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|6 anni dopo|

Notai la debole luce che filtrava dalle tende della finestra di prima mattina, così mi alzai con fatica dal letto.
Cercando di non svegliare Yun, entrai nel bagno della camera, e mi preparai, mettendomi poi la divisa di scuola. Quando fui pronto, svegliai anche lei.

«Hey...» sussurrai al suo orecchio.

«Buongiorno...» rispose accarezzandomi i capelli.

«Tra cinque minuti vieni giù.» le diedi un bacio sulla fronte.

Scesi le scale e andai in cucina; mamma era come sempre andata al lavoro presto, quindi preparai io la colazione per entrambi.
Poco dopo arrivò Yun, e durante il pasto mi raccontò tutti gli impegni che aveva in programma per quel giorno. Sinceramente, a me non importava più di tanto, ma pensavo che avesse potuto farle piacere un gesto del genere; era talmente fragile che ogni minima cosa avrebbe potuto farla star male...

Quando ebbe finito, tornò in camera per prepararsi, e intanto io guardai un po' la tv, poi, al solito orario, uscimmo e ci incamminammo verso la scuola.
Arrivati, lei lasciò la mia mano e andò verso le sue amiche.
Al solo pensiero che sarebbe stata lontana da me, che qualcuno avrebbe potuto ferirla, che qualcosa avrebbe potuto metterla in difficoltà, senza che io avessi potuto fare nulla, stavo male; ogni mattina dovevo lasciarla così, sentendomi continuamente in colpa. Quelle insopportabili fitte al cuore le sentivo bene, e a volte, credevo persino di non riuscire a stare in piedi.
Sapevo di essere troppo protettivo, ma tutto ciò era solo fratellanza. La mia sorellina, con quello che aveva passato, non meritava nulla di brutto.

Mi diressi verso Taehyung, il mio migliore amico; era l'unico che riusciva a farmi pensare sempre a cose allegre, era davvero una persona speciale, e, ormai, era uno di famiglia per noi.
Quando la campanella suonò, come al solito tutti si precipitarono nelle proprie classi, e io salutai per l'ultima volta mia sorella.

Le lezioni passarono velocemente, e, alla fine, tornammo a casa.

«Allora, com'è andata oggi?» chiesi.

«Tutto bene.» mi liquidò.

Era strano, solitamente mi raccontava ogni minima cosa di ciò che aveva fatto...
Mi fermai e la guardai in volto.

«È successo qualcosa?» chiesi preoccupato.

Non rispose e si voltò da un altra parte.

«Allora Yun, mi vuoi dire che è successo??» chiesi con un tono di voce leggermente più alto.

«Nulla...» rispose non guardandomi.

«Park Yun. Smettila. Sai che non ci credo. Dimmi la verità.»

«Scusa...il fatto è che...no niente, sto bene...» rispose vaga.

Non capivo.

«In che senso? Chi? Cosa? Che succede??» chiesi preoccupandomi sempre di più.

«Dai andiamo a casa che ho fame.» disse accelerando il passo e arrivando.

Non potei chiederle ulteriori spiegazioni.
Nel frattempo a casa era arrivata la mamma. Ci preparò il pranzo, e, come sempre, le raccontammo com'era andata la scuola. O meglio, io lo raccontai, mentre mia sorella restò un po' vaga con le spiegazioni, e ciò parse strano anche a lei.
Quando ebbe finito, Yun se ne andò in camera, immersa nei suoi pensieri.

«Jimin...le hai fatto qualcosa?» mi chiese seria la mamma.

«Io? Assolutamente no.»

«Sai che devi proteggerla e impedirle ogni sofferenza.»

«Lo so, mamma.»

«Lo spero bene.»

Sbuffai, e andai anch'io in camera nostra. Bussai, e nessuno rispose. Riprovai, e ancora niente. Così entrai, e la vidi stesa sul suo letto pensierosa.

«Non ne posso più, dimmi che succede, ti prego.» dissi sedendomi accanto a lei.

«Te l'ho già detto Jimin.»

«Non è vero. Sei scappata via a metà discorso.»

«Smettila, ti prego.»

«Ti prego io. Dimmelo, voglio aiutarti.»

«No Jimin.» si girò dall'altra parte.

«Non ti fidi...più...di me...?»

«No! Non pensare questo! Ti voglio bene, davvero Jimin, fratellone, ti voglio tanto bene, mi fido, Jimin, mi fido.» disse abbracciandomi di colpo.

Non avrebbe mai voluto farmi star male.

«Yun, anch'io sorellina, tanto.»

Mi strinse più forte. I suoi abbracci li adoravo. Erano speciali, pieni d'amore. Potevo sentire tutto ciò che provava da un suo semplice abbraccio. Però, quel giorno...provava tristezza e preoccupazione.

«Sorellina, quando ti sentirai di farlo, dimmelo, per favore.»

Annuì sorridendo. Le accarezzai la guancia e me ne andai, lasciandola riposare.
Sperai che mi fermasse e mi spiegasse tutto subito, ma non fu così. Mi lasciò andare senza esitare un attimo.
Volevo solo aiutarla...

Scesi di nuovo e dissi alla mamma ciò che era successo. Lei rispose in modo distaccato, ma sapevo che sotto sotto non stava bene.
Uscii in giardino per studiare, la natura mi rilassava. Piaceva tanto anche a Yun...già, non riuscivo a smettere di pensarla. Il sentimento che ci legava era qualcosa di indescrivibile. La voglia di stare sempre insieme, sempre vicini. O meglio, per me era così; da quella volta, non fui più sicuro di ciò che pensava veramente lei. Sperai che tutto ciò fosse solo temporaneo, sperai che dopo qualche giorno finisse, ma non fu così.
C'era qualcosa...qualcosa che la turbava...tanto.

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eccoci qui! spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se oggettivamente non è nulla di ché; spero di essere stata chiara nelle spiegazioni, comunque accetto volentieri eventuali consigli♡

Brotherhood // Park Jimin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora