Three

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Subito pensai a quanto mi fossi trovata bene a chiacchierare con quello splendido ragazzo, quella sera,  ritrovandomi a dispiacermi per il fatto che probabilmente non lo avrei mai più rivisto.
《Justin》dissi per richiamare la sua attenzione, che mi accorsi di avere già solo dopo aver alzato il mio sguardo su ti lui, 《gentilmente,》continuai prima di raccogliere tutti i miei capelli su una sola spalla, girandomi e rivolgendogli la mia schiena, 《potresti abbassarmi la cerniera?》terminai, intendendo palesemente la zip del vestito.
《Credo sia destino finisca così》disse ironicamente, soffocando una risata e facendo un velato riferimento al nostro primo incontro, qualche ora prima.
Sorrisi anche se sapevo non potesse vedermi.
Cominciò a far scendere la zip del mio tubino nero, fin troppo più lentamente del necessario.
Di nuovo, come in precedenza, avvertii il suo fiato caldo a contatto dapprima con la cute dell'incavo del mio collo e poi con la parte alta della mia schiena. Rabbrividii involontariamente.
Potei immaginare il sorriso sghembo e malizioso sulle labbra di Justin, anche se non potevo davvero vederlo.
《Grazie》mormorai con voce abbastanza bassa, prima di rivoltarmi verso di lui, sapendo potesse udirmi perfettamente.
Non appena lo feci me lo ritrovai davanti, abbastanza vicino da poter avvertire ancora non solo il suo profumo, ma anche il suo respiro caldo sul mio décolleté, dal momento che non era ancora retrocesso. Così pericolosamente e tentativamente vicino.
Non potei fare altro che riperdermi un'ultima volta nelle sue iridi color nocciola, adornate da meravigliose pagliuzze dorate e verdi.
Alzò di poco le braccia, portando la punta delle sue dita a contatto con la parete dietro le mie spalle, bloccandomi dolcemente da entrambe i lati.
Il suo corpo si mosse piano verso il mio, mentre il suo viso era sempre più vicino al mio viso.
Non potei fare altro che interrompere il nostro contatto visivo per osservare le sue labbra perfettamente rosee, che vennero ammaliantemente inumidite sotto il mio sguardo.
Rialzai gli occhi, rincontrando i suoi, prima di fare un qualcosa che non seppi se fosse lecito fare.
Le mie mani raggiunsero il bavero della giacca del suo completo, attirandolo con gentilezza verso di me, finché le sue labbra non furono sulle mie.
Il bacio cominciò in maniera dolce, come un lieve sfioramento di labbra perfettamente idratate e congruenti, finché non strinsi di poco la presa sul suo colletto: a quel punto, la sua lingua entrò vigorosamente nella mia bocca, che fu più che felice di riceverne l'accesso, ricambiandone il fervore.
Ora le sue mani avevano pieno contatto con la parete dell'ascensore, spingendola lievemente, come il suo capo spingeva verso il mio ed il suo torace si scontrava col mio petto.
Allacciai repentinamente le mie braccia attorno al suo collo, facendo incontrare le mie falangi con i capelli sul retro della sua nuca, accarezzandoli ed alternando qualche tirata lieve di tanto in tanto.
Le sue mani, invece, si posarono d'un tratto ai lati del mio viso, trattenendolo voracemente, infilandosi poi tra i miei capelli e tirandoli con cura verso il basso della mia schiena, facendomi alzare ancora di più la direzione del capo verso il suo.
Non appena lo fece non potei resistere dal gemere debolmente nella sua bocca.
Poco dopo il mio gemito involontario, le sue mani possenti raggiunsero il mio sedere, stringendolo perfettamente in una maniera non troppo rude, abbassandosi poi all'altezza del retro delle mie cosce prima di sollevare il mio peso e far sbattere la mia schiena nuda contro il muro freddo, facendomi sussultare sulle sue labbra.
La mia gonna si era alzata quel tanto da permettermi di far allacciare le mie gambe attorno alla sua vita, mentre le mie mani si posarono una sulla sua guancia e l'altra sulla sua spalla. Potevo sentire i suoi muscoli tonici tendersi al di sotto della stoffa che lo ricopriva, eccitandomi ancora di più, se possibile.
L'ascensore si fermò, aprendo le sue porte con il tipico suono meccanico di un campanello che preannunciava avessimo raggiunto la nostra meta.
Tuttavia, né Justin né io interrompemmo il nostro bacio.
Provai dunque a staccarmi da lui, che però non mi permise altri movimenti, continuando ciò che stavamo facendo, e non me ne pentii. 
Le porte dell'ascensore ripresero a chiudersi, non fermandosi finché Justin non tirò un pugno sul pulsante per la loro apertura senza nemmeno guardarlo, sorreggendomi con l'altro braccio e senza propriamente smettere il nostro contatto.
Subito dopo uscì, rimettendomi in piedi nel bel mezzo del corridoio deserto, accertandosi che avessi il giusto equilibrio sui tacchi a spillo prima di lasciare totalmente la mia vita.  
Abbandonò i miei occhi solo per guardarsi discretamente intorno, sicuramente sperando di non essere stato visto od aver dato nell'occhio almeno quanto me, prima di ritornare sul mio sguardo, mentre io mi riaggiustavo l'orlo del vestito.
Rimasi semplicemente a sostenere di nuovo quel contatto visivo dopo aver controllato i dintorni come fece lui.
Le porte dell'ascensore si richiusero al nostro fianco.
《Ti andrebbe di seguirmi nella mia suite?》mi chiese spezzando il silenzio creatosi con una voce bassa e roca.
La sua espressione seria rimase plateale ed educata, mentre le sue iridi color oro brillavano in direzione delle mie.
In una frazione di secondo il mio cervello riflettè sul da farsi, calcolando ogni probabile situazione: accettare l'invito, sapendo che probabilmente sarei finita a letto con un completo sconosciuto che sarebbe rimasto tale anche dopo il suddetto rapporto, godendomi la serata in compagnia di uno splendido ragazzo dall'aria affascinante ed altamente intrigante, oppure rifiutare e tornare nella mia camera, dicendogli addio per sempre?
Il mio essere una brava ragazza, raffinata, seria, dai sani principi morali e con la testa sulle spalle mi portava a reclinare l'offerta, ma ogni fibra del mio corpo era sempre più attratta dall'uomo dinnanzi a me, mentre ero ancora su di giri per quello che era appena accaduto in ascensore e con le capacità decisionali abbastanza distorte dell'alcool, che stava facendo manifestare quella conosciuta sensazione di leggerezza in dotazione col terzo drink.
Completamente allibita da me stessa, assolutamente conscia del fatto che sarebbe stata la mia prima (e probabilmente ultima) avventura di una notte, per lo più con uno sconosciuto, decisi di accettare la proposta dell'angelo tentatore in piedi davanti a me, focalizzandomi solamente sul pensiero delle sue mani ancora sul mio corpo.
《Mi farebbe molto piacere》risposi in maniera suadente, sollecitata dal suo sguardo che non si era mosso per tutto il periodo del mio monologo interiore, seppur breve.
Accennò un sorriso decisamente malizioso, mentre il suo sguardo scese puntando su una frazione indefinita della tappezzeria rosso vino che ricopriva il pavimento ed il suo braccio serpeggiava attorno al mio busto, cominciando a dirigere i suoi passi verso quella che sarebbe stata la nostra prossima metà.
Dopo aver attraversato il lungo ed ampio corridoio ed aver svoltato un angolo, Justin si fermò davanti ad una delle innumerevoli porte bianche, estraendo la sua tessera magnetica e facendola scivolare con grazia e fluidità nell'apposita serratura elettronica, la quale luce divenne immediatamente verde, segno che si fosse aperta.
Entrò per primo, tenendo la porta dischiusa per me ed invitandomi a varcare la soglia con un cenno della mano.
《Permesso》sussurrai in maniera mansueta entrando in quella che veniva riduttivamente chiamata camera.
《Prego》rispose immediatamente Justin, richiudendo la porta alle nostre spalle e lasciando che avanzassi nell'atrio dalla luce calda e soffusa che sfociava direttamente nel ampio salotto: un insieme di divani in pelle nera dall'aria ultra comoda era disposto a ferro di cavallo attorno ad un coffee table, davanti ad uno schermo al plasma piuttosto grande. Alle spalle di quello scenario si poteva intravedere la stanza adibita a quella che sembrava una sala da pranzo o conferenze, dato l'ampio tavolo di cui potevo scorgere solo la porzione centrale.
《Gradiresti qualcosa da bere?》mi chiese il ragazzo dietro di me, accarezzando ogni parola con quella sua voce così seducente e lasciando che il suo respiro caldo si scontrasse di nuovo con la mia spalla per lo più nuda ed un lato del mio collo. Probabilmente aveva già capito che quel gesto mi faceva impazzire.
Mi morsi sommessamente il labbro inferiore, cercando di mantenere una composta quiete e rigirandomi verso di lui prima di far combaciare i nostri occhi per la trentesima volta.
《No, grazie mille. Sono a posto così》risposi educatamente, sorridendogli in modo plateale.
《Okay》pronunciò soltanto, mentre il suo sguardo scendeva lentamente verso le mie labbra.
Ben presto la sua mano fu posata ad un lato del mio viso, abbassandosi leggermente verso il collo, mentre le sue labbra erano sempre più vicine alle mie.
Morsi istintivamente il mio labbro inferiore, cercando ancora in vano di trattenermi, ma rimasi convinta per poco prima che la mia mano destra raggiungesse la giacca del suo completo, all'altezza del suo pettorale, ed accarezzasse la morbida superficie fino a risalire verso la spalla.
In un istante, le sue labbra soffici ed umide erano nuovamente sulle mie, plasmandole in maniera perfetta in un bacio lento e pieno di passione.
La sua mano raggiunse il retro della mia nuca, contemporaneamente alla mia che raggiunse la sua per giocherellare con i suoi capelli, spingendo delicatamente il mio volto ancor più vicino al suo, se possibile.
La sua mano libera afferrò improvvisamente la mia clutch, posandola distrattamente sul divano che era al nostro fianco senza interrompere il nostro contatto.
Sentendo riaffiorare quella sensazione di esigenza, volendo sempre di più, le mie mani si precipitarono al nodo della sua cravatta, allentandolo accuratamente fino a rimuoverla e poggiarla affianco della mia pochette.
Nell'intero processo potei sentirlo sorridere sulle mie labbra.
Apparentemente senza alcuna opposizione, entrambe le sue mani vagarono lungo il mio corpo, arrivando all'orlo del mio vestito e facendone alzare la gonna quel tanto che bastava per potermi prendere in braccio e far allacciare le mie gambe attorno alla sua vita.
Se per me era la prima volta in una situazione del genere, a giudicare dalla sua esperienza e scaltrezza, per lui non ero nemmeno quantificabile.
Continuammo imperterriti a baciarci anche mentre lui si dirigeva verso quella che pensai fosse la camera da letto.
Una volta entrati nella magnifica stanza, alla quale prestai sinceramente ben poca attenzione, venni riposata a terra, ma quella volta le sue mani non lasciarono la mia vita volontariamente.
Scrutando ogni sua espressione senza renderlo troppo esplicito, cominciai a levargli la giacca dello smoking, lasciandola cadere ai nostri piedi.
Si affrettò a spostare una spallina larga del mio tubino, facilitato dal fatto che la zip sul retro della mia schiena fosse già aperta, avvicinandosi quindi al mio collo e cominciando a lasciarci sopra una scia di baci umidi che ben presto mi fece gemere, facendo pendere il mio capo dal lato opposto alla sua posizione per donargli più spazio e chiudere gli occhi dal piacere.
Ripresi coscienza di me stessa, sempre più desiderosa, affrettandomi a sbottonare tutti i bottoni della sua camicia bianca, ultimo capo d'abbigliamento che ricopriva il suo busto.
Una volta completamente aperta anche quest'ultima, decisi di scorgere famelica il fisico che stava precedentemente celando, rimanendo più che sorpresa dalla presenza di alcuni tatuaggi nella parte alta del suo busto, ovvero una croce cristiana nella regione sternale ed una sequenza di numeri romani ed una corona relativamente all'altezza della clavicola destra e sinistra.
I tatuaggi erano in completa contraddizione con l'immagine che mi ero precedentemente fatta di lui, che immaginavo soltanto come il tipico ed ordinario uomo d'affari, per non dire noioso, nonostante e paradossalmente tutto di lui mi intrigasse.
In ogni caso, erano fonte di una piacevole sorpresa, in quanto in grado di eccitarmi ancora di più.
《Non ti facevo tipo da tatuaggi》dichiarai con voce spezzata e roca, completamente presa dalla situazione.
Trattenne un ghigno, mentre sfilai completamente la camicia dal suo busto lasciandola cadere sul pavimento, rivelando due braccia toniche delle quali una completamente tatuata dal polso alla spalla e l'altra con più di qualche tatuaggio sull'avambraccio.
Sorrisi a quella vista, sorprendentemente compiaciuta da ciò.
《Diciamo che sono difficilmente catalogabile》controbattè subito alla mia frase precedente, guardandomi osservare il suo corpo.
Sorrisi maliziosamente sollevando impercettibilmente un sopracciglio, alzando lo sguardo verso il suo.
Le sue mani raggiunsero prepotentemente i lati del mio viso, facendo ricongiungere famelicamente le sue labbra alle mie, mentre le mie scendevano lungo la sua pelle rovente e raggiungevano la fibbia della sua cintura e successivamente la chiusura dei suoi pantaloni, slacciandole entrambe.
Decidendo che fossi troppo vestita, mi allontanò, smettendo di baciarmi e facendo scendere le spalline del mio tubino lungo i miei fianchi, rimuovendo l'unica cosa che fasciava il mio corpo e facendo accasciare il mio vestito atterra su se stesso.
Per un momento fu lui ad osservare il mio corpo seminudo.
Osservandolo, piegai dapprima un ginocchio e poi l'altro, afferrando prima un tacco e poi il seguente e sfilando facilmente le mie décolleté nere prima di abbandonare distrattamente anch'esse al suolo, mentre il suo sguardo re-incontrò il mio.
Rimasi interiormente soddisfatta non appena notai che, per una volta, sembrava rimasto senza troppe parole, impegnato solo ad inumidirsi le labbra con la lingua.
Il suo stato di semi-smarrimento durò ben poco, ovvero finché non riprese cioè che stavamo facendo, continuando a svestirsi, togliendosi anch'essi le scarpe ed i calzini.
Ora ero rimasta in intimo, mentre lui aveva ancora addosso i pantaloni sbottonati del completo.
Mi avvicinai impercettibilmente a lui, dato che eravamo già a meno di un passo di distanza, afferrando gentilmente la fibbia della sua cintura e rimuovendola poi  tirandola lentamente con la mia mano destra, il tutto sotto il suo sguardo attento.
Ben presto raggiunse anch'essa il resto dei nostri indumenti.
Dopo aver raggiunto nuovamente la sua cinta, mi chinai sulle ginocchia, abbassando senza fretta anche l'ultimo capo d'abbigliamento che lo rivestiva, prima di arrivare all'intimo.
Mi rimisi in piedi dinnanzi a lui, fronteggiando il suo viso mentre i nostri sguardi si intrecciavano ardenti.
Pochi istanti dopo mi spinse con cautela sul suo enorme king bed rivestito da lenzuola in lino bianco, seguendomici poi sopra e sovrastando il mio corpo con il suo, reggendosi sugli avambracci per non pesare su di me.
Immediatamente ricominciò a baciarmi.
Baci famelici e pieni di passione, ma comunque non dati con  prepotenza od arroganza.
Lo sentii muoversi leggermente, in modo da poter così portare una sua mano lungo il mio corpo: partì dall'angolo della mia mandibola e scese lentamente lungo il mio collo, la clavicola, il lato del mio seno, accarezzando lievemente la coppa del mio reggiseno in pizzo nero con la punta delle dita e, successivamente, il lato del mio addome, il mio fianco scavalcando la stoffa del lato delle mie mutandine e raggiungendo infine l'esterno della mia coscia ed il lato del mio ginocchio, risalendola poi vellicandone la lunghezza su e giù per un paio di volte prima di raggiungere nuovamente il ginocchio e spostarsi leggermente verso l'interno, risalendo infine il mio interno coscia fino al pizzo che ricopriva il mio pube, dove il suo tocco divenne più intenso.
Mi feci involontariamente scappare un respiro appesantito nonappena le sue dita iniziarono a disegnare piccoli cerchi sul mio clitoride, al di sopra della stoffa che lo ricopriva.
Inarcai di riflesso la mia schiena, spingendo il mio bacino contro le sue dita, esigendo di più, mentre le sue labbra lasciarono un ultimo bacio sulle mie prima di scendere anch'esse lungo il mio collo, dove cominciarono a lasciare una scia di baci umidi. 
Le mie mani vagarono dai lati del suo viso alla sua nuca ed alle sue spalle, raggiungendo anche la sua schiena tonica, attirandolo verso il mio corpo con fermezza, ma con modi delicati, mentre il mio collo veniva naturalmente estroflesso per lasciargli più spazio per continuare la sua magia.
Senza fermare il lavoro riprodotto dalle sue labbra e dalla sua lingua, le dita della sua mano sinistra si  spostarono ed entrarono in maniera lenta, ma decisa, al di sotto dei miei slip, venendo finalmente a pieno contatto con la mia intimità già più che bagnata, riprendendo poi a tracciare qualche cerchio immaginario sul mio clitoride prima di infilarsi tra le grandi labbra e penetrarmi con un solo dito.
Un gemito sfuggì dalle mie labbra, mentre il ragazzo che mi stava sovrastando cominciò a muovere lentamente il dito dentro e fuori di me.
Il mio corpo cominciò a surriscaldarsi ancor di più, se possibile, mentre l'eccitazione prendeva totalmente il sopravvento sull'alcool.
Cominciò a succhiare alcuni punti precisi della mia pelle rovente, facendomi rivestire di brividi e continuando i suoi movimenti nel mio basso ventre, aggiungendo prima un secondo e poi un terzo dito in maniera graduale, dopo avermi lasciato il tempo di adattarmi alla sensazione.
Le mie mani tornarono sulle sue spalle, dove la sinistra si fermò, cominciando a tratteggiare lievi sfioramenti fino al lato del collo, mentre la mia mano destra continuò a scendere lungo il suo petto e, successivamente, lungo il suo addome scolpito, raggiungendo l'elastico dei suoi boxer Calvin Klein bianchi.
Continuando a gemere più frequentemente che di tanto in tanto, mentre i miei occhi rimanevano per lo più chiusi e la mia bocca lievemente socchiusa per il piacere, la mia mano destra raggiunse la zona che sarebbe stata in corrispondenza del cavallo dei suoi pantaloni, se solo ci fossero stati, potendo avvertire in maniera definita l'abbondante erezione che stavano contenendo i suoi boxer.
Cominciai a sfregarla con il palmo della mano e con delicatezza dall'esterno della stoffa, dall'alto verso il basso, mentre i miei fianchi spingevano sempre più prepotentemente verso la sua mano.
Dopo qualche istante, nel quale anche il suo respiro divenne percettibilmente più pesante, feci risalire le mie dita verso l'elastico dei suoi slip, dove mi soffermai per qualche secondo per ricreare una leggera suspance, prima di sollevarli lievemente ed entrarvi, prendendo contatto con la pelle subito al di sotto di essi.
Anche la mia mano sinistra raggiunse quell'altezza, in modo da aiutarmi ad abbassare leggermente l'unico indumento intimo che lo fasciava, prima di risalire lungo la sua schiena, mentre le destra accarezzò il suo membro prima di avvolgerlo e cominciare movimenti verso l'alto ed il basso, masturbandolo.
Un verso gutturale si spezzò nella sua gola dopo pochi istanti, mentre la sua bocca ritornò sulla mia, dove la sua lingua di introdusse, questa volta, prepotentemente.
Il mio cuore batteva fin troppo velocemente, pompando il sangue ad una pressione insana e, sembrava, tutto verso il mio inguine, mentre le mie tempie pulsavano in una maniera allucinante.
D'un tratto smise i movimenti della sua mano, staccandosi da me e rimanendo inginocchiato sul letto, guardandomi negli occhi per un istante dopo quella che sembrava essere stata un'eternità prima di afferrare velocemente i lati del mio perizoma ed abbassarli, facendoli scorrere lungo le mie cosce e le mie gambe prima di gettarli distrattamente al suolo con il resto dei nostri abiti.
Subito dopo riprese il suo lavoro, chinandosi verso di me, con il suo viso verso il mio, per poter ricominciare a baciarmi.
Nel frattempo, portai entrambe le mani sui suoi fianchi, facendo scendere il più possibile i suoi boxer prima di aiutarmi con la punta delle dita dei piedi a farli raggiungere le sue caviglie, finché con il suo aiuto non vennero totalmente rimossi, liberando finalmente definitivamente la sua erezione.
Sentento lui stesso che fossi già più che pronta e bagnata, allungò una mano verso il suo comodino, dal quale estrasse un profilattico, la quale busina venne portata alle sue labbra, dove i denti l'aprirono strappandola.

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