MIA POV'S
Carola come ogni mattina mi venne a chiamare per sottopormi alla terapia, io ogni mattina mi alzavo con entusiasmo solo perché c'era John ad aspettarmi. Durante la cura John inizió a parlarmi come sempre, cosicché io potessi distrarmi.
《Sai ripensavo al miracolo che ti è accaduto, penso sempre che la vita ti abbia voluto dare una seconda possibilità, come se nel tuo libro dovessi scrivere il finale》
《Beh si sa...non esiste libro incompleto se non è l'autore a decidere di non completarlo》Cavolo i suoi occhi cambiarono di nuovo colore e senza esitare mi disse:
《Sai Mia sei una persona profonda, mi piacerebbe leggere quello che scrivi in quel diario a cui ti dedichi tanto, raramente ho conosciuto ragazze come te》
Le sue parole mi fecero arrossire e non nego che mi fecero molto piacere. john era perfetto, se avessi potuto scegliere, avrebbe fatto parte del mio futuro.uscita dalla stanza passai per quei larghi e lunghi corridoi, fuori la porta della stanza 118 c'era una bambina. aveva capelli biondi, degli occhioni verdi bellissimi e un sorriso che non si vedeva spesso all'interno dell'ospedale, soprattutto in quel reparto. stavo con il dottor Adams quando decisi di avvicinarmi
<<ehi cosa fai qui da sola>>
<<aspetto la mia mamma>>
<<ti va di aspettarla con me?>>
dietro la piccola apparve l'infermiera
<<certo Lucy vai pure, ti farò chiamare appena la tua mamma avrà terminato la terapia>>
Lucy era una splendida bambina di 10 anni , la cui mamma aveva la leucemia e l'allegria di quella bambina mi ricordava quando da piccola stavo in questo ospedale ed il mio papà per rendermi felice mi regalava sempre un una raccolta di fogli per disegnare in sala d'aspetto. portai la bambina in camera mia e poco dopo ci raggiunse John.
<<ciao Lucy! vedo che hai conosciuto la mia paziente preferita. cosa combinate voi due>>
Lucy sventolando i vestiti che avevo disegnato rispose che le stavo facendo vedere i miei lavori, john li prese ed io arrossii.
<<wow sei bravissima!>>
<< mi piace pensare a una determinata situazione e disegnare il vestito che indosserei, lo so è infantile>>
<<no è dolce>>
disse in un sussurro baciandomi la guancia, in quel momento avrei voluto abbracciarlo e non lasciarlo più, ma rimasi immobile e il rossore delle guance rese le lentiggini che avevo sul viso invisibili. Era molto tenero e ogni ora mi veniva a trovare e si fermava con me a parlare. Nel frattempo Lucy dovette andare dalla sua mamma e mi promise che sarebbe tornata a trovarmi.
Rimanemmo io e John soli, mi chiese come stavo in tono dolce mentre mi portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<sai john, mi fai sempre la stessa domanda, come se il mio umore potesse cambiare ogni secondo, mi chiedo se tu non abbia davvero nient'altro da chiedermi. da quando mi sono svegliata cerco di non pensare, cerco di portare la mia vita alla "normalità", anche se normale non è mai stata. mi sento come un funambolo che ha perso l'equilibrio, così mi sono aggrappata al filo e sto cercando di rimettermi in piedi, ma sono troppo debole e ti confesso che ho paura di cadere. >>
john non proferì parola. se ne andò e non lo vidi per un tempo che mi sembrò essere infinito.
Nell'arco della settimana Lucy passò più volte e mi aiutò a sistemare la camera, per abbellirla volemmo attaccare qualche disegno e un po' di luci qua e là che accompagnate da candele profumate rendevano la stanza più accogliente.
<< Mia so che ho solo dieci anni e non dovrei intromettermi nelle cose da grandi, ma...sai io credo che ti piaccia il dottor Adams>>
appena mi venne fatta questa domanda entrò Carola dalla porta ed ordinò alla piccola di raggiungere sua madre, mi chiese se andava tutto bene e le raccontai di john e di Lucy. mi fece notare che in quei giorni smisi di curare il mio aspetto fisico, il mio volto era più triste e anche le mie giornate.
<<sai bambina mia, quando stavi in coma lui ti veniva sempre a trovare, rimaneva ore ed ore nella tua stanza e non smetteva mai di parlarti, guardarti, accarezzarti. ha cinque anni più di te e tu eri davvero una ragazzina quando ti ha conosciuto, ma ogni volta che posava gli occhi su di te iniziavano a brillare. Spesso l'ho visto piangere; al tuo diciottesimo compleanno passò tutto il giorno con te, eravate molto teneri, lui ti guardava come mio marito guardava me appena ci siamo conosciuti.>>
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Anche se non è un per sempre
Romance《E forse è vero non mi hai salvata dalla malattia, ma mi hai dato la voglia di vivere che avevo perso, hai reso la mia vita sensata fino all'ultimo istante.》