One

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Ultimai sbrigativamente il mio makeup, applicando del gloss sulle labbra prima di schioccarle controllando la mia immagine complessiva riflessa nello specchio.
I capelli lunghi e castani erano legati ordinatamente in un'elegante quanto semplice pettinatura all'altezza della mia nuca, lasciando libere le spalle ed il mio collo esposto.
I miei occhi scuri erano definiti da giusto un po' di ombretto e del mascara nero, e brillavano riflettendo la luce artificiale che attornava lo specchio.
La quantità di trucco che indossavo era davvero minima, svogliata, considerando il fatto che ero in vacanza e non era previsto che avessi questa cena di lavoro.
Kendrick, il mio capo, mi avrebbe sicuramente sentita non appena sarei tornata in ufficio, ma sapevo davvero di essere l'unica già sul posto e potenzialmente preparata a parlare con questo tipo di clienti.
Uscii dal bagno, pronta a vestirmi per affrontare quella che, alla fine, non sarebbe stata altro che una normale cena di lavoro, raggiungendo il mio armadio ed osservando le grucce sulle quali erano riposti in ordine tutti miei vestiti.
Optai per un semplice tubino nero e delle décolleté dello stesso colore.
Infilai il tutto rapidamente, trovandomi a fare i conti con la cerniera posta sul retro del vestito, non avendo nessuno che potesse aiutarmi a chiuderla.
Sbuffai sonoramente, incamminandomi verso la porta d'ingresso della mia suite, speranzosa che chiunque fosse passato di lì avrebbe potuto aiutarmi.
Erano passate le 7.00pm, ed il tavolo della lussuosa sala da pranzo dell'hotel era prenotato per le 7.30pm.
Aprii la porta, non trovando nessuno per il corridoio. Poco ma sicuro che fossero ancora tutti o nelle loro camere o già a mangiare.
Alzai gli occhi al cielo, già abbastanza spazientita.
Socchiusi la porta della mia stanza, uscendo e dirigendomi repentinamente verso l'ascensore che si trovava non appena svoltavi il corridoio perpendicolare a quello nel quale mi trovavo, sperando di incontrare qualche d'uno nel posto più consono ad un via vai di persone.
Mentre mi avvicinano alle porte di metallo serrate, un altro uomo fasciato in un completo nero fece lo stesso.
Più mi si avvicinava, più notavo che probabilmente sarebbe stato poco più che un mio coetaneo.
《Mi scusi》 dissi subito, prima ancora che si fermasse e mi raggiungesse.
Mi rivolse la sua attenzione, facendomi intendere con un tacito accordo di continuare la mia richiesta.
《Potrebbe gentilmente aiutarmi con la zip del mio vestito?》chiesi senza molte cerimonie, guardandolo negli occhi prima di girarmi e voltare la schiena verso la sua postazione, cercando di inquadrarlo con la coda dell'occhio.
《Certamente》rispose soltanto, prima di avvicinarsi a me ed accompagnare la cerniera verso l'alto, chiudendo totalmente il mio vestito in maniera non troppo veloce.
Avvertii il suo respiro calmo sul mio collo scoperto, prima di rigirarmi.
《La ringrazio》dissi soltanto, sorridendo educatamente al ragazzo che avevo davanti, guardandolo rispettosamente in quegli occhi color nocciola, forse miele. 
Aveva dei capelli castano dorati, raccolti in un ciuffo ordinato al di sopra della sua testa, leggermente ingellati, ma solo con quel poco di prodotto che bastava per domarli.
Il viso era pulito, con della parvenza di baffi sopra al labbro superiore, il naso perfettamente dritto ed una bocca a forma di cuore dalle labbra apparentemente vellutate.
《Non c'è di che》rispose semplicemente ed in maniera pacata, dopo essersi inumidito le labbra.
《Le auguro una buona serata》replicai un'ultima volta, riallacciando le nostri iridi prima di far scorrere uno sguardo sul suo completo scuro accompagnato dalla camicia bianca.
Senza attendere ulteriori parole da parte sua, mi girai, ritornando nella mia suite ove presi una clutch nera nella quale infilai il mio telefono, il portafogli e la tessera magnetica che fungeva da chiave elettronica della camera, prima di uscire chiudendo la porta di essa alle mie spalle, incamminandomi per raggiungere l'atrio e, successivamente, l'entrata della sala da pranzo.
Guardando il Rolex al mio polso scoprii di essere perfettamente puntuale: 7.23pm.

《Buona sera. Prenotazione a nome Hill》salutai e poi dissi soltanto, con tono pacato ed educato.
《Buona sera Ms. Hill. La faccio accompagnare immediatamente al suo tavolo》disse con tono professionale il direttore di sala, un uomo sulla quarantina.
Subito si materializzò al suo fianco un cameriere in frak piuttosto giovane, incaricato di accompagnare gli ospiti ai propri tavoli.
《La ringrazio. Sa per caso dirmi se il resto dei commensali sia già arrivato?》chiesi dopo averlo ringraziato per la prontezza del servizio.
《Certo. La stanno aspettando al vostro tavolo》 replicò prontamente. 
Gli sorrisi prima di seguire il giovane valletto.
Arrivata al tavolo, trovai ad aspettarmi due uomini vicini alla cinquantina avvolti in completi scuri, uno blu oltremare e l'altro grigio antracite. Entrambe si alzarono non appena intuirono chi fossi.
《Vi auguro passiate una buona serata. Buon appetito, signori》disse educatamente il ragazzo, lasciandoci soli.
《Signori, buona sera》esclamai a voce non troppo alta, sorridendo platealmente ai due uomini dinnanzi a me. 《Skylar Hill, vice manager della Global Johnson》continuai, sporgendo la mano verso le loro direzioni e stringendone in maniera sicura e vigorosa prima l'una e poi l'altra 
《Buona sera Ms Hill, è un piacere conoscerla. Sono Patrick Perkins》disse il primo, ovvero l'uomo con il completo blu, presentandosi. Aveva i capelli castano chiari e gli occhi cerulei, abbronzato: il tipico californiano. 《Piacere mio, Mr Perkins》risposi professionale, rivolgendomi poi al secondo uomo dal completo grigio, allungando la mano anche in sua direzione. Aveva gli occhi scuri, come anche i capelli, leggermente stempiati.
《Già, è davvero un grandissimo piacere conoscere il vice manager della Global. Io sono James Clayton》dichiarò infine.
《È un onore per me e per noi della Global Johnson poter avere un meeting con voi, anche se così informale》replicai, accennando un sorriso di cortesia.
Prendemmo finalmente posto.
《A proposito di informalità》 spezzò subito il silenzio il primo uomo, Patrick. Rivolsi a lui la mia attenzione. 《Mr Johnson ci ha annunciato che era qui a Dubai in vacanza, Ms Hill. Ci scusi per il disturbo, speriamo di non aver rovinato i suoi piani all'ultimo minuto》concluse.
《Giusto perchè lo sappiate: non avevo piani prestabiliti. Quindi, assolutamente nessun disturbo》dissi, sortidendo educatamente, una mezza verità: alla fine era reale che non avessi alcun impegno prefissato.
《In ogni caso, mi scuso per avervi fatto attendere》aggiunsi, non sapendo con esattezza da quanto prima di me fossero arrivati.
《Non si preoccupi Ms Hill: è stata questione di minuti》rispose, questa volta James.
《Molto bene, quindi, vi andrebbe dello champagne?》chiesi, pronta a mettere in atto le mie strategie per la serata.
《Certamente》rispose nuovamente Mr Clayton.
Alzai leggermente una mano con garbo, attirando l'attenzione di un cameriere, che arrivò immediatamente.
《Posso esserle d'aiuto, signorina?》disse prontamente, disponendo il suo palmare all'utilizzo.
《Cortesemente, ci porti una bottiglia di Besserat》richiesti sorridendogli gentilmente, non avendo bisogno di osservare la lista enologica, sapendo già cosa offrisse dato il mio soggiorno nel resort da quasi una settimana.
《Subito, madam》 disse, scoprendo tra la folla ed i tavoli.
《Signori, a noi》dissi semplicemente, rivolgendomi completamente a loro.

La cena si era appena conclusa.
Non era nemmeno da specificare il fatto che fossero rimasti colpiti positivamente da noi ed i servizi che offrivamo.
Ci eravamo alzati da tavola, attingendoci a raggiungere la console del direttore di sala.
Vedendo gli uomini attingere a parlargli, fui la prima ad aprire bocca: 《Metta tutto sul conto della stanza 2107》.
《Non ce n'è alcun bisogno, Ms Hill!》esclamò immediatamente Mr Perkins.
《La prego, Patrick, non si preoccupi minimamente. Questa sera siete stati miei ospiti》confutai. Kendrick mi avrebbe comunque rimborsata, quello poco, ma sicuro.
Annuii al capo sala, rimasto incerto sul da farsi, implicandogli di seguire le indicazioni che gli avevo precedentemente fornito.
《Spero abbiate passato una splendida cena. Vi auguro una magnifica serata》disse cordialmente l'uomo, dopo aver registrato il conto sulla mia suite.
《Meravigliosa. Arrivederci》 risposi educatamente, prima di cominciare a muovermi verso l'uscita e, subito dopo, verso l'atrio dell'hotel seguita dai sue signori alle mie spalle.
《La preghiamo di venire fuori a festeggiare con noi e di farci offrire qualcosa da bere, per lo meno》dichiarò immediatamente Patrick.
《Sono lusingata dal vostro invito e vi ringrazio sinceramente, ma sono davvero stanca. Spero possiate perdonarmi》 replicai immediatamente, cercando di non sembrare sgarbata.  In qualsiasi caso, non sarei mai uscita per locali con questi due over quarantacinque: la situazione sarebbe stata ambigua, dopo tutto, dato che con i miei 24 anni sarei potuta facilmente essere presa per loro figlia.
《Non si preoccupi, allora: sarà per un'altra volta》dichiarò sorridendo.
《Senz'altro! Inoltre, ci saranno molte probabilità future di brindare, dato che firmerete con noi!》esclamai, con più di un sorriso di circostanza sulle labbra.
《Sicuramente! Appena può ci invii le mail con i contratti in pdf. Siamo più che onorati di poterci affidare a voi》 replicò Mr Clayton.
《Sarà fatto.  Intanto, vi ringrazio per la magnifica serata》dissi soltanto, sporgendo la mia mano destra verso di loro, pronta a congedarli. 
《Grazie a lei, Ms Hill. E ci scusi ancora per aver interrotto le sue vacanze》continuò, stringendola e scuotendola, seguito dal socio.
《Di nuovo: nessun disturbo. A presto》li salutai prima di allontanarmi.
Decisi di prendere un ultimo drink al bar prima di risalire nella mia camera, cosciente del fatto che avessi bevuto solo mezza coppa di champagne all'inizio della serata, a differenza degli altri due commensali. 
Entrai nel grande bar del resort, arredato con mobili neri come il bancone lungo e lucidissimo, la quale parete esterna era un'enorme vetrata che dava sulla fontana del piazzale dinnanzi all'imponente struttura.
L'illuminazione era soffusa, composta in gran percentuale dalle luci della maestosa metropoli che filtravano dai finestroni alla mia destra, mentre la musica era piacevolmente bassa ed in sottofondo.
Raggiunsi il piano del barista,  accomodandomi su uno dei tanti sgabelli liberi, dato il poco numero di persone che non aveva prediletto un tavolo, godendomi la quiete e la solitudine di quegli ultimi giorni di vacanza.
Tolsi velocemente le poche forcine che tenevano in piedi la mia capigliatura, buttandole distrattamente e disordinatamente nella clutch, scuotendo lievemente la testa e facendola pendere verso la mia schiena, liberando finalmente la mia chioma ormai leggermente mossa, districandola con l'aiuto delle mie mani a mo'di pettine sul mio cuoio capelluto, massaggiandolo: odiavo tenere i capelli legati, anche se in maniera morbida.
Feci il cenno internazionale per ricevere l'attenzione del barman, prima di parlare una volta che si fosse girato verso la mia direzione.
《Un Dirty Martini》ordinai, in contemporanea a qualcun altro che era seduto alle mie spalle.
Mi girai per capire chi fosse, perplessa, non capendo se ordinasse per me o, semplicemente, il mio stesso drink per se.
《Mi perdoni, non avevo notato che stesse per ordinare anche lei》disse un ragazzo, che ora era davanti a me.
Dopo qualche secondo mi accorsi che fosse lo stesso ragazzo dell'ascensore, quello che mi aveva aiutato in precedenza con la zip del vestito.
Sorrisi, non sapendo se mi avesse riconosciuta.
《Non si preoccupi》dissi soltanto in maniera gentile.
《Aspetti》 esclamò nuovamente, 《Lei è la ragazza della cerniera, non è vero?》mi chiese subito, sorridendo stupito.
Risi in maniera lieve.
《Sì, sono io. Piacere, Skylar》dissi, senza cambiare l'espressione delle mie labbra e porgendogli la mia mano.
《Piacere mio, Justin》 concluse stringendola. 
《Ad ogni modo, grazie ancora per prima》 dissi sinceramente.
《Non si preoccupi, davvero》mi rispose, donadomi la visuale del suo sorriso perfetto.
《Due Dirty Martini》rettificò poi al barman, riprestandomi la sua attenzione, dato che non mi ero ricomposta per girarmi.

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