Dopo tutta quella simpatica discussione, si può dire che il resto della giornata filó piuttosto liscio, escludendo forse solo la telefonata che Maura ricevette da Ralph all'ora di pranzo. Contrariamente a quanto previsto, i suoi impegni di lavoro a Londra lo avrebbero trattenuto ancora fino a venerdì, quindi avremmo dovuto spostare la nostra cena di quattro giorni. A me non creava alcun problema, ma Maura era piuttosto abbattuta, anche se ero sicura che non fosse solo per quello. Continuava a scusarsi, ma penso che lo facesse più per il comportamento di Terence che per il ritardo di Ralph. E pensare che non era nemmeno a conoscenza di quello che ci eravamo detti quando eravamo saliti con le borse.
"Adesso mi racconti di nuovo bene tutto, per filo e per segno, cara. Al telefono è una cosa, ma di persona è tutt'un altra!" Susie camminava con passo spedito accanto a me. Eravamo dirette verso l'unico pub di tutto il paese, una sorta di bugigattolo buio incassato tra il negozio di alimentari e quello che sembrava un negozio di vestiti. Era piuttosto triste a vedersi, ma, ehi, era l'unico posto dove potessimo andare a berci una Coca prima di pranzo in santa pace. La sera precedente mi ero sfogata per due ore al telefono ( che bella sensazione poterlo insultare ad alta voce senza che nessuno capisse), ma come diceva Susie, parlare di persona era un'altra cosa. Avevamo anche tempo: Maura mi aveva scritto a metà mattina per avvisarmi che lei e Elle sarebbero state fuori fino alle quattro e che mi aveva lasciato in Sandwich di tacchino in frigo. Quindi, visto che il tacchino poteva aspettare e che a casa c'era solo Terence, avevo optato per prendere la corriera successiva e fermarmi un po' con Susie.
Quando entrammo nel pub, un'aria stantia e impregnata d'alcol ci investì. Storsi la bocca mentre pensavo che quello era con tutta probabilità il luogo dove i ragazzi (pochi) del paese si riunivano il sabato sera. A me per il momento faceva solo venire da vomitare, e anche Susie non mi pareva entusiasta. Ci sedemmo a un tavolo e chiedemmo al tizio dietro al bancone due coche. Sarà stato anche Ottobre inoltrato, e faceva un po' troppo fresco per due coche con ghiaccio, ma chissene.
Susie congiunse le braccia davanti al petto e mi lanció uno sguardo eloquente "Ti ascolto, Lisa".
Risposi con un sorrisetto e le raccontai da capo quanto era accaduto il pomeriggio precedente, aggiungendo ancora più particolari di quanto non avessi potuto fare la sera prima. Susie mi ascoltó per tutto il tempo con aria attenta e poi, una volta che ebbi terminato, mi chiese: "E il progetto?"
"Pensavo di farlo da sola. Non credo che sia una missione impossibile. I libri li avrei letti da sola lo stesso"
"E le località da visitare?"
"Chiederò a Maura o a Elle se possono accompagnarmi. Le restringerò allo stretto indispensabile". Susie rimase in silenzio, giocherellando con i cubetti di ghiaccio nel bicchiere che nel frattempo ci avevano portato. Non era convinta.
" Non ho nessuna intenzione di farmi aiutare da lui se è quello che stai per chiedermi"
"Non e quello" alzó lo sguardo in cerca delle parole giuste da usare " è che...so che sembra strano ma...".
Ma?
"Ma credo che ti perderesti qualcosa se lo ignorassi completamente per i prossimi tre mesi" sbottó tutto d'un fiato. Ero un po' stupita di quello che aveva detto: mi stava davvero consigliando di cercare di ricucire con Terence quel poco che c'era da cucire? Sul serio? Vedendo la mia espressione poco convinta si affrettò ad aggiungere: " Non fraintendermi Lis...non ti sto dicendo che dovete diventare amiconi. È uno stronzo e tale resta, ma dei rapporti amichevoli...aiuterebbero".
Continuavo a non seguirla. Forse la sua ospite le aveva fatto il lavaggio del cervello? Poi, all'improvviso, capii quello che stava cercando di dirmi: se io avessi ignorato Terence per tutta la nostra permanenza, avrei potuto portare a termine il progetto, ma comunque mi sarei persa parte dello scambio, la parte del rapporto umano. Anche se dubitavo di poter stringere qualsiasi tipo di rapporto con quella sorta di viscido rettile che mi ritrovavo come ospite, valeva la pena tentare. Se non altro, avrei potuto dire di averci provato. Lanciai un sorriso a Susie, facendole capire che avevo recepito. Chiacchierammo ancora un po', ma non riuscivo a togliermi dalla testa che le parole gentile e Terence non potevano stare nella stessa frase.
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Unexpected
Teen FictionLisa è una ragazza forte e determinata, ma da qualche tempo a questa parte le sembra che il mondo abbia iniziato ad andare troppo forte, senza di lei. Un viaggio inaspettato e un scambio culturale in un paese non troppo lontano sembrano una possibi...