Incontri

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Tra i fiori di magnolia e l'acqua cristallina della fontana centrale Ophélie si godeva la dolce brezza fredda di gennaio, dopo la notizia del dottore si era allontanata da sola per pensare e nessun posto era più adatto per lei della fontana dedicata a sua madre che si trovava nell'immenso giardino.
Era nascosta dietro di essa con le ginocchia sull'erba fredda di un colore verde brillante e giocava con il suo riflesso nelle acque calme, si guardava e canticchiava tirando piccoli sassolini che increspavano l'acqua e sbiadivano la sua immagine fino a deformarla fin quando non tornava  normale. Fu proprio mentre il riflesso era deformato che prendendo nuovamente la giusta forma si accorse che non era sola: accanto al suo viso perplesso vi era l'immagine di un giovane ragazzo.
Ophélie si voltò velocemente,

-Co-cosa fate qui monsieur?

La voce le tremava, era sconveniente che una ragazza stesse da sola con un giovane della sua stessa età, soprattutto mentre il fratello era in fin di vita!

- Non arrabbiatevi signorina, vi ho seguita,

Sul viso di lei comparve una smorfia di indignazione e alzandosi fece per andarsene,

-No, vi prego non private un povero sciocco della vostra soave compagnia!

Senza rendersene contro le aveva preso il polso tra le mani senza però premere con forza.
Lei lo guardò sbalordita senza dare segno di voler scappare, Javier la guardò dritta negli occhi rotondi dal colore chiaro e le gote della fanciulla si tinsero di un rosso scarlatto.

-I miei genitori mi staranno aspettando,

Disse imbarazzata,

-Le signore sono nelle stanze di vostra madre e gli uomini nella sala da biliardo, le vostre sorelle e fratelli sono a passeggiare con il resto degli ospiti, per favore signorina non costringetemi a subire le interminabili chiacchiere sui vestiti alla moda della regina o sull'ultima preda cacciata da monsieur Pierluì, o peggio ancora sull'ultima conquista di vostro fratello Marius!

Il tono di esasperazione con cui pronunciò queste parole fu tale da far spuntare sulle labbra carnose di Ophélie un largo sorriso.
La signorina capiva bene lo stato d'animo del suo compagno, anche lei del resto odiava ascoltare l'inutile chiacchiericcio delle dame della sua età, di vedere come le sue sorelle venivano corteggiate e quanto a loro piacesse civettare, di come i signorotti si vantavano tra di loro delle fanciulle di facili costumi che incontravano e dei passatempi vuoti quanto noiosi come il biliardo, il fumare sigari o la caccia.
Si sedette sul prato umido e guardò Javier, i boccioli biondi adornavano alla perfezione gli occhi verdi che sembravano più brillanti dell'erba fresca su cui erano seduti.

-Resterò per pochi minuti.

Il ragazzo ricambiò il sorriso e si mise a sedere di fronte a lei.
Un forte vento gli punse il viso e con prepotenza scompigliò i capelli corvini di Ophélie, lunghe ciocche scesero giù per le spalle fino i tondi seni messi in risalto dal vestito scollato.
Il giovane distolse lo sguardo da quella figura incantevole per poi concentrarsi su i vari fiori e si chinò per prendere un bellissimo narciso bianco, i petali ovali incorniciavano la piccola corona centrale e lo stelo verde scuro spiccava in contrasto con il bianco cangiante del fiore, lasciò la mano delicata, dalle dita affusolate e il palmo liscio a mezz'aria.
Ophélie lo osservò curiosa non capendo quel gesto,

-Il narciso signorina è un fiore troppo vanesio poco adatto a voi per la mia modesta opinione.

La giovane abbassò lo sguardo e cercando di farsi coraggio e assumendo un aria decisa rialzò il capo e lo guardò negli occhi, come spesso aveva visto fare alle sue sorelle, poi domandò:

-E quale fiore, secondo la vostra modesta opinione è adatto alla mia persona, monsieur?

Il ragazzo capendo il gesto della fanciulla assunse una finta aria spavalda, portando in fuori il petto e mettendosi eretto rispose:

Rinascere Dalla SconfittaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora