Scontare L'inferno Parte 1

76 8 1
                                    

Frannie pov
Durante il laboratorio di fisica sono assorta nei miei pensieri. In pratica, un peso morto. Fortuna che il mio partner, Carter, è un aspirante scienziato secchione e ossessivo, che di solito vuole fare tutto da solo. La situazione è grave.
Dopo il laboratorio, nonostante provi a trattenermi, mi accorgo che sto praticamente correndo al mio armadietto. Ma appena giro l'angolo sento una mano sulla spalla. Mi volto e vedo Ryan Keefe, anche detto Reefer. Si avvicina, anche troppo, e inizia a fissarmi. Poi le sue labbra si arricciano in un sorriso sghembo.
-Ehi, tu- dice, mentre col dorso della mano sposta dal volto i dreadlock castani che gli cadono sulle spalle.
Sguscio via cercando di rendere inoffensive le sue manovre d'assedio. - Ehi, Reef, come va? -
Si appoggia al muro - Ti rivogliamo con noi - dice, accennando col mento alla sua compagnia di amici, fermi vicino alla porta della mensa in fondo al corridoio.
-Non ne ho nessuna intenzione- mi giro e faccio per andarmene, ma lui mi precede e mi blocca con un braccio.
-Io ti rivoglio con me- sussurra. Mi prendo il tempo per respirare profondamente prima di guardarlo in faccia.
-Senti Ryan io... Non sei tu il problema, davvero-
Lui si accascia contro il muro con l'espressione di chi si sente poco bene. - Fantastico. Mi stai facendo il discorso del "non sei tu sono io". Proprio quello che ogni ragazzo spera di sentire -
-Mi dispiace, ma è così. Sono io, voglio dire... Non è colpa tua-
Lui cambia discorso - Davvero, Frannie. I ragazzi vogliono che torni. Non troviamo nessuno che sia anche lontanamente bravo come te-
-Tu sai cantare. Non hai bisogno di me-
-Vado bene come corista , ma a noi serve un cantante vero. Anzi una cantante. Sai com'è, anche l'occhio vuole la sua parte-
Alzo gli occhi al cielo - Mi dispiace. Dovresti mettere un annuncio e fare delle audizioni-
-Ci abbiamo già provato. È venuta Jenna Davis, che canta da soprano lirico, e Cassidy O'Connor, che funziona sul versante estetico ma... - fa una smorfia.
-Conosco io la persona giusta. È un amica di mia sorella, le do il tuo numero -
Faccio di nuovo per andarmene, ma la sua mano contro il muro mi tiene ferma li. Si avvicina, e mentre le sue labbra sfiorano il mio orecchio sento un aroma di muschio bianco. - Ma io voglio te. Mi manchi Frannie-
Il mio cuore palpita al ricordo di quanto mi piacevano quelle labbra sulle mie, ma butto tutto fuori sbuffando. Alzo le spalle, passo sotto il suo braccio e mi avvio a grandi passi verso il mio armadietto, che trovo letteralmente assediato da ragazze. Luc è al centro dell'attenzione, e la situazione mi ricorda quelle fiere di paese in cui si deve scegliere il pollo più grasso.
Improvvisamente sono furiosa. Immagino di gettarmi nella mischia, facendomi strada verso di lui a spintoni, interrompendo lo sbattere di ciglia e palpitare di cuori generale, e già che ci sono, strappando capelli a manate e cavando qualche occhio.
Devo davvero darmi una calmata. Faccio ricorso agli insegnamenti del judo per ritrovare la mia centralita', ignoro le groupie e mi faccio largo a spallate fino al mio armadietto, dove cambio rapidamente i libri. Faccio per tagliare la corda, quando sento sulla spalla una mano bruciante.
-Ehi. Chi hai adesso? - Quella voce avvolgente, dolce come una doccia di melassa, è dietro di me.
Mi giro verso Luc con un sorriso, mentre Angelique mi fa a fettine col suo sguardo tagliente.

Luc pov
Si gira, e io fiuto la sua rabbia, pepe nero, che sovrasta lo zenzero della lussuria delle altre. Mmm... È un buon inizio. Il primo passo. Frannie rivolge ad Angelique un sorrisetto compiaciuto e dice - Storia. Il signor.. -
-Sanghetti, aula 210?- la interrompo.
-Anche tu? -
-Si- Le lancio un occhiata di sfuggita, e lei abbassa lo sguardo al pavimento.
-Senti, vai a pranzo dopo?- mi chiede.
-Direi di si-
-Ti va di sederti con me e le mie amiche? - suona titubante.
-Per quanto sia una proposta allettante, ho un po' di cose da fare. Magari un altro giorno- La verità è che il cibo umano è ripugnante.
-Vabbè - dice con una scrollata di spalle.
Colgo un accenno di zenzero che mi fa vibrare, mentre un fulmine caldo mi attraversa crepitando. È lei. È la prescelta. Adesso ne sono certo.
Entriamo in classe e Frannie prende posto in un banco al centro della stanza. Mi dirigo verso il prof Sanghetti.
-Professor Sanghetti? -
Mi guarda - Si? -
Gli allungo il modulo. Lui alza gli occhi al cielo sbuffando, e come se fosse una fatica immane, si alza in tutto il suo splendore di fusto di mezza età.
-Immagino ti serva la mia firma-
-Così mi dicono-
Guarda il modulo e segna il numero di serie sul registro - Siediti dove vuoi Lucifer - dice porgendomi il libro, e agita le mani verso i banchi.
-Può chiamarmi Luc-
-Va bene Luc. Siediti dove ti pare-
Mi giro e raggiungo Frannie, per mettermi alla sua destra, mentre il professore incomincia l'appello.
-José Avilla. Jennifer Barton- le mani si alzano a turno - Zackary Butler, Lucifer Cain -
Frannie spalancata gli occhi e mi lancia un occhiata piena di sconcerto. La guardo con una smorfia divertita.
-Mary Francis Cavanaugh -
Quando Frannie alza la mano, la mia smorfia diventa un sorriso a trentadue denti. È troppo divertente.
Quando il professore finisce di fare l'appello, ci fa aprire il libro a pagina 380 e attacca con la caduta della Gerusalemme cristiana durante le crociate.
Mi limito a fissare Frannie, cioè Mary Francis, e ridacchio fra me e me.
Per la metà del tempo Mary Francis ricambia il mio sguardo. Poi si spegne la luce e un immagine della Gerusalemme antica appare sulla lavagna luminosa.
-Quali furono le cause della lotta per Gerusalemme? - chiede il professore. Si alzano alcune mano, e mentre ascolto le risposte ricordo come è andata davvero.

Il bacio maledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora