Il lusso della verità

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- Carino 'sto posto –

Il sole stava tramontando lasciando dietro di sé raggi arancioni che coloravano le colonne bianche del porticato esterno. La porta automatica di vetro opaco si aprì mostrando gli interni bianchi e minimali. La reception in nero lucido spiccava come illuminata, così come i divani in pelle nera, le cornici nere, e le scale di marmo bianco venato di nero.

- Altro che carino. È proprio bello! – affermò Mario.

Claudio lo guardò con aria sorridente, felice di averlo sorpreso. si sentiva quasi appagato, forse per un'idea inconscia di doverlo circondare di cose belle.

- Non c'eri mai stato? – chiese.

- Eh no, è troppo di lusso per le mie finanze – rispose, alternando le parole a piccole risate.

- Fuori c'è anche una piscina bellissima. Magari domani ci facciamo un bagno –

Mario annuì, continuandosi a guardare intorno. Fissava i lampadari di cristallo che non emanavano luce, evidentemente messi lì solo per far scena. Fissava i quadri alle pareti, erano per lo più ritratti, riconobbe qualcuno. Erano tutti personaggi noti per lo più.

Si incamminarono sull'ampia scalinata, Claudio davanti e Mario dietro di lui, libero di ammiragli le gambe e i glutei sodi. Si guardava poi intorno e si sentiva nel lusso. Pensò che Claudio doveva guadagnare bene con il bar, poi si chiese anche quanta palestra facesse per avere delle gambe così belle.

Le scale non portavano alle stanze, ma ad un corridoio che si apriva sulla sala ristorante.

- Mangiamo qui dopo – disse Claudio indicando l'immenso arco di marmo nero che dava ingresso alla sala.

– Sia a destra che a sinistra ci sono gli ascensori - continuò – noi andiamo di qua, a sinistra –

L'ascensore era lussuoso come il resto. Coppie di specchi affiancati in lungo rivestivano le pareti.

- Wow –

- Aspetta di vedere il panorama della stanza! – disse Claudio.

Schiacciò il pulsante e le porte si chiusero, rivelando un'altra coppia di specchi. Ne approfittò per sistemarsi il ciuffo, mentre da dietro Mario sorrideva.

- Che c'è? – chiese, bloccandosi con la mano tra i capelli.

Mario tacque qualche secondo.

- Niente – disse poi.

- Dai dici –

- Davvero niente... è solo che... -

- È solo che...? –

- Sei bellissimo –

Claudio si voltò e ricambiò il suo sorriso. Gli si avvicinò e lo strinse forte. Lo baciò ad occhi chiusi per un tempo che voleva essere infinito. Più le loro labbra si cercavano, più si stringevano forte. Un suono dolce annunciò l'arrivo al piano. Si allontanarono con calma. Mario si voltò verso la parete specchiata da cui erano entrati. Claudio lo guardò e rise.

- Che ridi? –

- Niente, niente – rispose voltandosi anch'egli, senza smettere di sogghignare. La parete di specchi alle loro spalle si aprì. Mario sgranò gli occhi e Claudio scoppiò a ridere.

- Adesso hai capito perché ridevo? –

Lo guardò, ma il volto di Mario da sorpreso era diventato serio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2017 ⏰

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