"Izzy! Devo allenarmi! Vuoi ridarmi i miei coltelli da lancio!?" Urlò Ether davanti alla porta della parabatai, che finalmente arrivò, aprendo appena la porta. Aveva i capelli spettinati e...
"Perché sei in biancheria?" Esclamò la bionda, sconcertata.
"Non ho niente da mettere..." replicò l'altra, stranamente in imbarazzo.
"Ma per favore...sei piena di vestiti!" Fu la risposta della ragazza che già stava entrando nella stanza a passi sicuro e spalancando l'armadio.
"Vedi? Camicie, gonne, ciao Simon, vestiti..."
Isabelle diventò rossa dall'imbarazzo, come avrebbe fatto anche Simon, se fosse stato ancora umano.
"...Simon?"
Il vampiro uscì dall'armadio, raccolse i propri vestiti e sgusciò nel bagno di fianco alla stanza.
Appena se ne andò, Ether iniziò a sclerare come una fangirl (cosa che era) che vede realizzarsi la propria OTP (cosa praticamente mai successa).
"Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo!"
Abbracciò l'amica, mentre questa replicava: "Non è nulla di serio, avevo voglia di distrarmi...comunque non capiterà mai più!"
"Ceeerto...ci credo proprio!"
"Fa come vuoi...comunque deduco che con Alec sia andata bene, visto che avete passato il pomeriggio in giro. Senza invitarmi, sottolineerei!"
Disse Izzy contrariata, sviando il discorso e sciogliendo l'abbraccio.
"Sì, è andata benissimo. Direi che siamo diventati amici...e scusa se non ti ho fatta venire, ma tuo fratello aveva proprio bisogno di distrarsi."
"Mm...di distrarsi eh..?"
Immediatamente Ether diventò paonazza, capendo benissimo dal viso dell'altra cosa le passasse per la testa.
"No no no! Non è assolutamente quello che stai pensando! Siamo solo andati in giro per Alicante. Fortunatamente, per Alec, distrarsi non coincide col fare sesso, quello vale solo per te. E poi è gay!"
"Ok...se lo dici tu..." commentò Izzy, divertita.Dopo aver terminato di chiacchierare con la parabatai ed essersi messa la tenuta, finalmente Ether potè andare ad allenarsi.
Si erano fatte già le cinque e venti, ma lei non poteva assolutamente saltare il suo allenamento quotidiano. Purtroppo non aveva a disposizione una palestra, come all'Istituto, quindi si sarebbe accontentata del bosco.
Per risparmiare tempo se la fece di corsa fino ad una piccola radura, piuttosto all'interno.
Iniziò con alcuni esercizi fisici: addominali, flessioni...poi passò al lancio dei coltelli. La parte che preferiva.
All'inizio scelse come bersaglio degli alberi vicini, ma poi mirò via via più lontano. I lanci erano sempre veloci e precisi e le armi si conficcavano senza fatica nel legno.
Finito i coltelli, li andò a riprendere, per ricominciare. Dopo appena due lanci, però sentì qualcuno avvicinarsi. Il rumore veniva dalla sua destra, quindi dalla parte più fitta del bosco.
Ci mise solo un secondo a girarsi, individuare la figura e lanciare. Fu precisissima, il coltello passò a un nulla dal viso dello sconosciuto. Ma non andò a piantarsi nell'albero dietro di lui come Ether aveva previsto. Infatti il giovane, palesemente uno shadowhunter, afferrò il manico dell'arma mentre questa gli passava sopra la spalla a massima velocità.
La ragazza faticò a non mostrare il suo stupore, per due principali ragioni:
1. Nessuno riusciva a prendere al volo un coltello senza ferirsi, soprattutto se a lanciare era lei.
2. A quel punto poteva vedere il ragazzo chiaramente ed era bellissimo. Il più bel ragazzo che avesse mai visto.
Ciò che attirò maggiormente la sua attenzione furono gli occhi, due pozzi neri e cupi, spaventosi. In secondo luogo le labbra, erano perfette, così tanto che le venne voglia di baciarlo all'istante. Ma certo non avrebbero avuto questo effetto su un'altro...tutto di lui lo rendeva irresistibile: i capelli tanto chiari da sembrare bianchi, la carnagione, anch'essa chiarissima, i lineamenti duri, i muscoli evidenti anche sotto la maglia nera e l'altezza esagerata.
Le fece venire in mente una frase che aveva sentito da alcuni mondani: "Sii come la neve, fredda ma spettacolare"
Sì, lui era esattamente così...spettacolare, perfetto, ma freddo.
Ad un tratto il ragazzo fece scattare il braccio e il coltello partì. Velocissimo.
Il tempo sembrò dilatarsi ed Ether si rese conto che non sarebbe riuscita a schivarlo. E in quel momento il pensiero che le attraversò la mente fu "Morirò...e morirò vergine!"
Subito dopo però realizzò un fatto basilare: lei sarebbe morta comunque vergine, dato che era nata il 4 settembre.
"Stupidi segni zodiacali!"
Scoppiò a ridere, mentre il coltello le sfiorava la guancia e si piantava in un albero.
"Cos'hai da ridere, ragazzina? Avrei potuto ucciderti." Commentò lui con tono indifferente. Nei suoi occhi però c'era un barlume di disprezzo che le fece gelare il sangue. Ovviamente questo non le impedì di rispondere con disinvoltura:"Be' non mi pare che tu l'abbia fatto...ragazzino"
Marcò l'ultima parola. Odiava essere chiamata ragazzina, soprattutto se chi lo faceva era più giovane di lei; e lui lo era di sicuro...non l'aveva mai visto ad una riunione del Conclave.
"Se avessi voluto farlo, saresti già morta. Io non sbaglio un colpo."
Questa frase fu sussurrata minacciosamente all'orecchio di Ether dal ragazzo, che durante la breve conversazione si era spostato ed ora le stava tanto vicino da sfiorarle i capelli col viso. Sentiva il suo profumo: sapeva di bosco, di vento e...di sangue. Era l'odore più strano, piacevole ed inquietante che avesse mai sentito.
"Lo so benissimo. Se sei in grado di afferrare al volo un coltello lanciato da me allora sei un guerriero praticamente perfetto. Più che altro mi chiedo perché tu ti senta in dovere di sottolinearlo...ti dà fastidio essere chiamato ragazzino?" Il tono strafottente fece arrabbiare il ragazzo, e anche molto, ma lei riuscì a notarlo solo grazie a un microscopico fremito dell'occhio. Ne fu davvero soddisfatta.
"No. Però tu dall'alto di quale età mi puoi definire tale?"
"Ho vent'anni, ragazzino"
Ether sorrise trionfante, vedendo che lui non replicava.
Dopo un breve silenzio il ragazzo disse: "Sbaglio o non ci siamo neppure presentati? Perdonami per la mia scortesia...mi chiamo Jonathan."
Aveva assunto un'espressione allegra e gentile e una postura più disinvolta. Nonostante questo i suoi occhi erano ancora di ghiaccio, velati dal disprezzo, e aveva la mano distrattamente appoggiata sull'elsa dello spadone che portava alla cintura.
"A cosa devo questo improvviso cambio d'umore? Comunque io mi chiamo Ether Lightwood. Non mi pare di aver sentito il tuo cognome..."
"Non l'ho detto, infatti."
Lei alzò gli occhi al cielo in modo teatrale. In realtà si aspettava una risposta del genere, aveva una strana sensazione riguardo a quel tizio.
"Ovviamente non l'hai detto! Gradirei che lo facessi..."
"No"
La risposta fu secca, per un attimo sembrò volesse chiudere lì il discorso, poi aggiunse: "Ho avuto qualche divergenza con la mia famiglia...è per questo che sto nella tenuta di campagna di un mio amico...solo che vorrei sapere come sta andando in città con questa storia di Valentine...non è che potresti aggiornarmi?"
Ecco cosa voleva! Per questo era diventato gentile quando lei gli aveva detto l'età!
Ovviamente non si beveva la storia dei problemi familiari. Lui era un bravo attore ma lei era molto più intraprendente di quanto sembrasse, e, aggiungerei, lo sembrava già parecchio.
In ogni caso quel Jonathan la incuriosiva, oltre ad essere il piu bravo shadowhunter che avesse mai incontrato. Così decise.
"Per adesso non ci sono state riunioni. Attendono l'arrivo di tutti...se vuoi posso aggiornarti. Ma ad una condizione."
"Quale?"
"Dovrai insegnarmi a combattere. Dovrai rendermi brava quanto te."Spazio autrice:
Salve, volevo solo dire che l'idea di "ciao Simon" l'ho presa da una foto su insta, ma i personaggi erano Raphael (Izzy), Lily (Ether) e Simon.
E niente...stimo troppo la persona che ha partorito quest'idea malsana😂
-A
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Cuore avvelenato - Sebastian Morngestern
FanfictionEther Lightwood Graymark Herondale. Una shadowhunter con un passato complicato, la sua vita era come quella di chiunque altro, viveva con i Lightwood e con la sua parabatai Isabelle, combatteva, si addestrava... le vite di tutti loro, però, cambiar...