"Entra"
Lo studio dello psicologo della scuola era sempre lo stesso: ordinato e profumato. Derek si accomodò scrutando il pavimento, ed evitando il contatto diretto con gli occhi del signor Fitzgerald.
"Girano delle brutte voci, Derek"
Al ragazzo iniziò a bruciare lo stomaco. Contorse le labbra e trattenne il fiato.
"Sono tutte cazzate" si limitò a dire. Il signor Fitzgerald si alzò e portò con sé la sua tisana al finocchio, fino al lato della scrivania.
"Ah si? E perché dovrei fidarmi?" disse provocandolo.
"Faccia come le pare" Derek si alzò e finalmente lo guardò negli occhi.
"Lei mi conosce da tanto ormai, crede che potrei fare una cosa del genere?" gli si avvicinò lentamente, continuando a fissarlo.
"No" lo psicologo sorrise e mandò giù un sorso di tisana.
"Che mi dici di questa ragazza?"
"Britt? È in psichiatria" si sedette e guardò fuori dalla finestra. Delle nuvole stavano attraversando il cielo sereno, e gli alberi si muovevano con il vento. Pensò a Britt e ai suoi occhi rossi pieni di dolore.
"Intendo di lei, cosa sai? Parlamene"
"Cosa vuoi che ne sappia? È una tipa strana, ma forte. Ha i capelli biondi e occhi nocciola. I miei amici la adorano" vide lo psicologo alzare un sopracciglio.
"Non li hai mai definiti amici"
"In queste situazioni capisci davvero chi è tuo amico e chi no" rispose lievemente Derek, fissando ancora il vuoto del cielo limpido con qualche nuvola.
"Immagina di essere con lei, cosa le diresti?"
Derek sospirò pensando.
"Solo che mi dispiace per ciò che le è successo"
"E nient'altro?"
Il ragazzo guardò negli occhi lo psicologo, e, dopo qualche secondo di pausa, scosse la testa.Il cortile era vuoto, ma presto si sarebbe riempito per la pausa pranzo. Derek decise di saltare la lezione.
Il fumo della sigaretta lo sollevò per un po' dalle preoccupazioni. Chiuse gli occhi e si soffermò esclusivamente sul buio. In quel momento non c'era nessuno; nessun dolore, nessuno stupro, nessun senso di colpa.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti dalla campanella. Spalancò gli occhi, fece l'ultimo tiro di sigaretta e la gettò sul cemento di fronte a lui. Si alzò e andò a sedersi sulla prima panca con tavolo che trovò per aspettare gli amici. L'aria era frizzante, quindi allungò le maniche fino a metà mani e alzò il cappuccio della felpa. Nel frattempo qualche studente iniziò ad arrivare. Derek notò che quasi tutti, entrando nel cortile, lanciavano un'occhiata al suo tavolo, ed era ovvio che guardassero lui. Ogni ragazzo, ma specialmente ogni ragazza, fece ben attenzione a non capitare affianco al moro.Derek non se la prese e infondo li capiva. In terza media girò voce che Brian Froy, un normalissimo ragazzino di tredici anni, aveva molestato Kendall Price per il suo seno un po' più prorompente rispetto alle altre ragazze, nel bagno delle donne. Kendall non disse mai nulla sull'accaduto, ma le sue amiche giurarono che il "molestatore" cercò di sfilarle il reggiseno con la forza. Per mesi nessuno rivolse la parola a Brian, Derek compreso. Ma infondo lui non parlava con nessuno neanche a tredici anni.
Forse anche Brian non era responsabile, e forse Kendall stava proteggendo qualcuno per aver detto alle amiche il falso. Ma Brian dovette cambiare scuola per ricominciare.
Avrebbe dovuto anche lui? Forse era la soluzione migliore. Cambiare città, oltre che scuola. Cambiare look, cambiare amici, e non rivedere mai più Britt.
In un attimo la collegò a Kendall e Brian. E se anche lei stesse proteggendo qualcuno? E se Britt fosse stata ricattata e intrappolata come probabilmente lo fu Kendall?
Derek si alzò di scatto. Vide Kyle e Lydia che lo salutavano. Fece un cenno ma frettolosamente raccolse le sue cose e, sotto lo sguardo interrogativo dei suoi compagni, corse verso l'uscita.
"Derek, dove vai?" Kyle corse dietro di lui e lo fermò per un braccio.
"Ricordi la storia di Kendall e Brian?"
Kyle ci pensò un secondo poi annuì.
"E se Kendall dicendo che Brian l'aveva molestata in realtà stava proteggendo qualcuno?"
"Derek, andiamo. Quella storia è vecchia. E poi chi voleva proteggere?"
"Esatto. Perché proteggere qualcuno che ti ha molestata, o stuprata?" l'ultima parola la disse sottovoce, utilizzandola come collegamento tra la storia di Kendall e quella di Britt. Kyle alzò le sopracciglia.
"Si, ma Britt non ha mai detto che sei stato tu. Non penso stesse proteggendo nessuno, altrimenti ti avrebbe incolpato no?"
"Magari lo fa inconsciamente, non lo so. Voglio capire se è vero che non ricorda nulla"
"Stai mettendo in dubbio la sua parola?"
"Non conosco quella ragazza, cosa ne posso sapere di lei" e d'un tratto Derek si sentì infuriato con se stesso. Dubitare della bionda era l'unica arma di difesa che aveva in quel momento.
"Vuoi che venga con te?" gli chiese Kyle.
"No, resta qui, non saltare le lezioni. Dì a Smith che stavo male" e dicendo così Derek si dileguò dalla vista dell'amico.
Il moro arrivò all'ospedale in circa 20 minuti di corsa in bici, con le cuffiette a tutto volume. Fermò la bici velocemente ad un palo ed entrò. Prese le scale fino al piano -1, e si trovò un'altra volta di fronte a quelle due enormi porte bianche. Le aprì lentamente. Guardò la stanza di Britt e vide che non c'era nessuno a controllarla. Era l'orario di visita, quindi molte persone erano lì per vedere i parenti. Chi non poteva essere visitato era infondo al corridoio, nelle stanze con su scritto "ISOLAMENTO", ed era da lì che provenivano i versi più irrequieti del reparto.
Derek si mischiò in mezzo ad un paio di famiglie appena entrate, in modo da non destare sospetto, e velocemente entrò nella camera 556.
"AIUTO" urlò la ragazza, spaventata da quell'irruzione. Ma appena lo vide in viso si tranquillizzò.
"Sei pazzo?"
"Scusa, non volevo mi vedesse qualcuno" si giustificò Derek sorridendo lievemente a Britt. La trovò leggermente meglio rispetto al giorno prima. Forse erano i tranquillanti, o magari era semplicemente felice di vederlo.
"Non preoccuparti. Tra tre giorni sarò fuori di qui e quest'incubo sarà finito" a quelle parole non credeva probabilmente neanche lei, ma Derek non voleva scoraggiarla.
"Ricomincerai da capo"
"E dove?" si chiese la ragazza a bassa voce.
"Dove vorrai"
La ragazza si voltò. In un primo momento sembrò voler dire qualcosa. Socchiuse le labbra carnose e secche, ma subito si morse quello inferiore, succhiandolo. Derek osservò bene quel gesto, quell'espressione, e si rese conto di non riuscire ad allontanarsi da lei. Anche se lei stesse proteggendo qualcuno, lui avrebbe protetto lei.
"Derek, io non mi chiamo Britt" disse la bionda a bruciapelo.
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In Trappola
Mystery / ThrillerDerek Wood é un sedicenne come gli altri, che frequenta una scuola come tante e ha la passione per la musica e le feste come tanti. Ma il giorno del suo diciassettesimo compleanno qualcosa cambia, e la sua vita viene sconvolta dal passato.