13.0 - Note inebriate

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Quella sera fu un turbinio di emozioni travolgenti, i due giovani danzavano come fiammelle nella notte, come se non ci fosse altro che loro in quel posto.
Non furono rumorosi, ma non per questo non si lasciarono andare ad un piacere da troppo tempo soppresso a causa di un obbligo che lei non aveva scelto, ma a cui era stata costretta a tener conto.
Dalle finestre solo una luce abbagliante era visibile, che tendeva al violetto.
La sua tiara reagiva a tutto quello?
Si, anche in maniera inaspettata.
Si era trasformata in qualcosa di bellissimo, con delle ali trasparenti, simili a quelle delle fate, mentre nei suoi occhi ardeva ancora un intero incendio, che lasciava i suoi capelli di seta libera sulla coperta bianca come la neve che scendeva quella notte, lei era davvero bellissima.
Nessuno li disturbò, dopo tutto quello che era accaduto si meritavano un po' di tempo insieme.
E così fu.
Un'intera notte da soli, lontani dalla preoccupazioni, dove i loro corpi si fusero in uno solo.
Per loro il tempo aveva rallentato il suo flusso, lo spazio gli aveva accolti tra le sue braccia, proteggendoli da tutti i pericoli in agguato.
Tutto per una sola notte.

Il mattino seguente la prima a svegliarsi fu la maga della luce, con i capelli viola scompigliati, in qualcosa che fu difficile identificare persino da Vayne, che la guardava perplessa, trattenendo ogni tipo di risatina.
"Lady Lux...non per mancarle di rispetto... ma, posso sapere cos'è accaduto ai vostri capelli la scorsa notte?".
Chiese la cacciatrice di demoni, tenendosi una mano sulle labbra, cercando di non dare a vedere la sua espressione divertita.
"Cosa intendi?".
"Oh...è difficile da spiegare...".
In quel momento entrò Quinn, con una strana espressione in volto, pareva quasi preoccupata.
"Lux!".
Esclamò, correndo verso di lei.
"Dobbiamo assolutamente tornare a Piltover, ci sono stati degli assassinii in questi giorni, probabilmente le spie di cui ti avevo parlato prima di attraversare il valico".
Lux trasalì, già la sua popolazione era ridotta a poco più di mille abitanti, adesso anche le spie finivano il lavoro del fratello.
"Jayce non'ha fatto nulla?".
"Al contrario mia signora, ha preso una spia e ora la sta interrogando per capire cosa davvero il nemico voglia da voi".
La maga della luce sospirò e abbassò lo sguardo.
"Appena Ezreal sarà pronto chiederemo alla Regina Ashe di scortarci fuori questa terra gelata e arriveremo alla città del progresso in poche ore, tenetevi pronte a partire".
Ordinò lei, con tono triste, mentre salì li scalini della torre, a due a due, per avvertire il suo amato.

Intanto le due Demaciane presero a parlare, la prima sosteneva che la minaccia di perdere l'intera popolazione fosse imminente, l'altra si crucciava più sulle scarse difese di controllo della città.
Ma alla fine entrambe sapevano che l'inventore che la stessa Lux aveva convinto era un uomo affidabile, abbastanza da preparare un intero sistema di difesa, creato da scudi di energia, per il campo profughi.
Una notizia che probabilmente Quinn aveva omesso, per far si che la regnante stesse al sicuro in quel posto.
Passarono tre ore e il gruppo venne scortato ufficialmente da una pattuglia reale, che li portò al confine del regno del Frejlord.
Si notò da subito un cambiamento radicale del paesaggio, era come se quei posti erano stati incantati da qualche tipo d'incantesimo e ci fosse solo neve, anche d'estate.
"Lux, dobbiamo per forza incontrare quel Don Giovanni di Jayce?".
Le chiese l'esploratore, guardandola negli occhi.
"Si Ez, dobbiamo almeno guardare in faccia il nostro nemico".
Gli ripose con tono serio, dandogli un bacio sulle labbra, cercando così di rassicurarlo.
Ci riuscì abbastanza da far arrossire il biondino, strappandogli un sorriso.
La maga della luce però sembrava agitata, era già passata da quel percorso, ma in quell'occasione qualunque cosa ci fosse nella tiara aveva preso completamente il controllo del suo corpo.
Ne aveva paura, ma come le aveva detto quel mago oscuro, l'essere dentro il gioiello l'avrebbe difesa ad ogni costo, era rilegata a fare ciò che il portatore le ordinava, ma allora perché era riuscita a prendere il controllo del suo corpo?
"Lady Lux, siamo quasi arrivati alle porte di Piltover, il signor Jayce la starà sicuramente aspettando nel campo profughi".
Lei annuì, dirigendosi velocemente verso quel posto, seguita a ruota dall'esploratore.
Nella città si sentiva un leggero brusio, interrotto brevemente dalle macchine che passavano lungo le enormi strade.
L'inventore era lì, mentre comandava a dei manovali di spostare enormi lastre verdi, che parevano scudi.

"Oh, Lady Lux, stavamo proprio per finire lo scudo protettivo del campo!".
Esclamò lui, vedendo la regnante dirigersi verso di lui.
Con grande stupore la maga della luce guardò l'imponente struttura sopra di loro.
"Ma è fantastica!".
Esclamò, vedendo centinaia di pannelli come quello trasportato poco prima, ricoprire ogni lato del campo, quasi come un'enorme cupola.
"Abbiamo anche completato sette delle duecento case destinate al vostro popolo, avrete un vero e proprio quartiere!Abbiamo dato la priorità di costruzione allo scudo, visti i recenti attacchi che per mia sfortuna non sono riuscito a predire".
Rise lui, sorridendo ad entrambi.
"Non so' come ringraziarvi!".
"Basta vedere tutte quelle persone sorridenti, è il grazie più sincero che qualcuno potrebbe mai ricevere!".  

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