Parte senza titolo 6

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 «Eppure... perdonami... dove sono adesso? Non livedo». «Hanno incontrato alcuni della sua guardia. Stanno combattendo di sotto.Non ci metteranno molto... Io sono venuto avanti. Io... ho un compito dasvolgere». «Be', allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo» disse il Preside con dolcezza. Davanti a lui Draco Malfoy guardava Albus Silente che, cosa incredibile, sorrise. «Draco, Draco, tu non sei un assassino». «Come fa a saperlo?» reagì Malfoy. Parve accorgersi di quanto sembrassero infantili le sueparole; lo vidi arrossire alla luce verdognola del Marchio. «Lei non sa di che cosa sono capace» insistette Malfoy con più forza,quasi volesse darsi coraggio pensai. «Lei non sa che cosa ho fatto!» «E invece sì» rispose Silente in tono mite. «Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l'anno che, concrescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi... così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso...» «Ma certo!» ribatté Malfoy con veemenza. «È tutto l'anno che ci lavoro, e stanotte...» Da qualche parte, nelle profondità del castello, udimmo un urlo soffocato. Malfoy s'irrigidì e si guardò alle spalle.«Qualcuno sta proprio dando battaglia» commentò Silente affabile. «Ma stavi dicendo... sì, sei riuscito a far entrare i Mangiamorte nella mia scuola, cosa che, lo devo ammettere, ritenevo impossibile... Come hai fatto?» Malfoy però non rispose: stava ancora cercando di ascoltare ciò che accadeva di sotto esembrava paralizzato. «Forse ti conviene continuare la tua missione da solo»suggerì Silente. «E se i tuoi rinforzi sono stati fermati dalla mia guardia?Come avrai capito, stanotte ci sono anche membri dell'Ordine della Fenice. E del resto non hai veramente bisogno di aiuto... Non ho la bacchetta, almomento... Non posso difendermi». Malfoy non si mosse né parlò. «Capisco»continuò Silente con gentilezza. «Hai paura di agire finché loro non sono con te». «Io non ho paura!» ringhiò Malfoy, ma non fece nulla per colpire Silente.«Dovrebbe averne lei!» «Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti... Quindi dimmi,mentre aspettiamo i tuoi amici... come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto molto tempo, a trovare un modo». Malfoy sembrava lottare contro il bisogno di urlare o di vomitare. Deglutì e respirò a fondo, scrutando torvo Silente, puntandogli la bacchetta sul cuore. Poi, come se non potesse evitarlo,rispose: «Ho dovuto aggiustare quell'Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague l'anno scorso». «Aaaah». Il sospiro di Silente fu quasi un gemito. Chiuse gli occhi per un momento. «Molto astuto... ce n'è una coppia, suppongo». «L'altro si trova da Magie Sinister»continuò Malfoy, «formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio,come se l'Armadio viaggiasse dall'una all'altro. Alla fine è riuscito aMaterializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l'esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia,ma io sono stato l'unico a capire cosa significasse... nemmeno Sinister lo sapeva... l'unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli armadi, se avessi aggiustato quello rotto». «Molto bene» mormorò Silente. «Così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti... Un piano astuto, un piano molto astuto... E, come hai detto tu stesso, proprio sotto il mio naso...» «Esatto!» affermò Malfoy, che,bizzarramente, parve trarre coraggio e conforto dalla lode del Preside.«Proprio così!» «Ma ci sono stati momenti» continuò Silente, «in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare l'armadio, vero? E sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate... avvelenare un idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto da me...» «Sì, be', ma lei comunque non ha capito chi c'era dietro, no?»lo schernì Malfoy, mentre Silente scivolava un po' più giù lungo il muro, le gambe sempre più deboli. Lo fissavo ma cosa potevo fare dovevo attenermi al piano.«A dire il vero sì» lo contraddisse Silente. «Ero sicuro che fossi tu».«Perché non mi ha fermato, allora?» chiese Malfoy. «Ho provato, Draco. Il professor Piton ti tiene d'occhio per mio ordine...» «Non esegue i suoi ordini,ha promesso a mia madre...» «Naturalmente è quello che ha detto a te, Draco,ma...» «Fa il doppio gioco, stupido vecchio, non lavora per lei!» «Dobbiamo rassegnarci a dissentire su questo punto, Draco. Si dà il caso che io mi fidi del professor Piton...» «Be', allora sta perdendo colpi!» sogghignò Malfoy.«Piton mi ha offerto aiuto... perché vuole tutta la gloria per sé... perché vuole partecipare... .'Che cosa stai combinando? Sei stato tu con la collana, è stato stupido, avrebbe potuto far saltare tutto quanto...' Ma io non gli ho detto cosa facevo nella Stanza delle Necessità: domani si sveglierà e sarà tutto finito e non sarà più il prediletto del Signore Oscuro, non sarà nulla inconfronto a me, nulla!» «Una vera gratificazione» replicò Silente con calma. «A tutti noi piace essere elogiati per il nostro duro lavoro... Ma tu devi aver avuto comunque un complice... qualcuno a Hogsmeade, qualcuno che ha consegnato a Katie la... la... aaaah...» Silente chiuse di nuovo gli occhi e chinò il capo, come se stesse per addormentarsi. «... ma è ovvio... Rosmerta. Da quanto tempo si trova sotto la Maledizione Imperius?» «C'è arrivato finalmente, eh?»lo derise Malfoy. Di sotto si levò un altro urlo, più intenso. Malfoy si guardò di nuovo nervosamente alle spalle, poi tornò a fissare Silente, che riprese: «E così la povera Rosmerta è stata costretta ad appostarsi