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Erano le 10:30 p.m. e io stavo sull'autobus diretta al Griffith Park.

Se c'era una cosa che avevo imparato dalla vita, era che dovevo riuscire a cavarmela da sola, perciò, non dissi niente a nessuno. Non so chi voleva vedermi, nè per quale motivo. Forse Caleb, pensai. Ma no, se voleva vedermi me lo avrebbe detto e basta.

Scendo alla fermata che dista pochi metri dal Griffith Park, e mi incammino. Chissà dove sarà questa persona, il parco è immenso, e non ho indizi per scoprire chi è.

Mi siedo su una panchina, se vorrà vedermi dovrà esse lei, o lui, a cercarmi.

Sono le 11:17 p.m. e non viene nessuno. Mi alzo e mi guardo intorno. Ci sono alcuni persone, ma non riconosco nessuno.

Qualcuno mi tappa la bocca, cerco di divincolarmi ma non ci riesco, quest'ultima mi porta dietro un albero.

Tutta vestita di nero c'è Serena Chip, più conosciuta come Barbie, che mi guarda con uno sguardo che se potesse mi ucciderebbe ora.

<<Senti, Holmes, Alaska, come vuoi che ti chiami? Da oggi per me sarai "Continente Che Nessuno Caga", che ne pensi?>>

<<Sempre meglio Alaska che Serena Chip! Il tuo cognome mi sa di cip, come se avessi perennemente iniettato un cip.>>

Faceva schifo lo so, ma non so come difendermi, il mio nome mi piace, e anche parecchio, è originale. Avrei pensato di andarmene ma sarebbe da vigliacchi perciò rimango qui a sentire cosa ha da dirmi.

<<Cosa vuoi Chip?>>

<<Che lasci la scuola e Caleb!>>

<<COSA!?>> non me lo sta dicendo sul serio vero?

<<Hai capito bene, sei soltanto una cicciona, se te ne andresti non cambierebbe a nessuno, anzi staremmo tutte meglio non è vero?>> disse urlando le ultime parole

<<Vero!>> dissero in coro le quattro pecore sue "amiche" che si porta dietro anche quando va a cagare. Spero vivamente che si diano una svegliata e non si facciano più mettere i piedi in testa da questa vipera un giorno.

Serena tira fuori un coltello dalla sua borsa e me lo mette al collo
<<Sbrigati a lasciare Caleb, altrimenti farò in modo che lui lasci te, hai capito?>>

<<No! Serena è meglio che mi lasci stare se non vuoi che finisca male!>>

Spinge di più il coltello nel collo, e sento un bruciore, segno che mi ha tagliato e sta uscendo sangue.

<<Hai capito?>> ripetè

Non risposi, mi limitai a chiudere gli occhi e a far uscire le lacrime.

Si alzò ridendo e se ne andò seguita dalle sue pecore.

I'm not a killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora