Rieccomi qua, questa stanza sembra ancora più buia adesso, la colazione come al solito faceva schifo, un miscuglio di odori e sapori Uniti in un'unica poltiglia.
Le condizioni delle mura stanno peggiorando, cadono letteralmente a pezzi e io mi diverto a peggiorare la situazione, naturalmente.
Non so neanche che ore siano ma immagino più o meno le nove, i raggi del sole che invadono la stanza attraverso la piccola finestra sopra il letto sono deboli.
"Dev'essere bello fuori"
La porta della mia stanza si apre.
《Tieni!》grida l'uomo vestito di rosso buttandomi una piccola scatola bianca ai piedi.
Mi chino e la raccolgo.
《Bevile!》 Mi ordina, l'ultima volta mi sono ridotta con due costole rotte, da allora preferisco obbedire.
《Allora mi hai sentito?!》 Grida impaziente.
《Si signore!》 chino il capo e apro la scatola, ci sono due pillole, una blu e l'altra rossa.
《Brava biondina》 conclude lui avvicinandosi a me con una sguardo malizioso, con il bastone mi alza il mento e mi costringe a guardarlo.
《Piccola troia!》 Mi sputa in faccia prima di essere richiamato dal suo collega.
Questa volta l'ho passata liscia, solitamente è peggio.
Prendo le mie pillole e mi distendo nel letto, il soffito è ancora più grigio e umido del resto della stanza, alcune ragnatele svolazzano qua e là.
Il bagno non è molto distante, dall'altra parte della stanza c'è un piccolo wc, un lavandino e sul muro uno specchio piuttosto piccolo.
Mi avvicino al lavandino per bere, ovviamente l'acqua non è potabile ma qui ci dobbiamo accontentare.
Mi sciaquo la faccia velocemente e mi asciugo con un lembo della maglietta che indosso, le occhiaie che incorniciano i miei grandi occhi castani sono sempre più scure e profonde, i capelli biondi cadono soffici a boccoli intorno al seno, ne prendo una ciocca ed inizio a giocarci, sono molto morbidi nonostante qui ci laviamo solamente una volta alla settimana.
Ho gli occhi pesanti, ma non voglio dormire.
È ormai un anno che sono rinchiusa dentro questo manicomio,
Non ho mai capito il perché, IO NON SONO PAZZA. Ma potrei diventarlo.
Mi guardo velocemente attorno e nonostante conosco a memoria la stanza, continuo a studiarla, è una piccola gabbia umana tutta in cemento, a destra i sanitari, a sinistra il sudicio letto munito di una coperta e un cuscino.
Il mio passatempo preferito è disegnare.
Disegno sotto al letto con una pietra appuntita, qui i passatempi sono vietati.
Mi avvicino ancora una volta allo specchio, il mio riflesso trasmette più tristezza di qualsiasi altra cosa mi circondi.
Vorrei piangere ma il mio corpo si rifiuta.
Sposto il letto, prendo la pietra appuntita e inizio a disegnare.
Sto disegnando un cavallo, io adoro i cavalli, mio padre li amava e ne avevamo diversi.
《Signorina!》 Una voce di donna riecheggia nella mia stanza, sobbalzo impaurita, rimetto al suo posto il letto e butto la pietra.
La porta si apre e vengo invasa da uno strano profumo, forse alle rose.
Qualche secondo dopo una donna entra nella mia stanza:
《Allora andiamo?》
《D..do..dove?》chiedo impaurita.
La donna mi sorride.
《Allora, ti sbrighi?!》 Esclama due secondi dopo alzando il bastone che accarezza con l'altra mano.
《Si, signora》 rispondo decisa e a testa bassa percorro la mia stanza a grandi passi.
《Sarà meglio!》conclude lei guardandomi male.
Mi conduce per un lungo e stretto corridoio scuro, sono circondata da stanze. 230-229-228-227....
I miei occhi percorrono tutta la lunghezza del corridoio, chissà quanta gente è rinchiusa qui dentro.
Improvvisamente giriamo a destra per arrivare in una grande stanza altrettanto grigia come il resto della struttura, un gruppo di persone sono messe in fila indiana, qualcosa mi dice che dovrò fare altrettanto.
《366b12, signore.》 Dice la donna atraendo la mia attenzione. Quello era il codice inciso sul mio braccio destro. Io non avevo un nome, io era 336b12.
"Con chi sta parlando?" Mi chiedo.
Qualche secondo dopo un uomo minuto spunta da dietro un ragazzo della mia età, in realtà, tutti sembravano avere la mia stessa età.
《Può andare Sckiner!》
La donna mi spinge verso il gruppo poi gira i tacchi e se ne va a testa alta.
《Accomodati vicino agli altri ragazza.》mi ordina l'uomo facendomi cenno con il braccio verso la fine della fila.
《Un attimo che vengo subito da te.》
Conclude dirigendosi nuovamente verso il ragazzo che lo guardava con il terrore negli occhi.
Sento il cuore in gola, non trasmette niente di buono l'atmosfera che ho attorno, tutti sembrano terrorizzati e nonostante siano pazzi, qualcosa mi dice che hanno un buon motivo per esserlo.
Un odore di ferro mi invade le narici, mi guardo attorno, anche gli altri sembra l'abbiano notato ma a differenza di me, non hanno il coraggio di girarsi.
Guardo l'uomo minuto, e mi sbilancio all'indietro per capire meglio cosa fa.
La schiena del ragazzo è piena di sangue che gocciola initerrottamente sul pavimento grigio.
Trattengo un urlo e uso il mio massimo autocontrollo per non iniziare a correre, sarei fregata.
Prendo il viso fra le mani e stringo gli occhi per chiarirmi un attimo le idee poi mi sbilancio nuovamente all'indietro per capire meglio che cosa succede.
L'uomo lavora con un enorme forbice appuntita e della lunghe pinze.
Per quello che riesco a capire, studia la colonna vertebrale del ragazzo.
Lo studio per alcuni secondi, indossa una vestaglia bianca e lunga ormai impregnata di sangue, sotto si intravedono appena, i larghi pantaloni verdi e le scarpe bianche.
I suoi capelli sembrano molto fini e rari, e gli occhi scuri trasmettono cattiveria.
"Lurido mostro" penso, mentre sulla mia faccia appare un inconfondibile espressione schifata.
《Hai molto coraggio signorina.》 Le sue labbra si muovono lentamente e il mio cuore impazzisce, il sangue mi pulsa nelle orecchie e l'istinto mi dice dice di scappare ma non saprei dove andare e le guardie mi catturerebero subbito.
Vorrei dirgli un ~mi dispiace~ ma ho paura di peggiorare la situazione quindi abbasso lo sguardo e deglutisco rumorosamente.
《Un attimo che sono subbito da lei》ripete ancora, le sue parole rimbombano nella stanza, il silenzio è imbarazzante.
Poi un tonfo, mi giro e il ragazzo è ormai a terra. Non respira più.
《Ah .. accidenti! Un altro esperimento non riuscito!》 Esclama l'uomo mentre si pulisce le mani con fare disinvolto.
《Robert!》 Un uomo sulla cinquantina si presenta immediatamente nella stanza.
《Si, signore?!》
《Brucialo!》 Esclama il verme indicando il cadavere del povero ragazzo. Robert lo trascina fuori dalla stanza sotto gli occhi scandalizzati di tutti, lasciandosi una striscia di sangue dietro.
《Allora Signorina, mi dimostri il suo coraggio!》guardo i suoi occhi neri, ho la pelle d'oca, non trasmettono niente, neanche un briciolo di pietà.Allora ragazzi, mi scuso anticipatamente per eventuali errori grammaticali.
Sto scrivendo con il cellulare ed è molto probabile sbagliare.
Provvederò a correggere sicuramente il prima possibile.
Vi ringrazio per aver letto questo primo capitolo e vi prego di lasciare un piccolo voto se vi sembra interessante.
Un bacione.
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¿Le Stelle Cadenti¿
Fantasy336b12 o Jasmine? Pazza o sana di mente? Il manicomio che l'ha intrappolata ha i giusti motivi per farlo o è condannata a una vita di misera ingiustamente? Ma sopratutto, il suo nuovo compagno di giochi perché è apparso così, all'improvviso? Jasmine...