Capitolo 9

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/Sabrina POV/

l'urlo terrificante di mia sorella mi risveglia completamente dal video che stavo registrando. Corro di fuori dalla camera, entrando in quella di mia sorella. Prendo i suoi farmaci sul comodino e mi fiondo giù dalle scale. La trovo per terra, in ginocchio, tremante. Le sue mani sono nei suoi capelli bianchi, strappano piccole ciocche.

"Damàiste! Smettila! Calmati e prendi le tue pastiglie, ora!"

gliele metto davanti al viso. Continua a tremare, un grugnito gutturale fuoriesce dalla sua gola. La spingo per terra, bloccandola sul pavimento con le gambe. Inizia a gridare. Con la mano libera le apro la bocca e con l'altra metto le pillole all'interno. Le faccio serrare la mascella e con le mani la accompagno nella masticazione. Dopo poco, si calma, rilassandosi completamente e addormentandosi.

La prendo in braccio per poi guardare papà. È completamente paralizzato dal terrore.

"che cosa le hai detto?"

"i-io...ho detto che non la voglio più come figlia, ma-"

"wow, che padre esemplare. Non ho bisogno delle tue spiegazioni inutili. La porto in camera. Ah, lasciala da sola."

gli dico freddamente. Non me lo sarei mai aspettata da lui. La porto in camera sua, dopo aver scambiato uno sguardo carico di compassione con i ragazzi. Adagio il corpo di Martina sul letto, per poi chiudere la porta e tornare in camera mia. Mi rimetto al computer terminando il video con l'amaro in bocca.

Qualche ora dopo...

Sento del casino provenire dalla camera di Martina e allarmata per una sua ricaduta, mi alzo e vado a controllare. Spalanco la porta e la trovo intenta a spaccare la lampada che aveva sul comodino, completamente devastata, piangendo come una disperata.

"Martina...hey, calmati, va tutto bene."

dico entrando, facendomi largo tra i cocci di robe distrutte. È ferma, le mani lungo i fianchi, lo sguardo volto verso il terreno, le lacrime che scorrono sulle guance, il volto contorto in una smorfia di dolore mentale, la schiena scossa da singhiozzi.

"m-mi h-ha...r-ripudiata...n-non mi vuole..."

vado ad abbracciarla, appoggiando il mento sulla sua testa, le braccia attorno alle sue spalle.

"shh...va tutto bene, tranquilla...ci sono io..."

rimaniamo per poco così, perché una voce ci fa riscuotere dal torpore del nostro abbraccio.

"CHE COSA CAZZO È SUCCESSO QUI?!"

urla Billie. Mi volto, gli occhi lucidi.

"p-papà non è s-stata colpa sua-"

"Martina! Che cosa hai fatto?! RISPONDIMI!"

Martina ha iniziato a tremare, questa volta dal terrore. Mi abbraccia sussurrando il mio nome. La abbraccio più forte, nascondendola dietro di me.

"papà posso spiegare!"

cerco di parlare io. Ma ormai è troppo tardi.

"SABRINA ESCI IMMEDIATAMENTE!"

mi urla contro, Joey e Jakob dietro la porta.

Papà ha iniziato a fare una cosa che non mi sarei mai aspettata da lui. Inizia a slacciarsi la cintura, togliendola completamente dai suoi pantaloni. Lo guardo in faccia. È rosso dalla rabbia, le vene gonfie su collo e fronte. Ha intenzione di picchiarla.

"no, ti prego papà non farlo!"

"ESCI!"

urla di nuovo. Joey e Jakob mi fanno capire di eseguire il suo ordine se non voglio ricevere anche io la stessa punizione. E come una codarda, mi allontano.

"Sabri...ti prego non mi lasciare..."

sussurra Martina, guardandomi negli occhi. Ora sto piangendo pure io.

Papà mi spinge di fuori, chiudendosi la porta violentemente alle spalle. E dopo, sento solo pianti e urla di dolore, schiocchi della cintura contro la pelle di mia sorella e strilli di mio padre per farla rimanere ferma.

Dopo un periodo di tempo imprecisato, papà esce fuori dalla camera, riallacciandosi la cintura. Sono rimasta tutto il tempo fuori ad ascoltare mia sorella venire colpita ripetutamente con la cintura, piangendo.

Papà mi guarda, dolore nei suoi occhi. Mi alzo avvicinandomi a lui. Ed essendo più alta di cinque centimetri, riesco ad intimorirlo un pochino.

Alzo la mano e con tutta la forza che ho gli tiro uno schiaffo, dritto sulla guancia, facendogli spostare lo sguardo. Si appoggia una mano sulla parte colpita, per poi tornare a guardarmi con un'espressione ancora più addolorata.

"questo per quello che hai appena fatto a mia sorella. Non meriti di essere nostro padre."

lo supero, urtandolo con la spalla per poi tornare in camera mia, pronta per una luunga chiamata con Sascha, il mio ragazzo.

/Martina POV/

sono sdraiata sul letto, piangendo. Le parti colpite, cioè sedere e schiena, sono ancora scoperte, rivolte verso l'alto, arrossate e di sicuro andranno a crearsi delle vesciche. Non provo più nulla se non il dolore acuto sulla mia pelle. Mi ha frustata. Anche le mie voci si sono zittite. Ora tutto tace.

Lascio a voi le parole.

/Daddy's Little Psycho/ (Billie joe Armstrong and LaSabriGamer)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora