ᴘʀᴏʟᴏɢᴜᴇ

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Quel giorno stavo semplicemente giocando al parco, come sempre da solo, quando notai che una bambina mi fissava. Aveva pressapoco la mia età, forse qualche anno in meno, e se ne stava seduta su una panchina, anche lei sola. Vidi che proprio non aveva intenzione di smetterla, e la cosa mi parve strana, così mi avvicinai, le chiesi se volesse giocare con me e lei accettò.
Per molte settimane continuammo a trovarci lì; mi divertivo un sacco con lei, era molto timida, ma in fondo mi piaceva, e poi eravamo entrambi senza altri amici.
Un giorno però non venne. La aspettai tanto, ma non si presentò. E così anche il giorno dopo. Ero davvero triste, non riuscivo a capire cosa le avessi fatto per provocarle quella reazione. Così restai per giorni a interrogarmene inutilmente. Il nostro legame era pian piano cresciuto, era diventato sempre più forte. C'era qualcosa che non mi faceva stare fermo. Dopo una settimana, non riuscii più ad aspettare e l'andai a cercare. Non avevo la minima idea di dove potesse essere, mi resi conto di non sapere nulla di lei, solo il nome, Yun. Cercai in ogni angolo della cittadina, non mi lasciai sfuggire un centimetro, e dopo altri giorni, finalmente, la trovai.
Era in una vecchia fabbrica inutilizzata, stesa a terra, immobile.
Mi venne una fitta al cuore tremenda e sentii gli occhi umidi. Mi avvicinai timorosamente e la vidi bene. Era morente, piena di lividi, ferite, probabilmente non mangiava da molti giorni e il suo piccolo corpicino sembrava così indifeso e in cerca di aiuto che non riuscii a restare fermo. Nonostante sapessi che quello che stavo per fare avrebbe avuto delle conseguenze, che avrebbe cambiato la mia vita, lo feci. La presi e la portai a casa.
Così iniziò tutto.

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Spero che questa fanfiction piaccia, anche se so che come prologo è corto, vi prego di continuare a leggere, grazie

Brotherhood // Park Jimin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora