Capitolo 2

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Ero fuori, avvolta nel mio cappotto nero con la sciarpa di lana che mi proteggeva il collo dal freddo e sulla spalla destra mi pendeva la borsetta.
Le lezioni all' università erano terminate alle 14 ed io non avevo messo niente sotto i denti, mi ero accontentata di un goccio d' acqua solo che morivo di fame, decisi di andare a comprarmi un panino nella paninoteca dove andavo di solito.
La paninoteca si chiamava "La casa del pane", era un negozietto piccolo dentro il quale vi erano due tavolini rotondi con due sedie per tavolo, la vetrina dove vi era esposto ogni tipo di panino, il banco per prepararli e la cassa.
Entrai venendo investita da un profumo di salsa e vidi un ragazzo chinato sistemare qualcosa per terra. Aveva dei bellissimi capelli castani e ridacchiai silenziosamente al pensiero di affondare le dita in quei capelli maschili.
Osservai la vetrina, picchiettandomi l' indice sul labbro pensando alla scelta del panino. Uhm, tonno o prosciutto?
" La posso aiutare? " Quel ragazzo doveva essere emerso dal suo lavoro. E se lo invito ad un appuntamento? Ero troppo maliziosa e mi girai verso di lui per cogliere la palla al balzo.
Oh mio dio!
Mi sentii il cuore battere all' impazzata e il rossore causato per il freddo invernale mi colorò le guance e il collo. Mi scivolò la borsa dal braccio che produsse un forte "CIOCK" sul pavimento.
Lui mi sorrise ma notai che era imbarazzato quanto me.
" Mary. "
Annuii e mi sistemai una ciocca dietro l' orecchio. " Esatto, sono io. " Ero fredda, non volevo cascarci un' altra volta, anzi il mio cuore aveva ancora la ferita fresca, era meglio essere prudenti.
" Allora, che cosa fai adesso? Lavori? " Non smetteva di sorridermi, che faccia tosta e desiderai tirargli uno schiaffo.
" Prendo il panino al tonno. " Tagliai corto. " E comunque faccio l' università. "
Annuì. " Io mi sposo tra due giorni. " Stronzo! Girò il coltello nella piaga.
" Ah davvero? Infatti ci sono anch'io al tuo matrimonio! " Ok, ero stronza pure io se volevo tanto che lui sussultò quando gli risposi in quel modo.
" Bene e... perché? " Balbettava, di solito quando era nervoso lo faceva.
" Non te l' ha detto Nicole? Immagino di no, in ogni caso siamo amiche io e lei. " Risposi prendendo il portafoglio.
" Oh, ok. Noi però dobbiamo parlare e secondo me lo sai di cosa. " Mi fulminò con lo sguardo.
" Quanto ti devo? " Cambiai discorso, mi stavo diventando antipatica da sola a comportarmi così e sembrava che avessi il ciclo per quello sbalzo d'umore nei confronti di Jacopo. Non dimenticavo il passato.
Jacopo sbuffò e mi passò la borsina col panino dentro. Io gli allungai la moneta per pagarlo e gli sfiorai la mano. Tremai e notai che anche lui ebbe la mia stessa reazione.
" Ci vediamo al matrimonio. " Disse Jacopo e ritornò al suo lavoro.
Annuii e uscendo dal negozio mi misi a correre verso casa. Avevo le lacrime agli occhi sia per la felicità di averlo visto e sia per il dolore che provavo a sapere che sposava Nicole.
Avevo deciso di chiamare Nicole per declinare l' invito, fu una scelta improvvisata sul momento e senza pensarci per bene, perciò mi sembrava giusta.

Una scelta difficileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora