Zia Betta aveva concesso la sua massima disponibilità per ospitare Chiara a tempo indeterminato, a patto che riallacciasse i rapporti con i suoi genitori. Francesca poteva quindi ritenersi soddisfatta, non solo della gentilezza di sua zia, ma anche del buon cuore di Christian, che aveva offerto alla sorella un impiego nella speranza che il dovere la tenesse lontana da droga e pessime compagnie.
Chiara si era, così, congedata con l'umiltà di chi è divorato dal senso di colpa.
Francesca sapeva che sconfiggere la sua dipendenza sarebbe stato come scalare una montagna, ma voleva dare a sua sorella la fiducia e il supporto di cui aveva bisogno. Tutti commettono errori più o meno grandi e sentiva che l'ultimo gesto che poteva fare per aiutare Chiara era proprio quello di credere in lei, di darle la possibilità di riscattarsi.Si guardò allo specchio e fu piacevolmente sorpresa dalla sua immagine riflessa. Se non fosse stato per il contributo di Chiara, la spessa riga di eyeliner nero sarebbe parsa solo come una macchia informe di inchiostro sulla sua palpebra. Invece aveva l'aspetto di una diva d'altri tempi: occhi grandi e labbra rosso fuoco erano il velo di malizia che contrastava con i suoi tratti angelici. Si era vestita con cura per l'occasione, anche se le dispiaceva che Tommaso non avrebbe potuto vederla. Ma si sentiva talmente carina che era certa la sua sicurezza sarebbe stata captata dal suo accompagnare.
Le decolté color cipria, l'ampia gonna blu e la camicetta bianca di seta la vestivano con naturalezza ed eleganza. Lei che, come diceva Chiara, aveva il gusto di una vecchia cariatide, ora sembrava una signora pronta a conquistare il mondo.-Che fai lì al computer? Io vorrei uscire-
Francesca, fingendosi scocciata, tamburellò con le unghie sul legno della porta.
Tommaso si voltò verso di lei e scosse il capo.
-Sono pronto già da un'ora, stavo aspettando te. E' inutile che fai la spiritosa... Sai dove andremo stasera?- le chiese stuzzicandola.
-No, non ne ho idea perché non hai voluto accennarmi nulla dei tuoi piani. Spero tu non abbia organizzato qualcosa di strano, hai un'espressione che non mi convince, signorino Ferrari- osservò lei avvicinandosi.
Tommaso si morse il labbro inferiore e con un'aria da furbetto scrollò le spalle.
-Chissà... Non ci resta che scoprirlo. Mi passi la giacca? Chiamo un taxi nel frattempo- disse, portandosi il cellulare all'orecchio.
Al di là dei finestrini del taxi si stagliava il profilo della Milano notturna. Luci, gente, traffico.
Francesca, persa nei suoi pensieri, si girò a guardare Tommaso e si sentì come all'interno di una bolla, sospesa nel tempo e nello spazio. Quella sera era sollevata: Chiara, forse, non costituiva più un problema e le cose sembravano lentamente ritrovare la loro naturale collocazione.
L'unica cosa che ancora lei non sapeva definire era il suo rapporto con il bellissimo uomo che le sedeva accanto. Aveva scelto un completo elegante e raffinato per quella serata, si era legato i capelli e regolato la barba. Era evidente che anche lui ci tenesse particolarmente e lei si domandò che cosa lo avesse indotto a chiederle di uscire.
La considerava davvero solo un'uscita amichevole o forse Chiara aveva ragione quando le faceva notare i segnali di un interesse che andava oltre l'amicizia?
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Guardami
RomanceFrancesca, una ragazza semplice e sognatrice, si sposa giovanissima con il suo primo amore, ma dopo pochi anni di felicità, perde improvvisamente il marito e tutte le sue certezze. Vedova a soli ventisette anni, e in gravi difficoltà economiche, è c...