Martini

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- È troppo bello quel ragazzo – disse Lucia - attento sterza! – aggiunse immediatamente.

Mario alla guida era spericolato, uno di quelli che si infilano piano nel traffico con la smart, che sorpassano senza timore in una strada stretta.

- Lo so, ma non mettere ansia che già è tardi! – rispose Mario, evitando per un soffio un uomo in bicicletta.

Lucia si reggeva alla maniglia, stretta nel suo sedile. Gli occhi sgranati a guardare la strada.

- Prima o poi mi farai morire. Il semaforo è rosso, cavolo. Frena! –

Mario inchiodò ed entrambi furono spinti leggermente in avanti.

- Comunque è un bel ragazzo quel tipo –

- Lo so – rispose Mario, con gli occhi fissi sulla luce rossa che non dava segno di voler diventare verde.

- L'ho già visto da qualche parte – continuò Lucia, con aria pensierosa.

Mario si voltò a guardarla, le disse che lui era di Verona e che magari somigliava a qualcuno che conosceva.

- Vai che è scattato il verde però –

Partirono, riuscirono a passare prima che il semaforo diventasse di nuovo rosso, infiltrandosi tra la fila di macchine in coda e quelle parcheggiate. A volte si rimetteva in carreggiata, poi ne usciva di nuovo. Piccole fermate brusche e riprese rapide e ad ognuna di queste Lucia cercava disperatamente il freno nella postazione del passeggero.

- Non hai mai guidato così male! Vedi di arrivarci vivo al prossimo appuntamento, cavolo! –

Mario la guardò, alzò le sopracciglia con aria scocciata e non rispose.

- A proposito, quando vi rivedrete? – continuò lei.

- Non lo so. Oggi ci siamo scambiati il numero. Spero presto - rispose, guardano dritto la strada.

Continuarono dritto ancora un po', poi girarono a destra dove un vecchio cinema ormai in disuso faceva angolo. Alla fine della strada c'era un grande cancello blu e di lato una stradina stretta portava ad uno spiazzale piccolo, ma abbastanza capiente per qualche macchina. Mario si infilò abilmente tra le due fila di mura, andando piano perché la strada era stretto davvero.

"Il vantaggio di avere una smart."

Circondati da quattro palazzoni giallognoli c'era questo spazio grigio: non si vedeva dalla strada ed era conosciuto solo a pochi. Mario si fermò dove un tempo c'era una panchina e scesero.

- Che bello essere vivi! – sospirò Lucia. Poi si voltò verso Mario: - insomma oggi vi vedete? –

- Speriamo! Ma adesso muoviti che perdi la metro –

Lei guardò l'orologio, le 8:15. Corse via salutando, diventava sempre più piccola e la sua voce sempre più lontana. Diceva qualcosa come "in bocca al lupo", "contattalo", "è stupendo".

Appoggiato alla macchina, Mario si accese una sigaretta, rischiava di far tardi anche lui ma non era importante. Prese il telefono e aprì Instagram. La foto c'era. Cliccò due volte e vide il piccolo cuoricino farsi rosso.

"Dio, quanto mi piace!"

Studiò un po' le foto del suo profilo, ce n'erano tante con gli amici, altre al bar, molte in vacanza. Guardò più e più volte le ultime pubblicate, per scrutare se gli fosse sfuggito qualcosa. Le ingrandì, controllò ogni riflesso e infine sospirò: nessuna foto con Francesco.

- Hai fatto tardi stamattina –

Camilla era già lì, con un borsone a tracolla, ad aspettarlo davanti la serranda ancora chiuse di Tally. Mario cercava la chiave giusta nel mazzo pieno di chiavi tutte uguali, le passava una alla volta e le sentiva tintinnare quando ricadevano all'indietro. Sorrise alle parole di Camilla poi aprì lo sportello dell'antifurto.

LOVEisLOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora