Edward Trueblood

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"Ether! Alza il culo! Ora! Devi andare alla riunione del Conclave!"
"No. Io non mi muovo..." mugugnò lei.
Alla fine Izzy optò per la forza bruta e rovesciò il materasso, facendo cadere l'altra a terra con un tonfo. Questa balzò in piedi.
"Hey stronza! Ma ti pare il caso?"
"Tesoro...tra dieci minuti devi essere alla guardia!"
"...Cazzo!"
Ether schizzò a cambiarsi, correndo alla velocità della luce fuori di casa, in tenuta, ma con i capelli spettinati e due occhiaie assurde.
Non era riuscita ad addormentarsi la sera prima, era stata sveglia fino alle cinque a ripensare alla giornata più assurda della sua vita. Anzi, alla seconda...la più assurda era stata la battaglia sulla nave di Valentine. Quella enorme cosa piena di demoni era andata in pezzi all'improvviso, senza apparente motivo.
In ogni caso anche quella era stata incredibile, tra la nuova amicizia con Alec e, soprattutto, l'incontro con Jonathan. Non aveva fatto altro che pensare a quest'ultimo dopo il loro incontro...sicuramente era pericoloso, ma non poteva evitare di essere incuriosita da lui. Sapeva che dargli informazioni era sbagliato, ma doveva conoscerlo. E poi era sicura che sarebbe riuscita a fermare qualunque suo piano...si sbagliava, certo, ma ancora non ne aveva idea.
Per colpa di questi stupidi pensieri, non aveva dormito e ora era stanca morta ed in ritardo.
Entrò alla guardia che il console Malachi già stava iniziando a parlare e si sedette in fondo. Purtroppo Alec era arrivato prima e non aveva posti vuoti accanto.
"Scusa...cos'hanno detto fino ad ora?"
Sussurrò Ether al ragazzo che aveva di fianco.
Lui si girò sorridendo. "Nulla di che, le solite premesse varie..."
Era davvero carino...capelli castano scuro, un po' ricci, occhi grigio-azzurri e corporatura asciutta. Sembrava anche relativamente alto. Aveva un sorriso molto dolce. Lei lo trovava adorabile...fino a quando non arrivò la solita domanda, che ogni sconosciuto le rivolgeva, ogni fottutissima volta: "Ma tu sei...Ether Herondale?"
Stavolta però il tono era diverso da quello abituale delle persone, non disgustato, sconcertato o di disappunto, solo curioso e...addirittura gentile. Nonostante ciò, si irritò. Jonathan era stato l'unico, fino a quel momento, a non averle posto quell'odiosa domanda.
"Sì. Tu sei?" rispose bruscamente.
"Edward Trueblood, istituto di Washington. Comunque mi dispiace, non intendevo irritarti..."
"Non importa" tagliò corto lei, per rivolgere la sua attenzione al console.
Rimasero zitti tutto il tempo, ascoltando i vari discorsi. Gli argomenti principali erano: la battaglia con Valentine e il modo per trovarlo, con i vari annessi (tra cui l'interrogatorio a Clary e Jace, con tutto il disappunto correlato all'assenza della ragazza) e la situazione Simon, gentilmente chiamato diurno o vampiro da tutti. Il che infastidiva parecchio Ether.
Si diede priorità massima all'individuazione di Valentine, a cui si sarebbero affidate diverse squadre di ricerca, si decise che gli interrogatori sarebbero iniziati dopo tre giorni e poi si passò a Simon.
Come se non bastassero i problemi per l'assenza di Clary, ora la maggior parte degli shadowhunters propendeva per interrogare il vampiro, tenendolo imprigionato.
"Bene, l'inquisitore si occuperà di portare il diurno in una cella. Obiezioni?" decretò Malachi annoiato.
Ether stava per alzarsi, ma Edward fu più veloce. Fu in piedi in un attimo, una mano sulla spalla di lei per impedire che si alzasse.
"Non potete rinchiudere quel ragazzo come fosse un criminale! Non ha fatto nulla di male, anzi è stato quasi ucciso da Valentine! Ha già detto tutto ciò che sapeva ai Lightwood, saranno loro a parlarne. Lui ha il diritto di tornare a casa."
"Ma potrebbe avere informazioni utili! Infondo è solo un vampiro, che problema c'è se lo sfruttiamo?" replicò qualcuno.
" Sì, ma prima di tutto è un ragazzo. Una persona. Non possiamo trattarlo così. In più, come ho già detto, ci ha dato tutte le informazioni di cui è in possesso."
"Quindi cosa proponi?" chiese irritato il console.
"Di rimandarlo a New York."
Il fervore del ragazzo impressionò Ether. Grazie a lui, si votò di nuovo, ma stavolta qualcuno cambiò idea e i voti a favore del ritorno di Simon a New York furono la maggioranza.

 

La riunione terminò a mezzogiorno circa e tutti uscirono, tornando alle loro normali attività. Alec cercò Ether, in mezzo alla folla, ma non l'avrebbe trovata, poiché lei era ancora all'interno. Stava parlando con Edward.
"Grazie..."
"E di che?"
Avrebbe desiderato rispondere "ma perché le persone fanno domande di cui sanno già la risposta?" invece disse: "Per essere intervenuto a favore di Simon al posto mio, prima...io non sarei riuscita a convincerli..."
"Di niente! Penso davvero quello che ho detto. Quindi è così che si chiama, il vampiro? Simon? Lo conosci?"
Aveva un tono allegro, come la mggior parte del tempo dopotutto.
"Sì e sì."
"Ti va se ti accompagno a casa? Così mi presenti questo Simon. Dopotutto l'ho salvato da una pessima situazione! Abiti con i Lightwood giusto?"
Lei ridacchiò: "Sì...certo che parli un sacco!"
"Ti infastidisce? Se vuoi la smetto...aspetta! Sì abiti coi Lightwood o sì ti posso accompagnare?"
"Entrambi. In ogni caso non mi dà fastidio, solo che non sono abituata. Metti allegria!"
Era vero. Aveva l'umore nero prima, ma parlando con lui era migliorato.
"Bene! Io abito solo un paio di case più avanti!"
Porgendole il braccio aggiunse: "Andiamo?"
Lei intrecciò il proprio a quello del ragazzo. "Certo! Ti dispiace se passiamo a prendermi qualcosa da mangiare? Oggi cucina Isabelle...è un disastro!" 
Lui scoppiò a ridere. "Se vuoi possiamo mangiare un boccone insieme..."
"Certo! Passo solo ad avvisare mio fratello!"

"Bentornata!"
"Izzy, perché sei in camera mia?"
Ether alzò un sopracciglio, guardando interrogativa l'amica, seduta comodamente sul suo letto.
"Chi è il ragazzo tanto carismatico da farti saltare il buonissimo pranzo che avevo preparato?"
"Tesoro...non sei troppo giovane per avere problemi di memoria? Ti ho detto solo ieri che non sai cucinare! Uscirei con chiunque pur di non mangiare qualcosa di fatto da te!"
"Proprio chiunque? Quindi anche con..."
La faccia di Isabelle spinse Ether a interromperla prima che pronunciasse qualche nome imbarazzante.
"Si chiama Edward."
"Edward...?"
"Sì, Edward."
Nonostante sapesse benissimo cosa volesse sapere Izzy, non aveva molta voglia di permetterle l'operazione stalking.
"Edward come? Cullen?"
"No! Non uscirei mai con la regina delle fatine luccicanti!"
Si guardarono negli occhi e si misero a ridere come due idiote.
"Dai, sul serio, qual'è il suo cognome?"
"Trueblood"
"Aspetta...cosa!? Intendi quello dell'istituto di Washington? Cioè uno degli shadowhunters più fighi e popolari ad Idris?"
"Non sapevo fosse così popolare, però sì, è lui. E...Izzy...è tuo cugino, forse dovresti almeno fare finta di non volertelo portare a letto!"
"Be'...ma se sei uscita con lui...per quale cazzo di motivo sei qui e non a casa sua!?"
"Em...perchè lui è un ragazzo dolce, gentile e calmo che non si fa le ragazze a caso, magari? O magari perché l'ho conosciuto solo oggi e penso non sia il caso?"
"Ok, ok...però ora mi devi raccontare tutto quello che avete fatto!"
"Veramente non abbiamo fatto nulla di che...solo pranzato e passeggiato...e...mi ha invitata ad uscire domani sera."
Arrossì un po'. Era stato un pomeriggio stupendo.
"Allora dobbiamo decidere cosa farti mettere! Ti presto io un bel vestito, vieni!"
Izzy era felice come una bambina. Adorava prepararle otfit, che però Ether rovinava sempre, dato che odiava gonne e vestiti.
Però nella testa della bionda passò una frase, pronunciata il giorno prima, nel bosco, da una voce fredda.
"Alle quattro qui. Sii puntuale o non mi troverai."
"Mi dispiace, ora non possiamo...devo allenarmi...ci pensiamo domani mattina, ok?"
Izzy sgranò gli occhi.
"Ma per una volta non puoi saltare? Daiii..."
"Mi dispiace, ma domani ho tutto il tempo che vuoi."
"Ok..."
La delusione le si leggeva negli occhi, ma era rincuorata perché poteva tenerla in ostaggio un giorno intero.
Uscì dalla stanza mentre Ether si preparava e correva verso il bosco.
Doveva rivedere Jonathan. 

Cuore avvelenato - Sebastian Morngestern Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora