4. Auguri Derek

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Pian piano il ragazzo iniziò a riprendere coscienza. Aveva gli occhi chiusi ma sentiva la sensibilità della bocca, delle mani e del resto del suo corpo. Strinse gli occhi cercando di ricordare cosa fosse accaduto. Vodka, pugno, Lydia, Kyle. Doveva immediatamente tornare dagli amici per risolvere quella situazione. Loro erano gli unici che non avevano alcuna paura di lui.

"Ehi, svegliati" una voce per nulla familiare lo fece sentire ancora più vivo. Lentamente aprì gli occhi e, senza neanche guardare la ragazza accanto a lui cercò il telefono nella tasca. Lo prese e lesse l'ora. 3:50. Auguri Derek, pensò.

Rimise lo smartphone nel giubbotto e si girò, dando finalmente la giusta attenzione a chi gli era accanto. Appena il suo viso fu rivolto verso la bionda sentì un profumo intenso di lillà, abbinato alla vista di un corpo minuto e una cascata di capelli biondi.

"Tutto ok?" chiese lei alzandosi e portando con se il profumo.

"Credo di si" Derek controllò se stesse sanguinando da qualche parte o se qualche suo osso si fosse sgretolato. Non sentiva dolore, eccetto che al labbro.

"Bene, allora buon rientro o buona serata" e la ragazza rientrò nella casetta. Derek pensò subito che fosse strana. Una ragazza da sola di notte in una casetta.

"Sei sicura di voler restare qui da sola? Posso accompagnarti se vuoi"

Dal buio uscì un "Tranquillo".

Derek non se la sentì di insistere, e decise di tornare al Rebel.

Nel tragitto iniziò a pensare a Kyle e Lydia, e al fatto che magari quella scenata aveva fatto capire loro che entrambi si desideravano da anni, che si meritavano, che erano destinati l'uno all'altra. Ed era felice di soffrire un po' se quel pugno li avesse finalmente resi coscienti.

Entrando al Rebel notò che si era parecchio svuotato. La cameriera stava flirtando con un tipo al bancone. Gli strumenti erano stati portati via e i suoi amici non c'erano più. Decise di chiamarli. Non sopportava quella situazione, e doveva sapere al più presto cosa ne pensassero. Magari ora anche loro non volevano più incrociare il suo sguardo.

Uno squillo, due squilli, tre squilli. Nulla. Kyle non rispondeva. Chiamò Lydia, con la consapevolezza che se l'avesse visto l'amico si sarebbe scaldato immediatamente. Ma non aveva scelta. Uno squillo, due squilli, tre squilli.

"Derek! Dove sei finito?" la voce preoccupata di Lydia risuonò nell'orecchio del ragazzo.

"Lunga storia. Voi dove siete?"

"Siamo nel garage di Kyle. Ti vuole qui subito" perfetto, magari voleva continuare ciò che aveva iniziato.

Prese l'auto, nonostante non fosse per nulla in grado di guidare, e iniziò il tragitto. Il garage di Kyle non era vicinissimo al Rebel, quindi sarebbe stato un viaggio degno di musica. Attaccò lo smartphone alla radio della sua jeep nera e fece partire la riproduzione casuale. "No One's Here To Sleep" dei Naughty Boy e dei Bastille lo accompagnò nella guida.

Le strade a quell'ora erano completamente vuote. Era come se la città stessa riposasse, mentre lui la disturbava con il rumore della sua auto in moto. Abbassò il finestrino, e una leggera brezza fresca gli sfiorò la pelle del viso, gli spettinò i ricci. Respirò a fondo e sentì i polmoni rinfrescarsi, prima di accendersi una sigaretta. La canzone cambiò. Partì "Doomed" dei Bring Me The Horizon. Amava quel sound. "You can have my heart" cantò prima di aspirare il fumo.

In questo mood Derek si abbandonò ad un rettilineo vicino la meta. Notò qualcosa muoversi infondo alla strada. Pensò che fosse un cane o un gatto che, all'improvviso, gli avrebbe tagliato la strada. Ma si sbagliava.

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