nel suo stesso bagno per passare quella collana alla prima studentessa di Hogwarts che fosse entrata da sola? E l'idromele avvelenato... Be', naturalmente Rosmerta è riuscita ad avvelenarlo prima di mandare la bottiglia a Lumacorno, convinta che dovesse essere il mio regalo di Natale... Sì, perfetto... perfetto... il povero signor Gazza non ha pensato di dover controllare una bottiglia di Rosmerta... Dimmi,come facevi a comunicare con lei? Credevo che avessimo sotto controllo tutti i canali da e per la scuola». «Monete stregate» rivelò Malfoy, come se non potesse smettere di parlare; la sua bacchetta tremava violentemente. «Io ne avevo una e lei l'altra, e potevo mandarle dei messaggi...» «Non è il sistema usato l'anno scorso dal gruppo che si faceva chiamare Esercito di Silente?»chiese il Preside. La sua voce era leggera e amabile ma lui scivolò un po' più in basso lungo il muro.«Sì, ho preso l'idea da loro» rispose Malfoy con un sorriso perverso. «Ho preso anche l'idea di avvelenare l'idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l'ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni...» «Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me» lo interruppe Silente. Malfoy fece una risata rauca. «Le importa che io dica 'sporca Mezzosangue' quando sto per ucciderla?» «Sì» rispose Silente. «Ma quanto a uccidermi, Draco, stai lasciando passare molti lunghi minuti. Siamo soli. Sono indifeso oltre le tue più rosee previsioni, e non hai ancora agito...» La bocca di Malfoy si contorse involontariamente, come se avesse assaggiato qualcosa di molto amaro. «Ora, per tornare a stanotte» continuò Silente, «non capisco bene com'è andata... Sapevi che avevo lasciato la scuola? Ma certo» si rispose da solo, «Rosmerta mi havisto andar via e ti ha informato con le tue ingegnose monete...» «Infatti»soggiunse Malfoy. «Però pensava che stesse solo andando a bere qualcosa, che sarebbe tornato...» «Be', ho bevuto qualcosa... e sono tornato... in un certosenso» borbottò Silente. «Così hai deciso di tendermi una trappola?» «Abbiamo deciso di mettere il Marchio Nero sopra la Torre e di costringerla a tornare subito per scoprire chi era stato ucciso» ribatté Malfoy. «E ha funzionato!»«Be'... sì e no...» replicò Silente. «Ma devo dunque dedurre che non è stato assassinato nessuno?» «Qualcuno è morto» rispose Malfoy, e la sua voce salì diun'ottava. «Uno dei suoi... non so chi, era buio... Ho scavalcato il corpo...Dovevo aspettare quassù il suo ritorno, solo che la sua fenice si è intromessa...» «Sì, hanno questa abitudine». Si udì un'esplosione, poi urla,più alte che mai; sembrava che la battaglia infuriasse sulla scala a chiocciola. Qualcuno era morto... Malfoy ne aveva scavalcato il corpo... ma chi? Minerva aveva il cuore in gola doveva essere li, a combattere con loro. «Resta poco tempo, a ogni modo» riprese Silente. «Quindi consideriamo le tue alternative, Draco». «Le mie alternative!» gridò Malfoy. «Sono qui con una bacchetta... sto per ucciderla...» «Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci ingiro. Se fossi in grado di uccidermi, l'avresti fatto subito dopo avermi disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata». «Io non ho alternative!» esclamò Malfoy, all'improvviso bianco come Silente. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!» «Mi rendo conto della gravità della tua posizione» convenne Silente. «Perché credi che non ti abbia affrontato prima d'ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te». Malfoy sussultò sentendo pronunciare quel nome. «Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la legilimanzia contro di te» continuò Silente. «Ma ora possiamo parlare chiaro... non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute... Io posso aiutarti, Draco...» «Non può, invece» ribatté Malfoy.Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente. «Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta». «Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E,cosa più importante, manderò dei membri dell'Ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban... Quando verrà il momento potremo proteggere anche lui... Passa dalla parte giusta, Draco...tu non sei un assassino...» Malfoy fissò il Preside, sbalordito. «Ma sono arrivato fino a qui, no?» disse lentamente. «Credevano che sarei morto, einvece sono qui... e lei è in mio potere... Ho la bacchetta in pugno... Lei è qui, a chiedermi pietà...» «No, Draco» ribatté Silente, tranquillo. «È la mia pietà, non la tua, che conta adesso». Malfoy non parlò. Aveva la bocca aperta e la mano con la bacchetta tremava ancora. Ma all'improvviso dei passi rimbombarono per le scale e un attimo dopo Malfoy fu spinto da parte. Quattro persone vestite di nero si precipitarono fuori, sui bastioni. Un uomo goffo con uno strano sguardo sbilenco scoppiò in una risatina affannosa.«Silente in trappola!» esclamò.Si rivolse a una donna bassa e tozza dal sorriso avido che avrebbe potuto essere sua sorella. «Silente disarmato, Silente solo! Ben fatto, Draco, ben fatto!»«Buonasera,Amycus» lo salutò Silente, come se gli stesse dando il benvenuto a una festa.«E hai portato anche Alecto... incantevole...»Anche la donna ridacchiò,rabbiosa.«Credi che le tue battutine ti aiuteranno sul letto di morte?» lo dileggiò. «Battutine? No, no, queste sono buone maniere» ribatté Silente. «Fallo»ringhiò un altro«Tu,Fenrir?» chiese Silente.«Proprio così» rispose l'altro con voce stridula.«Contento di vedermi, Silente?» «No, non posso dire di esserlo...» FenrirGreyback sorrise, scoprendo i denti appuntiti. 

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