Mai più

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"Ma tutto questo è proprio necessario!?"
Ether si mise le mani nei capelli, esasperata. Con questo gesto fece cadere un paio di quegli affari che Izzy le aveva messo in testa.
"Giù quelle mani! Non puoi rovinare così tutto il mio lavoro!"
Si mise di corsa a risistemare i bigodi tra i capelli biondi di Ether mentre questa si lamentava: "Andiamo, cosa c'è che non va nell'avere i capelli lisci? Non posso tenerli come al solito? Questi cosi sono insopportabili!"
"Piantala! Ti ricordo che hai detto che avresti accettato qualunque cosa a patto che io ti lasciassi il pomeriggio? Quindi..."
Il sorriso soddisfatto di Isabelle fu seguito da un teatrale sbuffo della parabatai.
Ether era stata costretta ad accettare questa tortura, dato che dopo la situazione imbarazzante con Jonathan si era dimenticata di avvisarlo che sarebbe mancata all'appuntamento successivo. Aveva pensato di non andarci e basta ma era terrorizzata dalla possibilità che lui non venisse mai più, non era nemmeno sicura del perché, ma non poteva sopportarlo. Forse solo perché odiava l'idea di non essere riuscita a batterlo e aveva bisogno di dimostrare che poteva farcela.
Quindi, per colpa del suo immenso ego, ora era obbligata a fare da manichino ad Izzy e ad indossare qualunque cosa lei scegliesse. Era stata truccata tre volte per far scegliere all'amica il makeup migliore e adesso le stava torturando i capelli.
Come poteva andare peggio?
"Bene, ora andiamo a scegliere i vestiti!"
Prendendola per il braccio, Izzy trascinò l'amica in camera, aprì l'armadio e cominciò a tirare fuori vestiti, gonne, accessori eleganti...
Ether andò nel panico. Questo era decisamente peggio.
A pranzo interruppero la prova abiti per scendere a mangiare il primo pasto decente da quando si trovavano ad Alicante.
Adesso Ether aveva i capelli mossi, un trucco che la faceva sentire più appariscente di Magnus e un vestito nero, corto ed elegante...che cosa orribile!
Appena arrivate sotto Jace commentò: "Come sei bella, sorellina! Sembri quasi una ragazza, vestita così!"
Tutti risero, mentre lei lo guardò male.
"Parla mister perfezione! Ma vaffanculo Jace!"
Stava iniziando a ridere prima ancora di finire la frase. Era felice che lui continuasse a comportarsi come prima con loro...anche ora che sapeva di essere un Morngestern...continuava a essere parte della famiglia, ad essere loro fratello. Certe volte lei avrebbe voluto scambiarlo tanto rompeva i coglioni, ma che si poteva fare...Jace era così!
"Riecco la mia sorellina!"
Rise, replicando all' "insulto" della ragazza, che gli diede un'amichevole scappellotto in testa.
Si sedettero solo quando Maryse arrivò col cibo.
Iniziarono a mangiare, tutti ben contenti che per una volta non avesse cucinato Isabelle.
Al termine però Ether fu riportata di corsa alla sua tortura, avrebbe dovuto sopportare fino alle tre...

Mentre correva verso la solita radura nel bosco, si mise a piovigginare. Ether cominciò ad imprecare, consapevole che i capelli le sarebbero diventati uno schifo e Isabelle l'avrebbe uccisa. Lentamente.
Aveva più paura di lei che di Jonathan!
Arrivò molto in fretta, il ragazzo l'attendeva. Avevano entrambi i capelli umidi, alcune ciocche appiccicate al viso, eppure lui sembrava non curarsene affatto.
Le venne incontro.
"Ciao. Novità dal Conclave?"
"No. Oggi non c'erano riunioni. Senti...oggi dovremmo finire un po' prima, ho da fare verso le sei."
Lui la guardò irritato: "Mi stai dicendo che sono venuto a perdere tempo? Il patto era: io ti alleno e tu mi dai informazioni. Sei stata così stupida da credere che io l'avrei fatto gratis? Povera illusa...ho anche dovuto annullare un sacco di impegni! Cristo, sei proprio idiota!"
Lei rimase interdetta. La stava insultando perchè il Conclave non aveva indetto una riunione speciale!?
Un respiro profondo ed Ether esplose: "Come? Tu mi dai dell'idiota perché il Conclave non fa riunioni tutti i giorni!? Ma sei fuori! Un buon addestramento richiede allenamenti costanti, tutti i giorni. Io non ridurrò il mio allenamento perchè tu sei disponibile solo quando ho qualcosa da darti! Se non vuoi aiutarmi torna pure ai tuoi importantissimi impegni, non è un mio problema!"
Lui non fece una piega. La sua unica reazione fu un'espressione di disprezzo.
"Non importa, ormai ho rimandato e siamo entrambi qui...non ho molto di meglio da fare. Se vuoi allenarti ogni giorno, va bene, ma sappi che ti farò faticare tanto che mi supplicherai di smettere."
Si passò la lingua sul labbro, come se l'idea lo eccitasse. L'unico pensiero della ragazza fu: che schifo. Questo ragazzo è pazzo.
Quell'allenamento fu simile a quello del giorno precedente, ma lo svolse nella metà del tempo, quindi fu stancante il doppio. Come se non bastasse il terreno era bagnato, quindi si riempì di fango. Scivolò più volte, sporcandosi anche il viso e i capelli, sia mentre faceva addominali, sia durante la lotta corpo a corpo. Questo rappresentò un grande svantaggio, considerato che Jonathan aveva un equilibrio perfetto nonostante tutto.
Il ragazzo la sgridò aspramente per la sua goffaggine. Quando lei scivolò per l'ennesima volta, cercando di afferrare un coltello, lui le disse: "Ora mi hai davvero stufato! Possibile che tu non riesca a rimanere in piedi per più di dieci minuti di fila!? Proviamo a rimediare..."
Mentre parlava si era messo a disegnare una linea nel terreno e ora la stava facendo passare per tutta la radura, creando disegni strani. Prese la frusta che teneva appesa alla cintura, vicino alla spada, e le ordinò: "Corri lungo la linea, non scivolare e non uscire dal tracciato"
Lei eseguì, o almeno tentò di farlo...scivolò dopo appena un minuto e sentì un'improvviso dolore alla schiena: Jonathan l'aveva frustata!
"Ma sei matto!?"
"Zitta e continua a correre se non ne vuoi un'altra."
Ether sgranò gli occhi.
"Scusa...ti sembro un animale? No sul serio, non mi pare di avere la coda o cose del genere...quindi...lo sai che sono gli animali che vengono frustati quando non ascoltano? Ma soprattutto, lo sai che questo alle persone non si può fare? Ora ripeti dopo di me: le persone sono amiche, non schiavi..."
Ricevette solo uno sguardo di ghiaccio così disse: "...no eh? Però sei consapevole che non puoi fare così vero?"
"Posso, invece."
Come per sottolineare le proprie parole, il ragazzo le tirò un'altra frustata sulla schiena, tanto forte da strapparle la maglietta e farla sanguinare.
"Sadico del cazzo!" esclamò lei incazzata.
"Modestamente...ora corri se non ne vuoi un'altra"
Lei obbedì a malincuore.
Andarono avanti parecchio, alla fine Ether aveva la schiena scorticata, era esausta e ricoperta di fango dalla testa ai piedi.
Jonathan le fece alcuni iratze, visto che, sulla schiena, non riusciva a farseli da sola.
"Allora, perché oggi devi tornare prima?"
"Credo non siano affari tuoi."
"Come vuoi. Stavo solo cercando di fare conversazione..."
Il tono della voce era...amareggiato. Era infastidito dall'atteggiamento chiuso della ragazza.
"Potrei anche parlare con te normalmente, se non avessi passato l'ultima mezz'ora a frustarmi."
"Era per l'allenamento, l'hai chiesto tu."
"Ok, non so quali malattie mentali tu abbia, ma generalmente quando le persone si allenano non tentano di uccidersi."
"Io non ho tentato di ucciderti, ma di renderti più forte. Sei solo una stupida ragazzina...come puoi non capire? Il dolore è necessario per migliorare."
Quanto la faceva incazzare. Nessuno, nemmeno Jace, era in grado di farla incazzare così tanto e così tanto spesso.
"Com'è che finisci sempre ad insultarmi?"
Lui scrollò le spalle: "È colpa tua...dici o fai sempre cose stupide."
"Oh, bene...quindi io sarei stupida? E tu, invece, sei perfetto? Ma per favore!"
"In effetti è più o meno così...comunque me lo dici o no dove devi andare stasera?"
Esitò, non voleva dirglielo...poi però decise che magari questo l'avrebbe zittito così dichiarò con noncuranza: "Ho un appuntamento, vado a cena con uno..."
Lui sbiancò. Già normalmente aveva la pelle chiara, ma così...sembrava uno spettro. Era arrabbiato...
"Chi è il bastardo?"
Ether rimase spiazzata da questa reazione e non disse nulla.
"Allora, troietta, ci senti!? Chi è!?"
"Come ti permetti!? Non chiamarmi così mai più e non insultare i miei amici, o la prossima volta vengo a cercarti con tutto il Conclave."
"Tu. Tu non puoi uscire con nessuno!"
Era arrabbiatissimo, stava stringendo il braccio della shadowhunter tanto forte da farle male.
Lei scattò in piedi, allontanandosi, e gli urlò contro: "Ma che cazzo di problemi hai!? Io faccio quello che mi pare! Non sono di tua proprietà, è chiaro!?"
Lui la fissò intensamente, con quei suoi spaventosi occhi neri poi disse: "Non mi importa quello che pensi, io voglio che tu sia mia. E, per tua informazione, ottengo sempre ciò che voglio."
"Io non sono di nessuno."
Era rimasta sconvolta dal comportamento di Jonathan, voleva solo andare lontano da lì.
"Forse non hai capito. Io non perdo mai."
Ether si fermò solo un attimo prima di correre verso casa, per dire quella che credeva l'ultima frase che gli avrebbe mai detto: "C'è sempre una prima volta...non aspettarmi domani, non verrò mai più."
Mentre la guardava allontanarsi di corsa, Jonathan strinse i pugni e sussurrò a denti stretti: "Non finisce così. La pagherai per questo."

Cuore avvelenato - Sebastian Morngestern Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora