Six

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Il pensiero che fossero ormai finite le mie due settimane di più che meritata vacanza mi sembrava impossibile: il tempo era davvero volato.
Nonostante tutto, però, non potevo dire di non essere felice di tornare a casa ed al lavoro, perché non vedevo l'ora!
Era domenica, tarda mattinata, e stavo chiudendo le mie valige.
Chiamai il servizio in camera per farle prelevare dalla mia suit e farle portare al piano terra, dove sarebbero state caricate sul taxi prenotato poco prima.
Presi la mia borsa e mi accinsi ad uscire dalla stanza, prima di guardarmi intorno ed accertarmi di non aver dimenticato nulla.
Mi soffermai un attimo davanti allo specchio per guardarmi un'ultima volta, accertandomi che la mia camicetta bianca fosse in ordine e perfettamente sistemata all'interno del tubino nero a vita alta che stavo indossando.
Estrassi velocemente gli occhiali da sole Prada dalla mia borsa nera di Versace e camminai un'ultima volta fuori da quella che era stata la mia suit nelle ultime due settimane.
Mi diressi all'ascensore, incontrando anche l'addetto alle mie valige.
Arrivai finalmente in hall, proprio davanti al bancone della reception, già con il mio portafogli Louis Vuitton in mano e pronto  all'uso.
《Buongiorno! Vorrei saldare il conto della camera 2107》 dissi al receptionist, sorridendogli educatamente e porgendogli la mia chiave elettronica.
《Buongiorno Signorina. Con quale modalità vorrebbe effettuare il pagamento?》 chiese professionale.
《Carta, grazie. American Express》 precisai, estraendola dal portafogli e consegnandogliela.
Fece tutto ciò che doveva fare in maniera rapida ed efficiente.
《Prima di congedarla, Miss Hill, devo consegnarle questo》 disse riporgendomi la tessera, che riposi subito e sovrappensiero al suo posto all'interno del portafogli, mentre lo osservavo.
Egli si girò, cercando sul bancone alle sue spalle quello che credevo fosse l'oggetto in questione.
Si rivoltò verso di me porgendomi una busta bianca.
Supposi che la mia aria interrogativa fu stata abbastanza a chiedere informazioni, dato che cominciò a spiegarsi prima che potessi parlare per questionarlo a riguardo.
《Gliela manda il Cliente della stanza 2142. Non ho altre informazioni a riguardo.》 Concluse in fretta, senza perdere la sua composteza.
《La ringrazio》 dissi solamente prelevandola dalle sue mani, non avendo la minima idea di cosa potesse essere.
《Ad ogni modo, la sua auto è pronta, se volesse già avviarsi all'aeroporto. Mi confermano anche che i bagagli siano appena stati caricati.》 Proseguì.
《Perfetto. Allora partirò subito》 dissi distrattamente, ma cortesemente, pensando soltanto a voler aprire la misteriosa busta.
《È stato un piacere averla avuta come nostra ospite. Ci auguriamo che la sua permanenza qui sia stata all'altezza delle aspettative.》 Recitò la frase standard del congedo, seppur con un tono convincentemente servizievole e morbido.
《È stato tutto magnifico, arrivederla!》 Dissi soltanto, sorridendogli un'ultima volta.
Era la verità.
I tacchi a spillo delle mie Louboutin di vernice nera, caratterizzate dalla tipica suola rossa, picchiettarono per un'ultima volta su quel pavimento in quarzo bianco del piano terra dell'hotel, mentre mi dirigevo verso l'uscita aprendo la busta bianca ed esternamente priva di informazioni che tenevo tra le mani, gettandola subito nel cestino non appena varcai le porte di vetro automatiche che segnavano la soglia d'entrata ed uscita dell'edificio.
《Per quel drink a Seattle. Justin》 Lessi a bassa voce tra me e me, prima di vedere il numero di telefono che quelle poche e semplici parole precedevano.
Sorrisi scuotendo leggermente la testa, piuttosto incredula, immoralmente lusingata e  sorpresa dal mittente dell'oggetto in questione, riponendo il bigliettino a random nella borsa e salutando lo chauffeur che mi attendeva tenendomi la portiera della Cadillac nera lucida completamente aperta.

Il viaggio verso l'International Dubai Airport fu piuttosto veloce, per lo più trascorso a guardare e riguardare fuori dal finestrino quel meraviglioso panorama che era la città di Dubai, sempre così ricca, vistosa ed affascinante.
Pagato e congedato anche il mio autista, entrai con passo deciso all'interno dell'aeroporto, dirigendomi subito al check in per imbarcare le mie valige.
Una volta concluso quell'unico incarico, mi diressi verso i metal detector per i controlli della sicurezza, prima di passarli e dirigermi al mio gate l'imbarco.

Dirty Martini Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora