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Care lettrici, mi dispiace se vi ho fatto aspettare per la fine di questo racconto. Mi sono ritrovata in un momento di attesa, ma alla fine, anche se breve ho capito che questo era il mio finale. Lo so che è molto breve ma la mia anima e il mio cuore, mi hanno sugerito di non continuare. Quando ho finito di srivere ho pianto.Spero che vi piaccia e vi ringrazio con tutto il mio cuore per aver letto questa storia.
Dopo quella notte, le mie lotte si triplicarono. Da una parte avevo Severus che, ormai divenuto preside, eseguiva come al suo solito due ordini e dall'altra, avevo Albus che ormai avevo rinchiuso nei miei alloggi. Tutto ciò che Albus aveva per guardare fuori erano i suoi finti quadri, dai quali prendeva informazioni ed elaborava strategie. Non ci parlammo per mesi, anzi per tutto l'anno scolastico. Io orami, dormivo nel mio ufficio e la notte piangevo.
La notte, la sentivo piangere e il mio vecchio cuore si univa al suo. Ero crudele, ormai non le parlavo più. Ogni notte che dormivo nel suo letto, sentivo il suo profumo, il suo cuore battere contro il mio e sussurandomi AMAMI.
Quel che successe era già scritto, ci fu la guerra e con essa ci furono i morti. Quando Potter vinse, io liberai Silente dai miei alloggi e dopo aver ricostruito la scuola, mi dimisi e me ne andai. Non so il perché, per due mesi viaggiai senza sosta, poi verso la fine di agosto mi ritrovai in un cimitero. Guardavo e riguardavo quei nomi, la sua storia mi rimbombava nelle orecchie, mezza famiglia Silente era seppellita lì. Anzi madre e figlia giacevano lì, il nome del padre era stato aggiunto in seguito.
Lei arrivò nel mio ufficio e si dimise. Non riuscii a fermarla e scomparve. Non cercai sostituti, io volevo lei. Le scrissi una, anzi più lettere, ma ben presto capii che lei non era a casa. La notte non riuscivo a dormire, di nuovo quella sensazione di vuoto, sapevo che l'avevo perduta per sempre. Era quasi la fine di agosto e con le mie poche speranze, feci qualcosa che in tanti anni della mia vita non avevo fatto. Lei era lì, stava appoggiando un mazzo di fiori sulla tomba della mia famiglia. «Minerva» il mio fu un sussurro ma lei si voltò verso di me. Lacrime scendevano sul suo viso poi si girò «Si-gnore ... passavo da qui ... e ... sono venuta a salutare chi non c'è più» accorciai le distanze e la abbracciai. Per la barba di Merlino quanto mi era mancata quella donna. Quell'unica donna che mi aveva lacerato il cuore «ti amo, Minerva cara, ti amo e non voglio che tu vada via. Ti amo e voglio, anzi, desidero stare con te in questi ultimi anni che mi restano da vivere». Mi sistemai meglio di fronte a lei e senza pensare a nulla le presi il volto e la baciai.
Fine
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Un amore che viaggia negli anni
RandomQuella cotta mai andata via, quell'amore intrecciato in una'amicizia coltivata in anni. Il coraggio di due grifondoro, sparito nella paura di perdere la persona più importate. L'amore che riesce a superare tutto anche i silenzi e il cambiare del pro...