XV - IL DESIDERIO

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Leonardo.
«Allora, a quanto pare ci vedremo molto spesso.» proferisce Eric posandomi una mano sulla schiena.
«Sì, sono felice che abbiate accettato.»
«Per noi è un piacere.»
Gli sorrido e faccio per procedere al piano inferiore, ma la sua voce squillante mi chiama.
«Ah, un consiglio- aggiunge discretamente, come se fosse un segreto- i ragazzi che lavorano al piano superiore sono un po' particolari. Non essere troppo scontroso con loro, te lo dico per esperienza.»
Annuisco infastidito, ma me lo tengo dentro.
«Non credo di stargli simpatico.»
«Se ti riferisci alla ragazza coi capelli lilla, sappi che è così con tutti. E Lorenzo ti sembrerà un po' irritabile, ma lui è d'oro. Quando lo conoscerai meglio fidati che ti troverai bene.»
Con la lilla non voglio averci a che fare e il ricciuto non sembra avermi accolto nel migliore dei modi.
«Grazie Eric. Ci si vede.»
Lui esibisce un sorriso fiacco:«Buon lavoro Leo.»
Appena giunto di sotto vedo Camilla e il suo ragazzo abbandonare il locale e avverto una sensazione strana, non so quello che provo.
Riesco solo a dire che è un misto di rabbia e delusione, ma al contempo di consapevolezza.
Come quando hai un grillo per la testa che ti vuole comunicare qualcosa, ma nonostante tu lo senta vuoi restare della tua convinzione.
Quella convinzione che non sa stare in piedi ed è fasulla.

***
Camilla.
«Ma chi era quel tizio che si è impiantato e ha preso a fissarti?» chiede mio cugino ridacchiando ed io mi sento in imbarazzo.
«Il mio ex- sospiro- se così si può dire.»
Alessandro fa un'espressione ammiccante:«Sembrava intenzionato a parlarti.»
«Non mi interessa.» ammetto forzando un sorriso: a quanto pare ha cambiato lavoro.
Una minuscola parte di me, quasi impercettibile, è gelosa perché il locale è estremamente frequentato.
Scaccio quella confessione ridicola dalla mia testa e riprendo il discorso con Alessandro, mentre ci stiamo incamminando verso casa dopo aver parcheggiato.
«Questa sera che si fa?» domanda con un sorriso da bambino stampato in volto: certe volte fa delle espressioni che me lo fanno ricordare da piccolo.
«Se vuoi usciamo coi miei amici. Questa sera c'è la festa dei diciotto anni di Giulia, non so se te la ricordi.»
«Ah si!- esclama- me la ricordo! Sicura che non disturbo?»
«No, per niente. Sei il benvenuto.»
Alessandro mi stringe in un forte abbraccio e poi veniamo accolti calorosamente da mamma e papà, che hanno preparato una torta per festeggiare il suo ritorno.

***
Leonardo.
Appena finisco il turno una sorpresa mi aspetta fuori: Veronica ed Andrea.
Era da un po' che non ci si vedeva.
«Ciao ragazzi.» proferisco scosso, non mi aspettavo di trovarli qui.
Come fanno a sapere che ho cambiato impiego?
Ho paura che anche mio padre abbia scoperto qualcosa.
«Ciao rottame. Ci eri mancato.» dice Andrea dandomi una pacca fortissima sul collo.
«A me non erano mancate queste botte- sghignazzo, ma poi preoccupato aggiungo- come avete fatto a trovarmi?»
«Siamo passati al Floridan's, ma la ragazza bionda ci ha informati del tuo trasferimento.»
«Potevate chiamarmi...» mi guardo le punte della scarpe e il mio battito cardiaco riprende normalmente.
«Stasera nessuna storia. Esci con noi, non accettiamo scuse.» afferma Veronica, che non sembra assolutamente disponibile a ricevere un rifiuto.
«Anche perché sappiamo che non devi lavorare siccome hai appena finito.»
Sbuffo ironicamente e ridacchio:«Ormai non ho più scampo a quanto pare.»
«Esatto. Ci infiltriamo ad una festa.» proferisce Veronica mordendosi il labbro inferiore.
Sinceramente queste pazzie mi mancavano,ma prometto che mi comporterò bene.
«Che festa è?»
«Un diciottesimo. Non abbiamo ben capito di chi sia, ma non fa niente.»
«Va bene, va bene- rido- venite a casa mia?» domando mostrando loro le chiavi di casa.
«Sei pazzo? Devo farmi bella.»
Io e Andrea iniziamo a prenderla in giro con battute stupide.
«Non ne hai bisogno- Andrea sorride- tanto rimani sempre brutta.»
Veronica gli stampa una bella manata sulla guancia e lui piagnucola.
«Povera piccola.» sussurro scherzosamente e la attiro a me.
Lei mi lancia uno sguardo carico d'odio e poi manda l'amico al diavolo: ho sempre pensato che Andrea, sotto sotto, la guardi con occhi speciali.
Veronica è una bella ragazza e lui me l'ha sempre ripetuto, quanto gli piacerebbe che tra loro ci fosse qualcosa.
Ma io so meglio di lui che questo non capiterà mai, sono troppo diversi.
«Vengo io con te, Leo.»
Annuisco e gli suggerisco che sarebbe meglio guardare gli orari dell'autobus.
«Sfigato, ti ricordo che io ho la macchina e non sono minorenne e idiota come te.»
Sbuffo e ci dirigiamo verso l'auto: accompagniamo Veronica a casa e poi ci fermiamo da me.
Sarà anche credibile la finta uscita organizzata con Andrea della quale ho parlato a mio padre stamattina.
Non sospetterà niente, o almeno spero sarà così.
«Allora, dove si trova questo posto?» domando alzando il volume della radio.
«A quanto pare la festeggiata ha affittato un'enorme villa che hanno recentemente restaurato. Pensa che circa trecento anni fa apparteneva ad una nobile famiglia. Interessante, no?»
«Già, molto- sorrido, penso abbia capito che non me ne curi più di tanto- hai una sigaretta?»
«Sono nella tasca della mia giacca.»
Gliene sfilo una dal pacchetto e la accendo.
«Mi hai rovinato l'esistenza, lo sai?»
«Perché?» chiede con espressione allarmata e al contempo dispiaciuta.
«Per avermi detto che Camilla sta con uno.»
«Li hai visti insieme?»
«Sì- annuisco- proprio oggi.»
«Lui com'è?»
«Bello, alto, e avrà come minimo vent'anni.»
«Oh, questa è pedofilia.» ridacchia credendosi simpatico.
«Chissà se è bravo a scoparsela.» aspiro così forte che faccio fuori un quarto della sigaretta.
«Magari non l'hanno ancora fatto, che ne sai.»
«Andre, ho un desiderio implacabile.»
«Vedi di frenarlo- ci immettiamo nel garage di casa mia- se vuoi sfogarlo prenditela con qualcun altro.»
«È il desiderio di lei, non di qualcun altro.»

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STA PER ARRIVARE UN CAPITOLO CHE SARÀ UNA BOMBA E CHIARIRÀ MOLTE COSE, SE MI SARÁ POSSIBILE PUBBLICO GIÀ DOMANI. INTANTO FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DI QUESTO.!!!❤❤

-la scrittrice

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