila così.."
"Si grazie, mi sei di grande aiuto, guarda..ora ti lascio che la doccia mi reclama"
"Ciao Lily a dopo!"
Attacchiamo la telefonata ed entro nel mio hotel fiondandomi in camera mia, direzione doccia.
Si sa che la doccia è il posto dove ogni persona al mondo riflette sulla sua esistenza, sui suoi guai e sulle sue emozioni e ora sta capitando anche a me.
Non appena chiudo gli occhi rivedo flash della serata di ieri, io, Kat, Dries ed altri amici al locale a bere una birra, poi due, poi tre e poi non ricordo cos'altro. Niente, buio totale. Il ricordo successivo che ho sono io che mi sveglio a letto con quel ragazzo e siamo entrambi nudi. Cazzo, come ho potuto fare una cosa simile? Sono cinque anni che sto con Luca, è stato il mio primo ed unico uomo, il primo ed unico in tutto. Certo, spesso litighiamo e ci allontaniamo ma abbiamo come una calamita che ci attrae l'uno all'altra, siamo incapaci di lasciarci definitivamente.
I sensi di colpa mi perseguitano, non ho mai fatto una cosa così brutta in vita mia, anzi, cerco sempre di non recare danno a nessuno che mi sta intorno, di vivere in pace insomma. Vengo da una famiglia "normale", o abbastanza. Mio padre è meccanico, ha un'officina in un paese in provincia di Napoli, mentre mia madre che ha origini polacche fa l'insegnate per i tanti suoi connazionali che vivono nella nostra città. Mia sorella maggiore Heleonor, ha ventitré anni e studia inglese e russo, oltre a lavorare part time in un'azienda che produce gelati, è una ragazza sempre allegra e pronta a fare baldoria, il mio opposto. Poi c'è mio fratello minore, Josip, che è ancora alle superiori e che è il cocco di casa Senese. Nel mezzo ci sono io, Lilian, per gli amici Lily, si lo so sembra il nome di un chiwawa ma ai miei piacciono i nomi particolari e a me è capitato il peggiore. Io sono al secondo anno di università e studio lingue (inglese, olandese, russo e i suoi derivati più le lingue neolatine) e per arrotondare insegno anche io l'italiano a chi ne ha bisogno, ed è così che ho conosciuto Kat e Dries Mertens. Ed è grazie a loro che ho conosciuto molti calciatori del Napoli, diventando quasi una di loro. Ho aiutato anche Vlad Chiriches e la moglie, Ivan Strinic e la moglie e molti altri. Per fortuna almeno l'inglese lo parlavano un po' altrimenti sarebbe stata una catastrofe.
Sono fidanzata, come dicevo, da cinque anni con Luca, ci conosciamo da quando abbiamo imparato a camminare e ci siamo messi insieme quando io ero in terza superiore, lui in quarta. Ora lui si è laureato in Marketing e Menagement d'azienda dato che deve succedere al padre a capo della loro società che produce ascensori. Luca spesso è in giro per riunioni e viaggi di lavoro ed è per questo che stavolta abbiamo litigato, all'ultimo minuto mi ha detto che per il mio compleanno non ci sarebbe stato e io ho pensato bene di aggregarmi a Kat e Dries nel loro weekend ad Amsterdam, con la promessa di non fare casini, fatta da Kat. Ma come avete visto lei non è stata in grado di mantenerla e neanche io, accidenti.
Il suono del campanello mi scuote dai miei pensieri, esco dalla doccia metto l'accappatoio e vado ad aprire ritrovandomi difronte Kat e Dries.
"Auguri piccoletta!" Mi urla lui abbracciandomi. Io ricambio, facendo attenzione a non far cadere l'accappatoio.
"Grazie Dries ma era ieri il mio compleanno"
"Lo so lo so, ma sei andata via presto e non ho avuto modo di darti il mio regalo"
"Invece uno gliel'hai dato e l'ha anche usato ahahah" dice Kat intromettendosi.
"Sta zitta tu che se ci penso mi viene da picchiarti" le sbraito contro.
"Si lo so, stamattina l'ho sentito mi ha detto che ieri sei stata fan.."
"Zitto Dries, zitto per la miseria! Se non lo dici è come se non fosse successo e se non è successo non è reale e se non è reale..non è reale! Aaah, mi sono persa! Ma tu non parlarmi mai più di ieri notte, intesi?"
"Ok, ok..allora tieni, il mio regalo" mi dice porgendomi uno scatolo rettangolare con un sorriso smagliante in faccia. Lo scarto velocemente e cerco di intuire di che si tratti ma nulla, non ho idee finché non vedo l'involucro esterno.
"Un porta occhiali Dries?"
"Aprilo dai, non cincischiare"
"Complimenti per la parola 'cincischiare' dieci punti per te Dries" mi complimento mentre continuo a girarmi tra le mani quello scatolo. Poi lo apro e dentro vi trovo, indovinate un po', un paio di occhiali. Molto carini devo dire, montatura nera con le punte laterali rivolte verso l'alto, di Giorgio Armani.
"Carine, molto. Ma mi spieghi perché?"
"Perché? E me lo chiedi? Tu sei un'insegnante, e con questi occhiali sarai un'insegnate sexy, l'ho sempre voluta una professoressina sexy, così farò un piacere ai tuoi nuovi allievi"
"Tu sei matto davvero" rispondo e scoppio a ridere insieme a Kat.
"Ora ti manca solo la minigonna e il reggicalze, poi sei apposto" Kat non riesce a smettere di ridere.
"Si, nei loro sogni forse..e dieci punti anche per te, Kat, per 'reggicalze'"
"Oddio ti prego, dillo con gli occhiali, mettiteli professoressa" Dries mi supplica quasi.
"Non se ne parla Dries, mi sembri un pervertito, smettila" e stavolta anche lui si contorce dalle risate.
Gli occhiali mi piacciono e li avrei indossati ma non davanti a Dries che mi guarda così, era imbarazzante. Già essere una delle pochissime bionde naturali in città, essere alta quasi un metro e settanta ed essere formosa mi rende abbastanza passabile di commenti non sempre opportuni, aggiungere altra carne al fuoco non è necessario.
"Ok, la smetto scusa..meglio che andiamo Kat, tra tre ore dobbiamo prendere l'aereo"
"Si andiamo che devo ancora sistemare le valigie..ciao sweetie, ci vediamo alle 12 allo Schiphol, mi raccomando la puntualità"
"Ah e lo dici a me? Lo dico io a voi, se fate tardi stavolta non vi aspetto, non perdo l'aereo, io lo prendo e torno a casa, vi avverto"
"Si vabbè, dici sempre così ma non ti credi nemmeno tu..noi andiamo, ciao piccoletta"
"Prima o poi lo faccio..ciao ragazzi"
Appena se ne vanno corro sul letto e mi sdraio a pancia in su, fissando il soffitto.
Devo vestirmi ma non ce la faccio, voglio solo dormire altre tre ore, come minimo.

