Capitolo 3

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"Ma davvero dobbiamo leggerli tutti?" Susie arrancava dietro di me lungo la strada principale di quel piccolo paese senza nome memorabile in cui eravamo finite, con una pila interminabile di libri che le barcollava fra le mani. Mi scappó da ridere. Quella mattina, durante la lezione introduttiva, avevamo fatto conoscenza di Mrs Hertrow, una simpatica nonnina rotondeggiante con l'aria simpatica. Salvo che, anziché offrirti una fetta di torta di mele come suggeriva il suo aspetto, ci aveva lasciato una lista interminabile di libri da leggere e posti da visitare nei dintorni, scambiandosi occhiate soddisfatte con quell'arpia di Mrs Ferguson. Obiettivo finale: consegna di un progetto su tema assegnato a gruppi alla fine del soggiorno. Quando ci aveva dato quella notizia credo che Susie volesse collassare. E quando,poi, ci avevano consegnato quella sequela interminabile di libri -mi sembrava incredibile che un paesino così piccolo potesse avere così tanti libri nella sua biblioteca!- era praticamente svenuta. "Su dai, non moriremo mica!" Le risposi. Ma quando lei mi borbottó di rimando un "Non ne sarei così sicura..." non riuscii più a trattenermi e scoppiai in una risata come non ne facevo da tempo. Seriamente, era da troppo che non mi sentivo così serena: tutta quella nuova avventura, Maura, il progetto,  quel piccolo paesino mi avevano risvegliato dal letargo depresso in cui ero piombata. Non erano passate nemmeno ventiquattro ore da quando ero arrivata, ma non potevo nascondere quella sensazione: la sensazione di avere di nuovo in mano la mia vita. Peccato che ci fosse una sola incognita, e Susie lo sapeva benissimo.
"Cambiamo argomento per favore, altrimenti mi viene male. Allora, Lis, quando incontrerai Terence?" aggiunse, con un occhiata tutt'altro che innocente.
"Forse stasera. Maura non era sicura di quando sarebbe arrivato. Magari arriverà addirittura domani" risposi. Terence era la mia unica incognita, l'unico elemento che poteva turbare quella quiete. "Sono sicura che ci troveremo benissimo insieme" aggiunsi, per dissimulare la mia palese ansia. Ma non ebbi il tempo di sentire la risposta di Susie, perché la dea Sfiga mi ricordó il nostro particolare rapporto di amicizia. Già. Senza nemmeno accorgermi di quello che era capitato caddi con la faccia a terra, e i libri che avevo fra le mani di sparsero in tutte le direzioni. A giudicare dal "ahia" stizzito che proveniva da qualche parte di fianco a me, dovevo aver urtato qualcuno. Sul serio, non c'era bisogno di tutta questa fortuna.

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