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Se ci si potesse rifugiare in un ricordo, mi rifugerei in te. Perché è proprio questo che sei, un ricordo. Un ricordo che brucia ancora.

Ricordo ancora quando ho visto per la prima volta i tuoi occhi. Fu un attimo, poi distolsi lo sguardo. Forse per paura. Erano così sinceri, si vedeva che eri triste lontano un miglio.

Da lì, promettei a me stesso di cercare di avitarti. Mi avevi fatto un strano effetto. Hai sempre avuto questo strano effetto su di me.

Eravamo entrambi ad una festa, tu eri con le tue amiche, che si stavano divertendo sicuro più di te. Quando incrociasti il mio sguardo, il quel secondo, prima che io lo distogliessi, incapace di reggere il tuo, le tue labbra si schiusero, si vedeva chiaramente che odiavi quando i ragazzi ti gradavano.

Nulla da fare, da quella sera, pensai costantemente ai tuoi occhi marroni, a come ridevi falsamente, e a come facevano le tue amiche a non accorgersene.

Rimasi ferma nei miei pensieri, nonostante avessi promesso a me stesso di evitarti da lì in poi. Non che tu cercasti, quella sera, di avere una conversazione con me, ma non lo so. Avevo quella strana sensazione che ti avrei rivista.

Quel mio specie di 'desiderio' o non so cosa, si avverò il sabato successivo.

Ero a bere con i miei amici, e stavo flirtando con una puttanella che aveva bisogno di un po' di svago. Faceva la santerellina, ma si vedeva da come era vestita, che voleva arrivare solo ad una conclusione.

Mentre stavamo camminando verso il bagno, andai a sbattere contro una minuta ragazzina. Stavo per dirgliene quattro, quando quella 'ragazzina' alzò lo sguardo, e io mi imbatte i di nuovo in quegli occhi color nocciola, grandi e pieni di sogni.

Non ebbi il coraggio di parlare, sembravi così timida e riservata, che non volevo ferirti, non so perché. Ma cambiai idea non appena apristi la bocca.

Iniziasti a ularmi contro dicendo:< Vedi un po' dove cazzo metti i piedi, coglione> Quelle parole sembravano così fuori luogo, uscite dalla tua bocca. Io in risposta, ormai innervosito dal tuo comportamento, dissi:<Ma vedi dove devi andare affanculo.
>

Già da lì, avresti dovuto capire come ero fatto, ma tu, testarda come eri, quella stessa sera ti avvicinasti a me.

Non ricordo esattamente con quale scusa ti avvicinasti, ricordo solo i tuoi fantastici occhi, quei pantaloni aderenti a vita alta che ti incorniciavano le curve, tutte al posto giusto, quella camicetta rosa che lasciava intravedere il reggiseno viola.

Hai sempre avuto un'aria misteriosa. Non lasciavi mai che le persone ti leggessero gli occhi. Non lasciavi mai fuoriuscire un'emozione che volevi tener nascosta. Eri semplicemente fantastica.

Quella sera, sembravamo due bambini. Litigammo per tutti e dici i minuti che rimanesti vicino a me. Poi, stufa, mi mandasti al diavolo.

Sapevo già che saresti entrata nella mia vita, qualcosa di molto grande mi attirava a te, nonostante facessi di tutto pur di non ammetterlo.

Ti ho mai detto quanto ho amato il tuo sorriso? Così sicero, sicuro di se.  La prima volta che lo vidi, però, era un sorriso triste.
Ma bellissimo comunque.

Per non parlare dei tuoi occhi, cavolo se erano belli. Erano color nocciola, grandi, abbastanza da racchiudere tutte le tue emozioni.

Hai sempre combattuto da sola le tue battaglie. Dicevi che dei consigli non te ne facevi nulla. Che a sbagliare, si sa sbagliare anche da soli.

Tu, tu che hai sempre detto che l'amore che si legge nei libri non esiste, che tutti prima o poi se ne vanno. Tu che a dipendere da qualcuno, proprio no. Tu. Eri diventata una costante nella mia vita.

Dopo cinque o sei mesi di conoscenza, di litigi, schiaffi morali e quant'altro. Decidesti che era giunto il momento di prendere una decisione.

Hai sempre detto che non volevi relazioni, almeno per quest'anno, o almeno lo dicevi all'inizio.

Eri pronta ad iniziare una relazione con me,però. Eri pronta a metterti in gioco, per vedere se poteva andare. Non di quella roba seria, dicevi che non avevi la testa per quello. Giusto il necessario per iniziare bene la gionata, giusto un sorriso mentre svolgevi lunga versioni li latino, giusto quel po', che fa stare bene.

Quello che non era pronto pero ero io.

Dopo quel discorso, al parco, non mi feci più sentire. Avevo bisogno di pensare. O avevo semplicemente paura di ciò che iniziava a crescere dentro di me. Non ho mai avuto altre relazioni, e questo lo sapevi bene. Anche io, come te, odiavo dipendere da qualcuno. Solo che tu ci riuscivi, io no.

Non avevo mai provato sensazioni simili a quelle che provavo con te. Nemmeno lontanamente. Sei stata l'unica persona in grado di farmi provare le farfalle nello stomaco. Ho sempre trovato idiota questo termine. Ciò nonostante, mi ci sono trovato dentro.

Mi sono trovato dentro in molte cose, grazie a te.

A distanza di tre anni, da quando ti ho conosciuta, ho scoperto un nuovo me. Più romantico, più emotivo. Cosa che io non avrei mai ammesso pubblicamente.

Quella luce, che dicevi di vedere in me, alla fine l'ho vista anche io. Ma da quando te ne sei andata, è diventata più opaca che mai. Si è spenta. L'hai portata via con te. Lasciandomi in questo inferno senza uscita.

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So che è corto, ma spero vi piaccia lo stesso. Non so quando aggiornerò, spero presto. Votate e lasciate un commento se vi va. Baci
-Ery

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