🎶Si tu te vas yo también me voy..si me das yo también te doy mi amor, bailamo hasta la diez, hasta que duelen los pies..🎶

Enrique Iglesias mi riporta alla realtà e al mio cellulare che squilla.
'Luca' c'era scritto semplicemente, sì perché lui era Luca, niente di più e niente di meno, nessun appellativo, solo Luca.
Faccio passare troppo tempo e la chiamata termina, poi però, subito ne parte un'altra alla quale decido di non rispondere. Non ho il coraggio di parlare con lui ora, non sono nelle condizioni di farlo.
Mi alzo e mi vesto, fa freddo, troppo. Metto un maglione di lana intrecciata e un pantalone infilato negli stivali bassi. Odio il freddo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Prendo la valigia e aspetto il taxi che mi avrebbe portata all'aeroporto dove stranamente c'è già Kat ad aspettarmi, da sola.
"Kat, tesoro, sei da sola?"
"Ehm..Dries è con..un amico, lo sta salutando"
"Oh, ok allora.." Dico e intravedo Dries correre verso di noi.
"Eccoti Lily, senti..vuoi conoscere il mio amico, quello di ieri notte, è qui per te vuole solo salutarti"
"Ma chi, Mr. Addominali Scolpiti? No Dries! Assolutamente no! Portalo via ti prego"
"Mr. che? Comunque si lui..sei sicura? Lui ci terrebbe particolarmente"
"Sicurissima e per piacere non dirgli nulla di me, nulla"
"Si, ci avevo pensato..sa solo che sei di Napoli non gli ho neanche detto il tuo nome"
"Ecco bravo, salutalo e digli che sono fidanzata, che non ho intenzione di conoscerlo e che stanotte è stato uno sbaglio, un colossale errore..così magari capisce"
"Come vuoi" dice abbassando la testa e tornando da dove era venuto.
"Sei una sciocca, è così carino e dolce..e il tuo soprannome è azzeccatissimo"
"Luca è carino e dolce ed esiste Kat! Esiste!" Dico sbraitando e tirandomi dietro il mio trolley.
Dopo tutta la trafila siamo seduti ai nostri posti, io e Kat con gli auricolari ad ascoltare musica e Dries a guardare una puntata di una serie TV, quando improvvisamente Dries mi toglie gli auricolari.
"Neanche il nome vuoi sapere? Solo il nome e ti giuro che poi non te ne parlo più"
"No Dries e smettila"
"Eddai mi dispiace troppo per lui, ci teneva a conoscerti"
"Dispiace anche a me per lui ma non mi interessa e basta, argomento chiuso"
"Ok, I understand..ho capito"
Mi rimetto le cuffie e ascoltai tutto il repertorio di Bruno Mars e di Ed Sheeran, giusto il tempo del volo fino a Napoli.
Atterriamo e all'uscita mi ritrovo Luca ad attendermi con un mazzo di rose rosse e un sorriso dispiaciuto in viso.
'Quello che si fa ad Amsterdam resta ad Amsterdam' mi dico l'attimo prima di correre tra le sue braccia.

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Come promesso, ecco la nuova FanFiction su Arek Milik!
Buona lettura e aspetto come sempre i vostri pareri! Buonanotte 💙💙💙

L'ho capito al primo sguardo che eri l'errore giusto. || Arkadiusz Milik ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora