Four

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Quando Jason sentì la porta sbattere gemette, esasperato.
Lanciando un'occhiata all'orologio, erano solo le sette e mezza di mattina.
No, non si sarebbe alzato per nulla al mondo alle sette di mattina, in una vacanza.
Tirò, così, le coperte leggere fin sopra la testa, e ci piantò il cuscino sopra di essa.
In questo modo non sentì nessun rumore, o almeno, li sentiva ovattati.

Passarono qualche attimi in completo silenzio, in cui Jason pensò che finalmente avrebbe ripreso sonno, ma si smentì quando qualcosa gli piombò addosso.

E no, non sembrava un oggetto, troppo pesante. Era una persona.
Se era Leo, o Nico, o Leo e Nico insieme li avrebbe ammazzati.

Comunque, la figura su di lui cominciò a ridere, scuotendolo per le spalle, saltellando sulla suo addome.
No, non era neanche Piper, troppo poco gentile nei movimenti.

"Eddai, sveglia!" Gli intimò poi, quello (perché era un ragazzo), togliendogli il cuscino dal viso e prendendo a tirarglielo sopra.

Era un assalto? Chi cacchio era quel pazzo?

"Dai, è mattina, gli uccellini cantano, il sole è alto nel cielo, e se non ti svegli..." ma si bloccò, la voce, mentre veniva sostituita da un grido.
Jason, infatti, aveva tolto il lenzuolo da sopra la sua testa, ma non si era trovato nessuno di familiare.
Anzi.

Il ragazzo che era sopra di lui non era Nico, né Leo, né Will.
Era moro, i capelli di un tale color ebano da far paura, e gli occhi chiari, verdi con qualche sfumatura di un blu intenso.
Era sorpreso anche lui, a quanto pare, perché si era appena allontanato, sedendosi ancora su di lui, ma lasciando il cuscino.

"Emh..." fu l'unica cosa che Jason riuscì a dire, per sdeviare quel momento di imbarazzo nei loro sguardi.
Era pessimo a parlare con le persone.
Però il moro sembrava molto più socievole.

"Oh, scusami, pensavo fossi Nico. Sai, è il suo letto. Sei il suo nuovo ragazzo?" Jason sbarrò gli occhi grigi, scuotendo poi la testa.

"No, assolutamente!"

"Vedi che non c'è nulla di male se-"

"Oh no, davvero" lo bloccò ancora Jason, guardandolo dal basso.
"Sono solo suo cugino."
Il ragazzo dagli occhi verdi scoppiò a ridere, una risata cristallina, e socchiuse gli occhi, portando la testa all'indietro, mettendo a dura prova l'autocontrollo del ragazzo.
Quello sopra di lui era comunque un bel ragazzo, e lui a prima mattina non ragionava razionalmente.

"Ma è impossibile! Sono io, suo cugino!" Jason corrugò la fronte, sollevandosi sui gomiti.

"Ma è impossibile. Cioè. A meno che tu non sia cugino da... qualche parte, e io dall'altra parte... Cioè, paterna, materna... hai capito, no?"
Il cugino di Nico piegò appena la testa di lato, poi annuì.

"Capisco, tranquillo. Comunque, scusa ancora per il trambusto. Volevo dar fastidio a lui, non a te" Jason sorrise, rassicurandolo, e di colpo si chiese che aspetto orribile potesse avere.
I capelli scompigliati? Gli occhi assonnati? Un aspetto trasandato?
Cosa avrebbe pensato, il ragazzo?

Gli porse la mano, scacciando via i pensieri, presentandosi.
"Comunque, sono Jason, Grace"

Gli occhi del ragazzo si illuminarono, mentre gli stringeva la mano.
Quello sguardo sciolse il biondo, il quale non aveva occhi per quelli dell'altro.

"Percy, piacere mio" Jason sussultò.
Oh no. L'ennesimo Percy.
Carino, anche lui, ma sarebbe stato l'ennesimo fiasco.
Cercò di sorridergli, nonostante uscì un sorriso storto, sicuramente, e lasciò la mano dell'altro.
Fece per dire qualcosa, quando Leo entrò nella stanza.

The One //JercyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora