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Scorro le foto sul mio cellulare, e le descrivo come se tu fossi accanto a me. Immagino la tua risata, vedendo una foto uscita male. Immagino la tua faccia dolce, guardando una foto dei miei nipoti. Vorrei tanto non farlo. Ma non ci riesco, non me ne accorgo nemmeno. È più forte di me.

L'amore è sopravvaluto, dicevi.

Il cervello si auto convince di aver bisogno dell'amore di un'altra persona, per andare avanti, per non sentirsi soli.

Facile a dire di essersi innamorati, conosci per qualche mese una persona, vedi che ti fa piacere stare in sua compagnia, che ti piace come bacia, e allora dici di esserti innamorato.

Ma ammettere di amare, amare davvero, amare con l'anima. Amare con le mani, come quando ti accarezzavo le guance lisce. Amare con la mente, come quando ti ascoltavo fare discorsi che capivi solo tu, perché sei sempre stata troppo intelligente per me. Amare con le gambe, come quando ci incastravamo e ci svegliamo in maniere bizzarre. Amare con gli occhi, come quando guardavo il tuo sorriso, che mi mandava in pappa la parte razionale del cervello.

Amare, ammettere di amare cosi una persona, è un'altra cosa. Non è un semplice 'mi sono innamorato di te' è un 'sto amando ogni parte del tuo corpo e del tuo cervello, e continuerò a farlo finché vorrai, o anche più'

Ti ho amato, e ti amo, con ogni parte di me, non solo con il cuore. Che se il cuore smettesse di battere, ci sarà qualcos'altro che ti amerà, magari la mia milza, oppure il mio polmone.

Sai quanto odio tutte quelle smancerie, eppure non riesco a smettere tutte queste cose, che sento fino alle ossa.

Che mi facevi incazzare. Che facevi la bambina, facevi i capricci. Che volevi sempre tutto come dicevi tu. Che volevi che le cose andassero nel verso giusto, anche se non era possibile. Che mi mettevi davanti a scelte fatte al momento, per costringermi a fare qualcosa. Che mi amavi in un modo strano, in un modo tutto tuo, mi amavi nel tuo mondo, e io senza quel mondo non ci so più stare.

Non siamo mai stati quel genere di coppia che ha bisogno di uscire tutte le sere per divertirsi, a noi bastavano delle coperte e un computer per passare una serata fantastica. Abbiamo visto un sacco di film insieme, mi piaceva sentire la tua risata per i film comici, le tue urla per i film horror, ma non ho mai visto una sola lacrima, mentre guardavamo film d'amore. Dicevi che era il genere che meno ti piaceva, che l'amore, anche se iniziasti a crederci da poco, non è così. Non è come li raccontano i libri o i film. L'amore può finire in un secondo, come può durare per sempre, anche senza la persona affianco a te.

Era anche tutto questo che amavo e amo tutt'ora di te, l'estraniarsi da tutto il resto.

Una delle poche sere che andammo al club al centro, quella sera, la tengo ancora fissa nella mente.

Tirasti fuori una parte di te che ancora non conoscevo. La gelosia si era impossessata di te.

Una ragazza mi si avvicinò, cercando di 'sedurmi', io non la degnai nemmeno di uno sguardo. Ma tu, occhio da falco quale avevi, appena te ne resi conto la prendesti  per i capelli, e solo dio sapeva cosa avresti combinato se il buttafuori ed io non ti avremmo fermato.

Tu, con quella faccia d'angelo, sei riuscita a farti cacciate fuori da uno dei club più calmi del quartiere.

Quando uscimmo fuori, mentre io cercavo di calmarti, con tutte quelle frasi fatte, che se ci penso mi do dell'idiota da solo, scoppiasti in un pianto disperato. E le tue parole sono ancora fisse nella mia mente.

<Tu non puoi capire come ci si sente a vedere la vita andare avanti mentre tu sei ferma a non poter fare un cazzo. Perché magari quella ragazza era l'amore della tua vita, e io ti sto impedendo di vivere. Io me ne andrò. Me ne andrò da questo posto di merda, tra qualche mese, un anno al massimo. E sto impedendo a te, adesso, di vivere la tua vita. E mi sta sulle palle perché io voglio che tu sia solo mio. Ma non posso perché io non sarò più tua. Cazzo! Tu, non puoi capire come una ragazza di ventuno anni guardi la sua vita scivolarle dalle mani e non poter fare nulla per impedirlo. Non posso impedire niente di tutto questo. Perché mi è toccato un destino di merda, perché farò del male a te, perché faro del male a mia mamma, a mio padre e al resto della mia famiglia. Tu non capisci, Andrea. E non potrai mai capire. E non posso fartene una colpa.>

Rimasi spiazzato, una pietra. Probabilmente se qualcuno mi avesse dato una pugnalata, in quel momento, non l'avrei sentita.

Mi si era seccata la bocca, bloccate le mani, non mi sentivo le gambe. Stavo per cadere lì, davanti a te.

Invece di calmere io te, finisti per calmare tu me. Perché ero, e sono, un coglione che non sa gestire le situazioni.

Quella notte, facemmo l'amore fino all'alba. Ne avevo bisogno io, ne avevi bisogno tu. È forse stata la peggiore notte della mia vita. Quando la mattina dopo, non ti ho visto accanto a me, per la prima volta dopo forse anni, piansi più che mai.

***
Scusate l'attesa, spero vi piaccia il capitolo. ❤

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