Del sangue gli colò sul mento, e si leccò le labbra lentamente, in un gesto osceno.«Però sai quanto mi piaccionoi ragazzi, Silente».«Devo dedurre che adesso attacchi anche senza la luna piena? Questo è del tutto insolito... hai sviluppato un gusto per la carne umana che non può essere soddisfatto una volta al mese?» «Già» affermò Greyback. «Ti sconvolge, questo, Silente? Ti terrorizza?» «Be', non posso fingere che non mi disgusti. E sì, mi sconcerta un po' che il nostro Draco abbia portato proprio te nella scuola dove vivono i suoi amici...» «Non sonostato io» esalò Malfoy. Non guardò Greyback; sembrava che non volesse nemmeno sfiorarlo con lo sguardo. «Non sapevo che sarebbe venuto...» «Non mi perderei una gita a Hogwarts per nulla al mondo, Silente» latrò Greyback con la sua voce aspra. «Non quando ci sono gole da lacerare... buonissime...» Alzò un'unghia gialla e si ripulì i denti davanti, rivolgendo uno sguardo goloso a Silente.«Potrei averti come dessert, Silente...» «No» intervenne il quarto Mangiamorte in tono secco. Aveva una faccia greve e volgare. «Abbiamo ricevuto degli ordini. Deve farlo Draco. Ora, Draco, sbrigati».Malfoy era meno risoluto che mai. Fissò terrorizzato Silente, che era ancora più pallido e molto più basso del solito,poiché era scivolato di un bel tratto lungo la parete del bastione. «Non gli resta molto da vivere comunque, mi pare!» esclamò l'uomo strabico, tra le risatine affannose della sorella. «Guardatelo... che cosa ti è successo,Silly?» «Oh, meno resistenza, riflessi più lenti, Amycus» rispose Silente. «La vecchiaia, insomma... Un giorno forse succederà anche a te... se sarai fortunato...»«Che vuol dire, eh, che vuol dire?» urlò il Mangiamorte, a un tratto violento. «Sempre lo stesso, eh, Silly, parli parli e non fai niente,niente, non so nemmeno perché il Signore Oscuro si prende la briga di ucciderti!Avanti, Draco, fallo!» Ma in quel momento dal basso salirono nuovi scalpiccii e una voce gridò: «Hanno bloccato le scale... Reducto! REDUCTO!» «Ora, Draco, presto!» ripeté rabbioso l'uomo dalla faccia volgare. Ma la mano di Malfoy tremava tanto che riuscì a stento a prendere la mira.«Lo farò io» ringhiò Greyback, e avanzò verso Silente con la mano tesa e i denti scoperti.«Ho detto no!» gridò l'uomo; ci fu un lampo di luce e il lupo mannaro fu scaraventato lontano; urtò contro i bastioni e barcollò, furente. Il cuore, mi stava impazzendo. Tutta quella attesa mi stava uccidendo ma dove era Piton ... lui, lui lo avrebbe ucciso. Il ragazzo, non lo avrebbe mai fatto. «Draco, fallo o spostati. Uno di noi...» strillò la donna, ma in quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta e apparve Piton, la bacchetta in pugno. Guardò la scena, da Silente accasciato contro il muro ai quattro Mangiamorte, a Malfoy. «Abbiamo un problema, Piton» disse il goffo Amycus, senza distogliere da Silente lo sguardo e la bacchetta. «Il ragazzo non sembra in grado...» Ma qualcun altro aveva pronunciato il nome di Piton, con dolcezza.«Severus...». Ecco, lui ... lui lo stava pregando di fare in fretta. Potter avrebbe odiato per sempre quell'uomo fino a quando non avrebbe scoperto la verità, ero più tesa di prima. Non potevo sbagliare e nessuno doveva accorgersi di me, nessuno. Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito. Piton scrutò per un attimo Silente, come quasi ad avere una conferma di ciò che stava per fare o a capire del perché era ridotto in quello stato. Incisi nei suoi duri lineamenti c'erano disgusto e odio. «Severus... ti prego...» Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente. «Avada Kedavra!» alzi la bacchetta e tutto accadde in un momento, luce verde schizzò dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente in pieno petto. Scagliandolo in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadere lentamente all'indietro, oltre le merlature, come un'enorme bambola di pezza, e scomparve. Senza il minimo rumore ritornai un gatto, salii sulla merlatura e superai i mangiamorte. Corsi e quando fui il più lontano da li combattei con tutte le mie forze facendomi largo per arrivare al mio alloggio. Avevo paura, e se non avesse funzionato? Se lui era morto davvero? Aprii la porta del mio ufficio e mi diressi alla mia camera, lui era lì insieme a alla sua bambola perfetta, respirava. Gli curai la mano,lo legai e gli diedi un sonnifero. Feci volare la bombola ai piedi della torre e fuggi di nuovo.
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Un amore che viaggia negli anni
RandomQuella cotta mai andata via, quell'amore intrecciato in una'amicizia coltivata in anni. Il coraggio di due grifondoro, sparito nella paura di perdere la persona più importate. L'amore che riesce a superare tutto anche i silenzi e il cambiare del pro...