È il 20 dicembre. Si avvicina il Natale. Più o meno già so che cosa comprare alle persone a cui voglio bene. A Rebecca un paio di cuffie, di quelle che non fanno sentire i rumori esterni. A mamma una catenina da mettere al collo. Ho già visto quale, una con la sua iniziale. A papà dei libri sulla storia del rock. Mi fa strano quando mi racconta di quando aveva i capelli lunghissimi e andava ai concerti. Adoro quando mi racconta della volta in cui con i suoi amici sono entrati di nascosto in uno stadio per vedere i Rolling Stones perché non avevano il biglietto.
Ho sempre una particolare attenzione per i regali perché ho paura che potrebbero non piacere.
Lo spirito del Natale inizia già a farsi sentire. Oggi la professoressa di filosofia è entrata in classe con un maglione verde e rosso con dei fiocchi di neve disegnati.
Federico è arrivato con qualche minuto di ritardo.
"D'Angelo, la prossima volta non così in anticipo" scherza la prof.
Segue una risata generale.
Federico non sembra in imbarazzo e si siede al suo posto in silenzio.
Si leva il cappello e si passa una mano fra i capelli per metterli a posto, ma che prontamente gli finiscono davanti agli occhi. Occhi che se solo si vedessero direbbero tante, troppe cose."Da quello che mi dici sembra un figo" dice Rebecca con la bocca piena di patatine.
"Beh non è male. Non ci ho mai parlato però. Solo via Whatsapp"
Silenzio.
"E dice che mi trova carina" continuo io.
"VISTO? VISTO? Te l'ho sempre detto che sei bella!"
"Calma, calma" dico arrossendo un po'.
"Ha detto "carina", non "bella". C'è differenza."
Dico più a me stessa che a lei.
"Vedremo quando ti chiederà di uscire con te!". Mi alzo dal suo letto e vado verso la finestra. Il cielo è nuvoloso e sembra che le nuvole siano cariche di pioggia.
"Il cielo è arrabbiato" dico io.
Dal piano di sotto sento la mamma di Rebecca che mi chiama, annunciando l'arrivo di mia mamma che mi è venuta a prendere.
Ancora una volta papà non è in casa. Mi chiedo se non tradisca la mamma... mi dispiacerebbe molto per lei.
"Papà aveva da fare" dice mamma, come se avesse spiato nei miei pensieri. Andai a letto senza aver mangiato nulla, tanto avevo mangiato prima a casa di Rebecca.Il giorno seguente arrivò, e con lui la felicità mia e dei miei compagni dato che ci saremo rivisti tutti dopo le vacanze di Natale. Mi sedetti al mio banco e con la mano tastai il sotto banco per vedere se qualcuno dei corsi di recupero del giorno prima aveva lasciato qualcosa. Ci trovai un piccolo pacco regalo. Incredula, lo misi dentro il mio zaino guardandomi attorno per vedere chi fosse l'artefice del regalo. Nessuno mi guardò.
La lezione finì tra le urla felici dei miei compagni d'istituto e quasi non caddi dalle scale per via degli spintoni.
Mentre mi incamminavo per la fermata dell'autobus, stretta nel mio parka per il freddo, notai Filippo con un gruppo di suoi amici che scherzavano dandosi sonore pacche sulla schiena. Lui mi vide da lontano e mi sorrise facendomi l'occhiolino. Questi maschi. Non li capisco proprio.Che goduria, finalmente posso dormire quanto voglio. Mi ci voleva proprio questa vacanza.
Scendo al piano di sotto per fare colazione e noto che i miei genitori sono già andati a lavoro. Prendo del latte dal frigo e faccio il caffè, intanto che aspetto che esca scrollo Instagram. Rebecca ha postato un'altra cover. È veramente brava. Federico mi ha chiesto di seguirmi. Accetto subito e sbircio il suo profilo. È un amante della musica dubstep, adora i film horror e suonare la chitarra elettrica. Sul mio profilo non c'è molto perché non mi piace mettere foto mie su internet, chissà che un giorno potrebbe capitarmi qualcosa di spiacevole.Oggi vado di nuovo a danza e mi aspetto dell'altro stretching doloroso. Arrivo e Alice mi aspetta con un cerchio sospeso.
"L'altro giorno sei stata brava a sopportare il dolore, so quanto può essere difficile la prima volta. Oggi proviamo ad entrare nel vivo della danza aerea!"
Mi aiuta a salire sul cerchio ed io incomincio a tremare perché ho paura di cadere.
"Non preoccuparti! Pensa di essere leggerissima e immagina di volare, perché qui ti insegnano questo."
Chiudo gli occhi e respiro profondamente. La paura sembra essere passata e il tremolio delle gambe è passato.
"Ora lasciati cadere all'indietro incastrando le gambe nel cerchio"
Faccio quello che mi dice e sento una scarica di forza e potenza che non avevo mai sentito in vita mia.
Ho capito che l'amore non si prova solo per le persone. Per oggi i miei esercizi di sono limitati a questo e a qualche sollevamento per le braccia per aiutarmi a salire meglio la prossima volta.Torno a casa in autobus e apro la porta desiderando solo di fare una doccia e rilassarmi dopo gli allenamenti. Sento i miei genitori che parlano sottovoce e non capisco quello che dicono. Sul tavolo della cucina c'è una cartella che sembra essere quella dei medici e infatti sopra c'è il disegno del serpente, tipico delle farmacie.
La prendo in mano e inizio a sfogliarla.
Il sangue mi si gela nelle vene.
Per un attimo vedo tutto buio e mi sento svenire.
Entro nella camera dei miei aprendo rumorosamente la porta e li vedo con una faccia incredula.
"QUANDO PENSAVATE DI DIRMELO?!" Strillo, tenendo la cartella in mano.
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You should be stronger than me
Teen FictionNicole va al liceo, ma la vita da adolescente se l'era immaginata diversa. Ha una cotta per Filippo, un ragazzo che non la apprezza per ciò che è. La sua migliore amica è Rebecca, che ha la capacità di farla ridere sempre. Da quando arriva Federico...