capitolo 8

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"Hai qualcosa che mi apparriene!"

Si sporge in avanti con un abile sbalzo e chiamatelo 'istinto di sopravvivenza', 'intuito femminile', o 'sesto senzo' , non saprei proprio cosa,ma dentro di me sentì come il bisogno,la necessità di fare ciò che non mi sarei mai nemmeno lontanamente immaginata di fare. Mi scanzai e proprio per in pelo riuscii a sfuggire al suo attacco,vidi il suo artiglio sfiorarmi l'addome e non gli diedi neanche il tempo di pensare che mi scanzai a destra e lo colpì di lato,al fianco,sangue sgorgò dalla sua pelle macchiando i suoi indumenti di bel rosso acceso,strano,non era il classico colore del sangue ma non sapevo in cosa consistesse quella differenza quasi impercettibile.

Avevo il fiatone,potrebbe sembrare assurdo ma quel movimento apparentemente banale gravò molto al mio corpo stanco e spossato dopo questi giorni senza né cibo né acqua.

Continuai all'attacco per paura che lui potesse prendere tempo per poi ferirmi e lo afferrò dalle ali,in modo tale da non permettergli di scappare.
Con tutte le forze che avevo in corpo e con non avrei nemmeno pensato di avere rovesciai su di lui tutto ciò che mi ero tenuta dentro in questi giorni: rabbia,frustrazione,delusione,per una vita che non ti ripaga,vuole tutto ma non da un cazzo;per paura,paura di dover continuare a stare sola ma soprattutto paura al pensiero di dover affrontare tutto questo da sola;ansia,ansia per ciò che mi sarebbe potuto accadere da quel momento in poi,queste ali,non sapevo cosa significassero e ciò mi preoccupava alquanto;preoccupazione,per Johnnie che era l'unica persona che mi restava a questo mondo. Infilzavo gli artigli nel suo corpo,squarciando,distruggendo. Litri di sangue si riversavano sul pavimento,io ne ero ricoperta,avevo addosso sangue di un' altra persona.
Non sapevo realmente cosa stavo facendo.

"No Rachel...no...ti prego...non...farlo...no.."

In quel trambusto quello flebile voce mi penetrò il cuore facendomi fermare immediatamente,come se il mio corpo più comandato dal mio cervello ma da quel sottile e fragile suono che risultava alle mie orecchie armonioso e rassicurante,come lo scroscio della pioggia sulla finestra in una gentile serata d'inverno.

"No.. Rachel..fallo per me...vieni qui.."

Alzai gli occhi,e in quel momento capì cosa avevo fatto, cosa ero diventata...un mostro!Ecco cosa!

Johnnie sedeva a terra con le spalle poggiate al muro,le gambe stese lungo il pavimento,portava le breccia all'addome da  dove fuoriusciva parecchio sangue.

Corsi da lui,mi sfilai la maglia e  la avvolsi nel suo addome facendo due nodi ben stretti per cercare di fermare l'emorragia in corso.

"Johnnie,mio dio,cosa ho combinato?Vieni di rimetto in sesto io,andiamo,forza,al mio tre datti un piccolo slancio che ti porto di sopra,ok?"
Fece cenno con la testa,se solo provava a parlare del sangue fuoriusciva dalla sua bocca per lo sforzo.

"Ok.1...2...3...,andiamo su"

Lo portai di sopra e lo curai,non potevo ancora crederci.

Ma cosa ero diventata?

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