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Ho appena finito di fare la doccia, Jacob si è rifiutato per fortuna.
Un pensiero in meno, al solo pensiero di dovermi mostrare nuda davanti a lui le guance mi prendo a fuoco.
Adesso cammina avanti e indietro per la camera come se la stesse perlustrando.
Finalmente lo vedo muovere e anche se è ancora sovrappensiero sembra più umano, almeno non somiglia più così tanto  ad un robot, non parla ancora ma ogni tanto mi degna di uno sguardo.
Oggi fa più freddo del solito, credo si stia avvicinando dicembre.
《 non hai freddo?》 Gli chiedo con la voce di una bambina innocente.
Lui si gira lentamente verso me, è quasi inquietante il suo sguardo.
《no.》 Risponde secco, con lui non si può essere gentile.
Con lui non si può neanche parlare.
《 come hai fatto a sentire la guardia oggi?》 Era una domanda che mi frullava per la testa da troppo tempo ormai, quindi decido di fargliela nonostante so già quanto le domande lo infastidiscono.
《 Come mai sei così curiosa ragazzina?》 Ragazzina!? Come si permette?
《 cosa ti fa credere che io lo sia?》 Gli chiedo sgarbata, il mio tono di voce mi tradisce, si capisce immediatamente quanto la parola "ragazzina" mi dia fastidio, è lui ne è indubbiamente divertito.
《 cosa una ragazzina?》 Sottolinea la parola ragazzina con fare malizioso. Lo sto già iniziando ad odiare!
《 sei uno stronzo!》 Esclamo con la voce di una bambina viziata.
《 e tu una rompi palle.》 Lui è calmo, come sempre d'altronde.
《 ma cosa cazzo ci fai qui!?》 Questa volta sono visibilmente arrabbiata, sto quasi gridando e lui ne rimane  scioccato, sgrana gli occhi, si ferma per qualche istante, mi guarda, e poi rinizia a  camminare avanti e indietro per la stanza.
Non parla, tiene le braccia dietro la schiena, e assomiglia tanto ad un soldato.
Decido di lasciarlo vivere nel suo mondo.
Per me è arrivato il pranzo, se non fosse così antipatico gli offrirei metà del mio pasto ma so già che mi rifiuterebbe senza farsi troppi pensieri.
Il resto della giornata passa in modo drastico, Jacob che gira per la stanza è che ogni tanto si rischiacqua la faccia come se si volesse togliere dalla testa  dei brutti pensieri ed io che lo osservo continuando a chiedermi cosa mai gli può  passare per la testa.
Dopo cena riprovo a riaprire una conversazione ma Jacob mi rifiuta senza troppi rimorsi.
Lo guardo male e mi infilo sotto le coperte.
Nel giro di pochi minuti le luci si spengono.
Ormai è tardi.
Siamo obbligati a dormire.

Mi giro e rigiro nel letto, non riesco a prendere sonno, sento il respiro pesante di Jacob addosso.
Mi sento osservata, non riesco a vederlo e sinceramente sto iniziando a preoccuparmi.
La coperta viene tirata via.
Due mani fredde mi accarezzano le gambe.
《Piccola troia.》
La voce Jacob è calma come non mai,
Sento il cuore in gola, inizio a gridare ma lui mi blocca le braccia attaccandole al materasso con le sue stesse mani. Mi ribello, ancora e ancora, ma lui non mi lascia andare.
Lo sapevo, Lo sapevo che c'era qualcosa di strano in lui.
《 ti prego, ti prego lasciami andare!》 Grido fra un singhiozzo l'altro.
Le lacrime mi incorniciano il viso,
La risata malefica di Jacob mi fa ancora più male, lui si diverte, è ovvio.

《Jasmine! Jasmine!》
《Jacob ti prego!》 Lo imploro ancora.
《Ti prego lasciami andare!》
《Jasmine! Svegliati!》
Apro gli occhi, Jacob mi regge le spalle con  le sue enormi mani. Sembra preoccupato, ma nel giro di pochi secondi riassume la sua espressione neutra, un espressione che non tralascia trasparire nessun tipo di emozione.
È ritornato ad essere un robot.
Salto immediatamente fuori dal letto.
Lo guardo e ci metto un Pò a realizzare che era tutto un incubo.
《La ragazzina, fa brutti sogni?》
Lo guardo male e lui mi gira le spalle.
《Preferirei dormire la notte, non sentire la tua voce che chiama il mio nome disperatamente.》Continua poi con la stessa voce calma di sempre.
Divento rossa, ora cosa gli dico?
《Scusa.》 Riesco a pronunciare.
Mi vergogno troppo.
E ancora seduto sul mio letto, mi sta ancora dando le spalle.
《Cosa stavi sognando?》 La sua voce è più dura adesso.
《Ehm .. io ... io, no niente tranquillo.》
Non saprei come spiegarli che stavo sognando un suo tentato stupro nei miei confronti.
《Jasmine.  Dimmelo.》 Non è più una domanda, adesso è un ordine.
《Tu non puoi darmi ordini!》
Provo a cambiare discorso, ma fallisco miseramente.
《Oh si che posso invece. Ora dimmi cosa stavi sognando Jas.》Gira la testa verso di me per guardarmi. Ho la pelle d'oca.
Non so se risponderli oppure no.
Ma alla fine decido di dirglielo.
《Ehm.. tu, tu mi stavi stuprando.》
Un espressione di disgusto appare sul suo viso.
《Perché mai questi sogni Jas?》
《Io.. io non lo so》
Improvvisamente si alza dal mio letto e va al suo solito posto.
Lo intravedo nel buio fra i raggi lunari che questa notte sono più potenti che mai.
Si siede e chiude gli occhi.
《Buonanotte Jas.》
《Buonanotte jack.》

Aspetta.
Come fa a conoscere il mio nome?
《Jack?!...》

¿Le Stelle Cadenti¿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora