Seven

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Avere meno di sette giorni per poter impacchettare la proprio vita e trasferirsi in un'altra città non era esattamente una cosa semplice.
Era venerdì, tardo pomeriggio, ed avevo appena finito di controllare ed aiutare gli addetti della compagnia Atlas Van Lines che riempivano il loro camion dei traslochi con tutti gli scatoloni contenenti le mie cose. La loro direazione, naturalmente, era Seattle.
Da martedì ero rimasta nuovamente a casa dal lavoro per poter, non solo programmare, ma anche attuare il mio trasferimento.
Già da lunedì sera, prima di uscire dall'ufficio, io e Kendrick avevamo contattato uno dei proprietari delle case che aveva pensato di consigliarmi, ovvero quello della dimora che più mi aggradava dalle fotografie nel dettaglio.
Solo poche parole e qualche risposta ad un paio di mie domande più tardi e la casa era fermata. Terminata la telefonata avevo anche già spedito la somma richiesta per il subentro tramite la mia mobile banking. 
La mattina seguente sarei partita anche io con la mia auto per recarmi a Seattle e sistemare alla meno peggio la maggior parte delle mie cose, che mi avrebbero già attesa al mio arrivo ed in modo da essere pronta per lunedì...il grande giorno!
Ed, a proposito di grandi giorni, lunedì non sarebbe stato l'unico "grande giorno" della settimana successiva: Kendrick infatti, per il prossimo venerdì sera, aveva pensato di organizzare un party di beneficenza per far conoscere ai potenti di Seattle la nuova sede della Global Johnson che aveva appena aperto in città.
Insomma, sarebbe stato un modo carino per farci pubblicità e farci associare a nobili cause, cose nelle quali, comunque, Kendrick credeva fermamente.
Ad ogni modo, avrei mentito se avessi detto che non ero un minimo intimorita da tutte quelle cose: ero sicuramente abituata a lavorare sodo, ad essere un punto di riferimento per molti sul lavoro per via della mia già alta posizione di vice manager, di presenziare a feste, pranzi e cene di lavoro, ma era pur sempre la mia prima volta come manager di un'azienda, la quale oltretutto dava l'evento, quindi sapevo che sarei dovuta essere molto più sotto i riflettori di qualsiasi altro membro e di qualsiasi altra occasione.
Era ormai ora di cena ed, avendo la cucina svuotata, decisi poco saggiamente di ordinare una pizza: non avevo abbastanza tempo per poter fare attività fisica, quindi seguire un'alimentazione corretta, sana ed equilibrata era l'unico modo per mantenere la linea, perciò non ero assolutamente abituata a mangiare tali pietanze, ma non nego che erano sempre una gioia ogni sporadica volta che mi venivano servite.
Chiamata la pizzeria, che mi aveva confermato che sarebbero arrivati in una quarantina di minuti per consegnare la mia deliziosa cena, decisi saggiamente di utilizzare quel tempo morto per fare una doccia veloce e preparare qualcosa da vedere su Netflix direttamente dal mio laptop, visto che le mie tv erano state imballate con il resto delle cose già dirette a Seattle.
Corsi in bagno e mi accinsi a fare una doccia, aprendo l'acqua in maniera che potesse raggiungere la  giusta temperatura e preparando un asciugamano prima di togliermi i vestiti ed entrare nel box di vetro già saturo di vapore.

Terminata la breve doccia, vi uscii e mi asciugai, avvolgendo i capelli in un altro asciugamano. Dopodiché mi diressi in camera ed indossai il solo completo intimo che avevo tenuto con me, indossando subito anche la mia vestaglia in seta color avorio, spesso unico indumento con il quale giravo per casa.
Tornai rapidamente in bagno per potermi occupare dei miei capelli, pettinandoli ed asciugandoli sbrigativamente.
Una volta concluso anche con quelli mi diressi in salotto, ma non prima di prendere il mio computer.
Mi accomodai sul divano, sedendomi e poggiando la schiena sul un grosso cuscino posto davanti ad uno dei due braccioli e posizionando le gambe distese lungo l'usuale seduta, coprendomi con la grande, calda e soffice coperta in ciniglia e posizionando il Mac sulle mie cosce, già aperto ed operativo.
Entrai su Netflix, dando un'occhiata ai titoli del momento.
Sfortunatamente, nessuno dei film mi colpiva particolarmente, quindi pensai di cominciare a guardare una serie tv, qualcosa di avvincente e ben recensito dal pubblico.
Subito la mia attenzione venne catturata da uno show in particolare: How To Get Away With Murder - Le Regole del Delitto Perfetto.
Incuriosita dopo aver letto la breve trama introduttiva, cominciai subito a guardare il primo episodio, ma non appena fu in procinto di cominciare, suonarono alla porta.
Misi velocemente in pausa e balzai in piedi, certa che fosse il fattorino delle pizze, conferma che mi venne data non appena risposi al citofono.
Mentre il ragazzo stava salendo per raggiungere il mio pianerottolo, mi misi a cercare il portafogli nella borsa appesa all'attaccapanni in entrata, estraendolo subito dopo e facendone fuoriuscire una banconota da dieci dollari.
L'addetto alla consegna delle pizze raggiunse la mia porta lasciata appositamente socchiusa, bussandovi prima di annunciarsi. Aprii la porta e gli sorrisi: era poco più che un ragazzino.
《Buonasera》 disse pacato, ma visibilmente indaffarato e di fretta: dopotutto era venerdì sera e, come tale ed assieme al sabato, doveva essere una serata piena di lavoro.
《Buona sera》 replicai sorridendogli cortesemente.
《Sono sei dollari e cinquanta cents, Signorina》 disse, porgendomi il cartone che teneva tra le mani.
Presi la pizza e gli allungai la banconota che tenevo tra le mani insieme ed al di fuori del mio taccuino.
La prese, estraendo in contemporanea il portafoglio dalla tasca sinistra posta sul retro dei suoi pantaloni, posizionandola con il resto delle banconote prima di accingersi a cercare il mio resto.
《Il resto mancia》 mi affrettai subito a dire, sorridendogli ancora una volta.
《La ringrazio》 annuii con un piccolo cenno del capo quasi imbarazzato e guardando verso il basso, prima di riporre il portafogli e congedandomi, augurandomi buon appetito.
《Buona serata e buon lavoro》 ricambiai cortese, richiudendo la porta d'ingresso e rimettendo in borsa il portamonete prima di ritornare sul sofà, aprendo lo scatola che tenevo in mano ed ammirando la meravigliosa pizza margherita al suo interno.
Mi riposizionai sul mio precedente posto, poggiando il cartone col cibo sul coffeetable dinnanzi alla comoda seduta e ricoprendomi con la morbida coperta, posizionando il maniera consona il pc e schiacciando il tasto play prima di riprendere anche la pizza, già meravigliosamente tagliata in spicchi.
Cominciai a mangiare, gustandomi quella prelibatezza e rimanendo focalizzata su quello che sembrò essere il telefilm più meravigliosamente intricato di tutti i tempi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2017 ⏰

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