0.1 - Il tradimento

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Il gioiello d'avorio.
Era soprannominata così la vecchia Demacia, con le sue bianche pareti e alte mura, che racchiudeva dentro di se ideali degni di giustizia e sapienza.
Ma per distruggere un impero, basta anche soltanto un giorno o una parola.
Così accadde, quando Lux, figlia di una nobile casata salì al potere per maggioranza di voti nel concilio ristretto, in onore della sua conoscenza magica.
Questa scelta portò non pochi dissapori tra i cittadini, che si aspettavano l'ascesa al potere di suo fratello maggiore Garen, comandante dell'esercito demaciano e favorito del popolo, ma solo pochi conoscevano il suo imbarazzante segreto: Katarina.
Quella donna aveva allontanato non poco la possibilità di Garen di ambire al trono di quella splendente città, strappando ogni onore dalla sua divisa.
Dopotutto è giusto tenersi vicini i nemici, ma il capitano aveva oltraggiato la sua bandiera, la sua patria e la casata tanto nobile a cui apparteneva;
Lo ripudiarono in segreto, nessuno sguardo doveva vederlo cadere dal piedistallo, solo la sua famiglia sapeva del suo tremendo errore, di come aveva macchiato la sua carriera e di come instancabilmente chiamava quella simpatia "amore".
Forse lui amava davvero l'assassina Noxiana, tanto odiata quanto ricercata per le sue malefatte, ma a gli occhi dei sui compatrioti era un insulto, anche fin troppo grave; 
Lo bandirono con odio, quando diedero l'ordine di scortarlo nelle sue camere per prendere i suoi bagagli e di partire all'alba.
Quel giorno sua sorella minore assistette all'avvenimento che più scosse la sua mente, dopotutto lei adorava suo fratello, ma non si sarebbe mai imposta al volere dei suoi genitori, perché in fondo, ne aveva paura.

Le ancelle portarono un vassoio argentato, con adagiato sopra un dolce ricoperto di polvere d'oro, su una tavolata vuota..tranne per lei.
Guardava il cibo con disprezzo, lei non voleva la corona che i governatori le avevano adagiato sul capo, che le dava un potere oltre l'immaginazione umana, e nemmeno delizie così prelibate.
Per anni l'avevano trattata solo come una maga dotata di grandi poteri, non come una sovrana.
Quel lusso la confondeva, aveva paura di diventare un burattino di quella burocrazia che tanto la spaventava quando era più giovane.
Declinò il dolce, dirigendosi verso le sue stanze.
"Che strano vedere una giovane senza grazia proprio in questo posto". 
Era una voce graffiante e noiosa, ma per sua sfortuna l'avrebbe sentita per fin troppo tempo da quei mesi in avanti.
Fiora, la spadaccina più veloce e precisa del regno, era appoggiata alla porta accanto alla sua, con le braccia incrociate e un'espressione disgustata in viso.
"Mi sono sempre chiesta perché tuo fratello facesse il doppio gioco..ora capisco il motivo".
"Tu non sai nulla!".
Le gridò la giovane sovrana, con il volto paonazzo dalla rabbia.
Era seriamente infuriata con quella donna e di certo non avrebbe fatto nulla per nasconderlo.
"Avete inscenato questa farsa solo per il trono-"
Cominciò lei, socchiudendo gli occhi e alzando il capo, sentendosi superiore a Lux.
"Tu e quello stolto di tuo fratello, siete la disgrazia di questa nazione".
"E tu parli troppo".
Erano parole dure, ma uscirono così facilmente dalla gola della regina, che ormai si tratteneva solo per qualche miracolo, stringendo i pugni e digrignando i denti.
La spadaccina strabuzzò gli occhi, forse non si aspettava quella minaccia velata da parte di una persona dall'aspetto così debole.
"I-in ogni caso sarò la vostra guardia del corpo, così come lo ero per il regnante precedente, Lady Lux".
Non vi fu risposta.
Lux aprì la porta della sua camera e la chiuse con la forza necessaria da far capire a Fiora di non provare ad entrare, per alcun motivo le passasse in mente.
Passi lenti fino al letto, per sprofondare poco dopo in un sonno profondo.
La giovane regina si concesse poche ore per riposare e forse anche per dimenticare, ancora le suppliche del fratello risuonavano nella sua mente, piene di odio verso chi li aveva lodati pochi anni prima, verso chi li aveva imposto una vita di eccellenza, prendendosi tutti i meriti.
La casata Crownguard.
Forse la più rigida e inflessibile tra le famiglie militari, che fino a pochi mesi fa non avrebbe mai considerato Lux come una candidata al trono.

Si risvegliò grondante di sudore, ancora vestita con abiti regali, con la corona salda in capo.
Il gioiello incastonato nel copricapo d'oro era  stranamente caldo, come se fosse stata utilizzato di recente, ma lei non aveva nemmeno preso lo scettro dalla sua camera quella giornata, non poteva averla usata.
Un'urlo ruppe il silenzio.
Fiora si precipitò nella camera reale, stringendosi lo stomaco, come se fosse stata ferita di recente.
"Dovete scappare!".
Esclamò, con voce rotta, come se tutta la superbia di pochi minuti fa fosse stata spazzata via.
"Cos'è successo? Sei ferita?!?".
Pur se non voleva ammetterlo, Fiora è sempre stata un'abile spadaccina, esser ferita da qualcuno, in quel modo era sconcertante.
"Tu scappa, io saprò cavarmela".
"No! Non me ne vado da qui, se il nemico attacca la capitale-"
"Scappa!"
La interruppe, visibilmente spaventata.
"Qualunque cosa ci sta attaccando..non'è umano, scappi Lady Lux...".
La regina abbassò il capo e seguì gli ordini, non sapeva se la sua presenza avrebbe fatto la differenza, ma di sicuro doveva proteggere la corona da eventuali conquistatori, è un potere che in mani sbagliate avrebbe potuto distruggere il mondo.
Così recuperò il suo scettro dalla teca e corse, come non aveva mai fatto prima, attraverso gli stretti cunicoli d'emergenza del castello demaciano, fino a raggiungere le porte a nord della nazione.
Aveva l'affanno, ma questo era solo un dettaglio che per sua sfortuna doveva mettere in secondo piano.
Si girò verso quella che era ormai un cumulo di macerie.
"La mia..Demacia..."
"Già sorella, la tua".
Una voce famigliare la fece subito voltare.
Il fratello che tanto aveva adorato in passato, ora, era dietro le sue spalle, con in volto un sorriso compiaciuto e in spalla una lama tinta di sangue.
"Traditore!".
Brandì subito la sua arma contro quella del suo consanguineo, provocando un assordante rumore metallico e la conseguente attivazione della sua corona.
Sentiva il fuoco nelle sue vene, così cambiò, nei suoi occhi ardeva un incendio ancora più travolgente di quello che aveva incenerito tutti i suoi ricordi.
"Sei solo un bastardo senza onore!".
Si scostò da lui, solo per lanciargli una palla di fuoco così violenta da incenerire tutto ciò che si trovava dietro il fratello quando si spostò.
"Ti ucciderò! Ti ucciderò! Ti farò a pezzi! BASTARDO!".
Un pugnale sfiorò la guancia di Lux, facendola indietreggiare, perdendo di vista Garen, che si era nascosto tra i massi circostanti.
"Non così veloce stronzetta reale".
La lama sinistra venne in soccorso del suo amato, facendo perdere le traccie in pochi minuti.
"Se vuoi ne ho anche per te".
"Non oggi, Luxanna, non ti darò questa soddisfazione, per adesso limitati a guardare la tua amata città sotto il volto delle tenebre".
La maga non fece in tempo a puntarla con il suo incantesimo che sparì.

In un giorno aveva perso tutto;
Legami di sangue, titolo e casa.
Per lei non rimaneva che continuare a scappare, ma dove?



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