Jacopo mi portò in una stanza dalle pareti rosse, il lampadario di cristallo pendeva dal soffitto, una finestrella rotonda mostrava tutto il bosco, un divano di pelle blu, un tavolino di legno davanti al divano, uno stereo acceso con canzoni in inglese, termosifone per scaldare la stanza e il magnifico dipinto di Hayez "Il bacio".
Vidi Jacopo che girò la chiave nella toppa fino a chiuderla definitivamente e mi guardò serio.
Appoggiai il mio vassoio e presi il cupcake, dopo il primo morso vidi il cioccolato al suo interno (che buonooooo! Ok Mary calma, è solo cioccolato...).
Osservai Jacopo che aveva intrapreso una camminata avanti e indietro mentre tra il pollice e l' indice aveva ancora lo champagne.
" Ok, Jacopo. Perché mi hai portata qui e addirittura rinchiusa con te? " Tra un morso e l' altro del cupcake sentii il cioccolato attraversarmi la gola.
" Siamo qui per concludere il nostro discorso. "
" Dimmi, ti ascolto. " Mi facevo schifo nella mia strafottenza.
" Smettila di fare così, ormai mi sono accorto che stai mentendo a tutti e non sei felice come mostri di essere! Tira via la maschera, Mary, ti ho scoperto e non puoi fare niente. " Mi colpì al cuore con questo e rischiai di farmi andare di traverso il cupcake.
" Vaffanculo... " Tossicchiai. " Cupcake del caz... " Afferrai lo champagne e lo buttai giù per non soffocare.
Jacopo mi fece un cenno per vedere se stavo bene ed io annuii.
" Jacopo, io dovrei dire la stessa cosa di te. Nemmeno tu sei felice e non capisco perché. "
" Allora lo ammetti. Bene, siamo in due a non essere felici. "
" Perché?! Hai sposato Nicole e non sei felice! "Sbottai e iniziai a singhiozzare.
" Io sono innamorato di te, Mary! " Si portò le mani tra i capelli.
" Oh. " Appoggiai la carta del cupcake e il bicchiere vuoto sul vassoio e guardai fuori dalla finestrella rotonda. In lontananza riuscii a scorgere due cerbiatti; desiderai di essere un cerbiatto e correre via da quella situazione, via da Jacopo e dal nostro passato.
" Non mi scordo i nostri momenti insieme. " Si sedette sul divano.
Mi appoggiai al termosifone con gli occhi lucidi, avevo gettato la maschera rivelando la parte fragile di me.
" Mi ricordo tutto di noi: ci amavamo molto e provo ancora quel sentimento. " Continuò e si massaggiò le tempie.
" Io non capisco, se mi amavi perché mi hai fatto del male così? Non me lo meritavo! " Dissi piangendo lacrime amare e osservando lui.
"... When you' re gone the pieces of my heart are missing you... " Riconobbi la voce di Avril Lavigne nello stereo e descriveva alla perfezione come mi sentivo.
Jacopo si alzò dal divano e mi affiancò. " Mary, quella foto che hai visto è un fotomontaggio. "
" Ah sì? Come fai a mostrarmelo?! Avanti sputa il rospo! " Piangevo a dirotto.
" Ho visto tua madre un giorno da un fotografo ed aveva in mano una mia foto, l' ho spiata nascosto dietro un albero e dopo che è uscita aveva una busta in mano tanto che ha mezzo urlato "che bello separerò mia figlia da quel cretino di Jacopo! Ahahah!" " Detto ciò mi mostrò una foto di mia madre dal fotografo.
Mi venne da vomitare a sapere quella cosa, quindi era colpa di mia madre se ero triste.
" Ti credo e mia madre è una testa di cazzo, non la perdonerò mai. " Dissi e mi asciugai le guance.
" Mi sei mancata, Mary. "
" Jacopo, io invece... " Non riuscii a finire di parlare che mi baciò. Cercai di staccarmi invece ricambiai il bacio. Finimmo contro il termosifone, baciandoci a lungo indisturbati sotto le note di "Closer" dei The Chainsmoker feat Halsey.
Jacopo aveva le labbra che sapevano di champagne. Gli morsi il labbro e mi trascinò sul divano facendomi cadere di schiena sui cuscini.
Che stavamo facendo... Sentii cadere per terra la cravatta e la giacca nera. Scossi i piedi e le mie scarpe caddero con un "ciok" su quelle di Jacopo. Si tolse la camicia sorridendo poi mi diede un altro bacio.
Lo fissai a torso nudo e arrossii, gli sfuggì una risatina e gli tirai un cuscino in faccia. Mi tolsi il vestito e lui i pantaloni per ricominciare a baciarmi.
" Jacopo. " Ansimai tra un bacio e l' altro. " Sai che non possiamo. "
" Shh... Rilassati. "
Cominciò a nevicare e la canzone a coinvolgerci. Le sue labbra erano delicate sul mio corpo ed io strinsi le mie gambe intorno ai suoi fianchi.
Ricordavo molto bene la prima volta che avevamo fatto l' amore: i suoi baci, il modo in cui mi stringeva tra le sue braccia e quel desiderio capace di unire due corpi in uno.
Eravamo così presi quando una chiave da fuori riuscì ad aprire la porta ed io e Jacopo sussultammo e ci staccammo subito sotto gli occhi sconvolti di Nicole.

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Una scelta difficile
General FictionMary Bellagamba, una giovane studentessa universitaria di 23 anni e iscritta alla facoltà di letteratura inglese per il sogno di diventare insegnante, viene invitata al matrimonio della sua amica Nicole Georin. Mary, riceverà un colpo basso scoprend...