- Sarah. Sveglia. Ho bagnato questo alla fontanella. Passalo sul volto. Già stai meglio. Il rossore è scomparso. Per il labbro dovrai aspettare un po'.
Mi fermo a fissarle la bocca. Dio, ma che mi sta succedendo!
- Buon... giorno.
- A te. Purtroppo non posso offrirti caffè o una colazione decente. Anzi. Dovremmo metterci alla ricerca.
- Alla ricerca?
- Sì di un cellulare, di qualcuno che ce lo presti per chiamare. Tu hai qualcuno a cui telefonare?
- Grazie per il giubbotto.
La vedo raffreddare la sua voce e prendere le distanze.
- Sì. Troviamo qualcuno.
Sistemo la chitarra sulle spalle e le finisco di tamponare il fazzoletto sul volto.
- Chi vuoi chiamare?
- Mio... padre?
- Certo. Se chiami il tuo, non c'è bisogno che avvisi anche il mio allarmandolo inutilmente.
Mi alzo e la prendo per mano. E inizio a camminare. Lei non potesta e ci facciamo almeno dieci minuti in silenzio, attraverso strade di... campagna!
- Pensi prima o poi troveremo qualcuno?
- Qualche negozio sicuramente.
Spero che quello che ho detto sia vero. Qui non c'è manco il cavolo!
La ghiaia comincia a sentirsi forte sotto i piedi e vedo che anche lei è piuttosto stanca.
- Guarda laggiù vedo un tabacchi. No è un alberghetto.
Finalmente! Abbiamo trovato vita su questo cazzo di paesino.
- Pensi di farcela fino a lì? Se ci arriviamo chiediamo di farci telefonare, gentilmente e... chiami tuo padre.
- Ok.
Prendiamo la strada, divorandola sotto i nostri piedi perchè senza mangiare e senza dormire e un po' complicato mantenersi in piedi e in forze.
Meno di cento metri. Cinquanta. Venti.
"Motel Nassao"
E vabbene. Penseranno che siamo venuti per una fuga romantica, ma lo spiegherò io a suo padre.
- Buongiorno.
Lascio la mano di Sarah e le indico un piccolo divanetto sulla mia sinistra. Mentre lei va a sedersi, cerchiamo di convincere il tizio dietro la scrivania.
- Salve. Buenos dias!
Troppi sombrero: uno sulla scrivania, due appesi alle sue spalle e uno sulla sua testa. Gli mancako solo i baffi e sarebbe perfetto come attore per una di quelle pubblicità di mio padre!
Nike, Nutella, Coca Cola, estathè... tutte idee sue questi spot. Speriamo non mi uccida appena torno a casa.
- Senta segnor. Nosotros siamo...
- Guarda che sono americano.
- Si si, ho visto i sombrero...
Vabbè prima figura di merda? FATTA!
- Ecco, io e la mia ragazza siamo capitati per caso in questo paesino, abbiamo sbagliato treno e siamo arrivati fin qui dalla stazione a piedi.
- Ah, ah...
- Sì... e volevamo sapere, visto che il mio cellulare è scarico, se potevamo approfittare della sua gentilezza e fare una chiamata sul telefono di questo motel.
- Se non ha una camera prenotata, non posso farle utilizzare il telefono. No camera, no telefono.
E mi piazza davanti il cartello della tariffa di una camera a notte a persona.
Ma guarda 'sto coglione!
- Sarah? Dice che per poter chiamare, dobbiamo per forza occupare la camera per una notte.
La notizia non la scompone. Anzi.
- Aspetta qui. Lascia parlare me con lui. Siediti al posto mio.
Mi siedo, poso la chitarra accanto alla mia gamba e aspetto di vedere cosa sa fare.
Intanto mi guardo un po' intorno. Un divano stile vintage di un orrendo marrone, due teste di renne appese ai muri e un altro orrendo sombrero dorato appeso al muro. I muri sono rivestiti da una carta da parati di un ocra orrendo, con una fantasia strana...
Ma la mia attenzione ora è su Sarah. Due secondi e le fa mettere le mani sul telefono. Non posso impicciarmi delle cose sue. Mi sto qui e aspetto che mi faccia sapere qualcosa.
Attacca. Qualche parola con Mr. Sombrero e ritorna verso di me.
- Allora?
- Mio padre ha detto che prima di domani mattina non può venire a prenderci e... quindi stiamo wui. Il signore alla reception si è afferto di darci un pasto e la cena per stasera. Mio padre gli ha pagato la camera tramite carta.
- Quel tizio si è offerto di darci un pasto? Forse vuoi dire che tuo padre gli pagherà anche quello! Spilorcio com'è non ci credo!
- Ci credi o no, io vado a prendermi la chiave e inzio a salire. Sono stanchissima. Ti puoi occupare tu del cibo? Ti darà tutto quello di cui hai bisogno.
- Certamente.
Come ha fatto, non so. Prende la chiave e mi lascia nella stanza.
- Mi scusi. Per il cibo, come devo...
- Per mangiare, deve prendere dalla stanza buffet due vassoi e riempirli con quello che vuole. Poi se li porti su.
- Ho notato che nel vostro hotel sono molti i vantaggi e i confort...
Con la sua faccia seria, mi guarda come se volesse uccidermi e mi guarda dall'alto in basso.
- Niente musica in stanza! Non voglio sentire lamentele!
Ah, la chitarra.
- Non c'è alcun problema. L'ho portata con me, ma non la suono, stia tranquillo.
- Buonanotte!
Mamma mia, che ospitalità in questo posto. Devo ricordarmi il nome e su TripAdvisor devo lasciargli la mediaglia nera!!!! Mezza stella e una recensione coi fiocchi. E per finire gli faccio vedere dove infilarsi quei sombrero...
Finalmente ho trovato la stanza buffet. Una camera di un metro per un metro, piccolissima.
Prendo un vassoio di quelli che ci sono in pila su una sedia e penso a cosa possa piacerle da mangiare. Opto per cose scontate. Pollo, pasta al sugo, formaggio, insalata, frutta e aggiungo anche dei muffin. Non so se questa roba è commestibile, ma con la fame che ho nemmeno il vassoio gli riporto giù a Mr. Sombrero.
Riempio il vassoio fino al limite, ma come il cretino, non mi son fatto dire il numero della stanza.
- Mi scusi, il numero della stanza...?
- 127!
E come il pazzo indica un cartello appeso al muro con su scritto:"Fare silenzio nella hall."
Nella hall????!!! Ma se sembra un museo western andato a male?
Sorrido e senza dire un'altra parola, salgo per le scale.
124, 125... 127!
Prendo la chiave che mi ha dato Mr. Sombrero e faccio fatica ad aprire e chiudere la porta con il vassoio e la chitarra. La poso sul letto e metto le chiavi sul comodino. Poso il vassoio su un piccooo tavolino nella stanza.
- Sarah, ascolta, non so che ti piace mamgiare, ma ho preso un po' di tutto. Pollo, insalata...
E come il coglione che sono, apro la porta che trovo sulla destra, pensando fosse uno stanzino, non so e invece mi ritrovo Sarah completamente nuda mentre si guarda allo specchio il corpo pieno di lividi.
- Esci subito da qui!!!!
- No.
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Your hero
RomanceMike Smith è un ragazzo semplice, genuino e tanto dolce, forse troppo snobbato dalle ragazze del suo liceo. È arrivato anche per lui il momento di trasferirsi al college, un mondo tutto nuovo per lui, dove fare amicizia e scoprire qualcosa in più su...