0.7 - Sussurro nelle tenebre

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L'aria gelida tagliava nettamente i respiri dei tre, mentre affannosamente correvano, tra arbusti e neve, la loro meta si avvicinava, ma dietro di loro un guerriero gli dava filo da torcere, chiamando il secondo, nascosto poco lontano.
Quinn aveva ragione, un traditore si annidava tra i profughi che pochi secondi fa acclamarono a grande voce la loro regina, riconoscendola come la miracolata.
Una seconda ascia venne lanciata a grande velocità, conficcandosi nel secco busto di un albero.
Il generale noxiano rideva vedendo i suoi nemici scappare in quel modo, dentro di lui si sentiva superiore, il che aumentava a dismisura il suo ego.
"Ezreal, dobbiamo seminarlo, alla svelta!".
Esclamò Quinn, ormai esausta, l'aria così fredda l'aveva intorpidita fin troppo.
"Se sapessi come superare questo baffuto-"
"Ei, mezza sega, chi hai chiamato baffuto?"
Lo interruppe lui, indispettito.
"Io sono il fantastico Draven!".

In un attimo qualcosa sbalzò Quinn, colpendola con forza, facendola finire a suolo con un tonfo ammortizzato solo dalla spessa neve che ricopriva ogni cosa.
"Draven, per caso non ti sei dimenticato di qualcuno?".
L'uomo dai lunghi e bruni baffi sorrise, per poi fare spallucce.
Colui che aveva assalito Quinn di soppiatto era grande quanto un colosso, con cappelli più scuri rispetto all'altro e brizzolati e brandiva un'ascia bipenne.
"Fratello, li avrei stesi tutti da solo, sai che io sono il magnifico Draven".
"L'unica cosa che so per certo, è che tu sei stato adottato, fratellino".
La risposta del colosso era giocosa, come se avessero la situazione in pugno e sottovalutassero le capacità dei tre.
"Quanto sei scortese! Solo perché io sono più bello!".
Cercò di ribattere Draven, ma una sfera di magma divise i due, costringendo il baffuto a fare una capriola a destra, vicino la parete rocciosa.
"Ci hanno avvertito di lei Lady Lux, del suo fantomatico potere".
Cominciò il secondo fratello, portando l'ascia sulla spalla.
"Siamo stati avvertiti anche del suo spiacevole incedente con Talon. L'avete letteralmente polverizzato, non'è una cosa carina da fare, sa?".
Fece per dare un fendente, ma il coraggioso falco di Quinn lo colpì dritto in faccia, distraendolo abbastanza da permettere a Lux di lanciare un incantesimo di blocco e colpirlo in pieno.
"I vostri informatori sono attendibili".
Stava per caricare il raggio d'energia, quando un'ascia le fece perdere lo scettro, senza di esso non avrebbe potuto canalizzare la magia del magma e ne attaccare con precisione.
"Lux! Io porto Quinn lontano da qui, appena hai finito con questi palloni gonfiati raggiungimi".
Esclamò l'esploratore di Piltover, caricando il corpo dell'amica come un sacco di patate.
"Uccidici, a nessuno interessa della nostra vita, ben che meno a tuo fratello!".
"Cosa centra mio fratello con questo?".
Chiese lei, riprendendo velocemente lo scettro.
"Non lo sai? Adesso è lui il nostro Re".
A quelle parole Lux voleva esplodere, non solo aveva guidato la spedizione per distruggere la sua cara capitale, ma adesso sedeva sul trono del nemico giurato di ogni demaciano.

"Hai sentito cara Lux? Ora hai un rivale degno di nota".
Quella voce si fece risentire, come un lieve eco nella sua mente, sinuosa e sinistra, tentava ancora la regina verso qualcosa che nemmeno lei conosceva, un potere puro e distruttivo allo stesso momento.
"Lascia che sia io a combattere, farò qualcosa che ti darà fama e rispetto, fidati di me, dopotutto sono stata io a salvarti nella foresta, ricordi?".
"No, non lascerò che tu prenda il controllo del mio corpo!".
Una risatina fece vacillare l'animo della maga della luce.
"Da quando sei tu a decidere?".
Dopo quelle parole, la stessa luce di quel giorno venne sprigionata dalla corona e lo stesso abito di piume nere cinse il corpo della regina.
Ma appena aprì gli occhi, non'era visibilmente più lei, il suo sguardo era un misto tra divertimento e follia, accentuata dai suoi luminosi occhi viola.
I due fratelli, Draven e Darius avevano perso tutta la spavalderia di pochi minuti prima e adesso guardavano Lux con paura.
"Non fate più i gradassi?".
Appena pronunciò le sue parole una cascata di melma oscura gli travolse, stringendosi a loro, come il caldo abbraccio di una madre, stritolandoli pian piano.
"Morire è troppo facile, un proiettile oscuro e Puff, non provi alcun dolore. Vi sembrerà strano, ma io Noxus la conosco bene, tutti ratti inetti che si nascondono dietro la fama di re sanguinari e generali degni del loro titolo".
I due si guardarono, come per cercare un modo di svincolarsi da questa situazione, ma più si muovevano, più quel liquido stringeva forte la loro carne, rompendo le ossa senza pietà.
"Andate dal vostro Re, ditegli che la regina della Rosa Nera è viva e la dolce vendetta è vicina".
Li lasciò andare, facendo scomparire con uno sciocco di dita tutto ciò che era apparso poco prima.
"R-rosa nera?".
Chiese Draven, cadendo al suolo e divincolandosi per il dolore atroce.
"Si, ora, se non vi dispiace, ho la regina di Demacia da guidare".

La maga della luce, o qualsiasi cosa fosse stata prima, sparì.
I due erano già corsi via, come cani con la coda tra le gambe, spaventati da quel potere che non riuscivano a comprendere.
Lei non li seguì, anzi, si riunì a Quinn e Ezreal, che l'aspettavano poco lontano.
"Tutto bene, Lux?".
Chiese l'esploratore, preoccupato per il visibile aspetto turbato della regina.
"C'è qualcosa in questa corona, qualcosa che non dovrebbe esistere, di oscuro e di infinitamente potente". 


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