Leonardo.
Non capisco perché si sia arrabbiata tanto, Veronica.
Forse sono stato un po' sgarbato, ma ho sempre pensato che lei potesse comprendermi, invece di impicciarsi sempre negli affari miei.
«Leo, se n'è andata.» dice Andrea posandomi una mano sulla spalla.
«E quindi?» sbuffo sedendomi ex novo sul divano e non vedendo l'ora di tornarmene a casa.
Mi manca qualcosa, forse l'alcol o il fumo, ma non ho nessuna intenzione di tornare alle tre di notte ridotto come un rottame e probabilmente avendo scopato una sconosciuta o due.
Andrea mi si siede affianco e prende a fissarmi in una maniera che detesto: se ha intenzione di farmi la predica per come rispondo, si becca un pungo sui denti.
«Parla con me. Ti ascolto.» proferisce invece, lasciandomi sbigottito.
Assomiglia a un fratello, un fratello che non ho mai avuto.
«Cosa devo dirti- sospiro guardando fisso, adesso, il mobile del vecchio salotto, sembra diventato molto interessante- sono
tornato un bambino.»
Lui ridacchia, facendomi sentire stranamente capito.
«È per lei?»
«Sì.» rispondo sussurrando e mi
meraviglio per un attimo di non averlo mandato al diavolo per averla nominata.
Sento che devo parlarne con lui, perché non mi giudica e non mi ride in faccia.
«Se ti manca diglielo. Se invece vuoi solo scopartela ti chiedo di lasciarla stare.»
Strabuzzo gli occhi e lo studio:«Non sono queste le mie intenzioni.»
«Tu le piacevi davvero. Si potrebbe anche dire che ti amasse. Ma hai preferito fare il
pezzo di merda come al solito.»
Adesso i miei pugni di stringono: ritiro tutto quello che ho detto prima.
Mi sta insultando, ma forse è per il mio bene, tutto sommato.
«Lo so, ma è perché non sapevo come altro
comportarmi.»
«Non ci voleva molto- stringe un bicchiere tra le mani e butta giù l'ultimo sorso- le ragazze non pretendono tanto. O almeno, non tutte. Camilla era semplice. Voleva solo che tu fossi sincero.»
«Dici che si è già trovata un altro?» chiedo imbarazzato mordendomi il labbro.
«Che ti cambia anche se fosse, scusa?»
«Niente.» sussurro sentendomi stupido.
Il solo pensiero di lei con un altro mi fa tremare le ginocchia e la voglia di prenderlo a pugni sarebbe alle stelle.
Ma, d'altronde, io non ho fatto altro che trovarmi qualcuno di diverso ogni volta che ne ho avuto l'occasione.
Mi dispiace, ma non posso farci niente.
Le cose sarebbero andate diversamente se io fossi stata un'altra persona.
«Aiutami.» proferisco, risultando patetico e disperato come non lo ero mai stato prima d'ora.
«Leo...»
Lo interrompo e le parole escono dalle mie labbra più rapide del vento, quando il vento è forte.
«Non ora, Andre. Veramente, ho bisogno di aiuto... forse ho qualcosa che non va nel cervello, ma per troppe volte ho lasciato correre.»
«Leonardo, ascoltami.»
«No! Ascoltami tu, per favore. Devi darmi una mano, forse posso migliorare. Il tempo è mio nemico, lo sconfiggerò. Andrò da lei domani stesso e le dirò tutto.»
La frase sul tempo è più idiota di quanto credessi, ma nel pronunciarla mi ero sentito figo.
«Leonardo. Non posso aiutarti.»
Sospira e diventa paonazzo.
«Perché?» sghignazzo prendendolo in giro.
«Sta con un altro. È finita, arrenditi.»-----
Corto ma intenso, che ne pensate ? Fatemelo sapere con più commenti possibili
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I am your baby.
RomanceSequel di "I want to be your baby" «Mi dà fastidio il modo libidinoso in cui ti guarda- prende un forte sospiro per poi sedersi sul bordo del letto- so benissimo che la cosa non dovrebbe riguardarmi, ma Camilla...» si interrompe ed io resto di sasso...