XL - SPORCO NELL'ANIMA

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Leonardo.
Apro gli occhi debolmente, tento di mettere a fuoco per quanto possibile e scorgo solo un soffitto.
Non capisco dove sono, so solo che ho un mal di testa allucinante e mi viene da vomitare.
Osservo le ferite sulle mani del giorno prima e da un lato mi rassicurano: so di essere vivo per lo meno.
Non ricordo niente di cosa sia successo ieri sera, dopo quella sottospecie di bacio.
Mi sono trascinato giù per le scale e poi credo di essermi addormentato da qualche parte: vorrei sapere dove mi trovo adesso.
Ho la gola secca, vorrei che qualcuno mi desse un sorso d'acqua.
Mi odio più di ogni altra volta, non riesco a non pensare alla cazzata che ho commesso, vorrei solo poter ricominciare la giornata di ieri da capo, parlare con Camilla e stare con lei tutto il tempo.
Adesso mi lascerà perché non sono altro che un perfetto imbecille.
Mi passo una mano sul volto, che è imperlato di sudore e poi odo dei passi nella stanza.
Vorrei potermi muovere, ma non ho le forze, mi sento morire.
«Amore mio!»
Camilla si fionda verso il letto e prende a baciarmi le labbra in una maniera così dolce che non si può descrivere.
«Ciao.» sussurro stringendola, come se non la vedessi da anni.
«Ti senti meglio?» domanda continuando a riempirmi di baci.
«Ora che so che sei qua sto benissimo.» proferisco appoggiando la schiena alle spalle del letto.
«Mi spieghi cosa è successo ieri?» il gelo cala nella cameretta, e sento un nodo alla gola irremovibile.
«Ero ubriaco- mormoro vergognandomi come un ladro- non ricordo niente.»
Non voglio dirle quello che è successo veramente, ci manca solo che adesso lo scopra... rimarrei da solo e la amo troppo.
Non so cosa ho combinato, non so cosa mi abbia spinto a compiere quel gesto, ma ero talmente accecato dalla rabbia che non ho pensato alle conseguenze.
Vederla con quel tipo che non conosco mi ha fatto male, odio il pensiero di lei con qualcun altro.
«Ho provato a chiamarti tutta la sera, ma non rispondevi. A una certa ora ho sentito una voce che mi chiedeva di venirti a prendere perché non stavi bene. Siamo venuti fino a casa mia in taxi.»
Camilla cambia espressione del volto: io non so come agire, ciò che ha fatto è la dimostrazione che mi ama sul serio.
Nessuno aveva mai compiuto niente di simile per me e sono consapevole di non meritarlo.
Non riesco a guardarla negli occhi e continuare a mentirle: devo dirle tutta la verità, a costo di perderla.
«Amore devo dirti una cosa.» prendo un forte sospiro, mi tremano le gambe e sento che le lacrime stanno per rigarmi il volto.
Crollerò ancora, non è mai abbastanza.
Con grande sorpresa lei mi precede:«So già tutto.»
Si avvicina a me, pochi centimetri ci separano, e mi guarda negli occhi: il suo sguardo è così penetrante che mi fa sprofondare in un baratro oscuro.
Piango, mi lascio andare tra le sue braccia.
Sento che mi afferra con freddezza, però in un modo o nell'altro mi sento protetto.
«Sono una merda.» continuo a ripetere singhiozzando: mi sento un bambino, scompaio tra le sue esili braccia.
«Hai sbagliato tutto di nuovo, io cosa devo fare?» la sua voce è sottile, segno che lei non ha più le forze di starmi dietro, eppure è ancora qua.
Non aggiungo altro, ma continuo ad abbracciarla, come se potessi curarle tutte le ferite, come se potessi ricomporla.
Poi poso le mani sulle sue guance bollenti e congiungo le mie labbra con le sue: non ne ho mai abbastanza dei suoi baci, mi manca il respiro quando lei non c'è.
«Ti amo più della mia vita, ti prego perdonami. Non ci siamo baciati, te lo giuro.» paio disperato e in realtà è davvero così, farei qualsiasi cosa per farmi perdonare.
«Non voglio sapere niente, Leonardo.- mi bacia la fronte ed il naso, per poi guardarmi- ma se la prossima volta lei prova ad avvicinarsi ancora, mi vedrai per la prima volta fuori di me.»
I suoi occhi sono stanchi, mi faccio schifo.
So di avere un problema e di necessitare un aiuto, ma tutto quello che voglio adesso è passare più tempo possibile con lei.
«Siamo soli in casa, comunque.» proferisce alzandosi dal letto e piantandomisi di fronte.
«Sono contento di questo- abbozzo un debole sorriso- ma riusciresti a darmi dell'acqua?»
Lei sparisce dalla stanza e torna immediatamente con un bicchiere.
«Hai bisogno di farti una doccia?»
«Assolutamente- dico dopo aver buttato in un batter d'occhio quel liquido- mi sento sporco
Mi blocco e ripenso a quello che ho appena detto: mi sento sporco nell'anima, macchiato di un delitto imperdonabile.
Io non ne posso più.
Ma perché lei continua a rimanere? Questo quesito mi fa scoppiare il cervello.
Avrebbe potuto abbandonarmi, come avrebbe fatto chiunque perché io non merito niente all'infuori di questo.
I pensieri sono troppo forti, troppo frequenti.
«Vieni, comincio a scaldare l'acqua»
La sua flebile voce spezza il silenzio ed io la tiro per un braccio:«Falla con me!»
Ancora una volta pare una supplica, tanto che lei abbassa lo sguardo:«Forse sarebbe meglio di no, stanno succedendo troppe cose ed io onestamente non so come comportarmi.»
Annuisco, come darle torto?
Non aggiungo una parola, mi alzo da lí e mi spoglio, appoggiando gli abiti sulla sedia.
Mi sento i suoi occhi addosso, so che mi desidera, ma è troppo arrabbiata per afferrarmi e farmi suo.
Mi avvicino quanto basta per lasciarle un bacio umido sul collo:«Vado, aspettami di qua.»
La sento sussurrare vicino al mio orecchio:«Mi fai impazzire, sei il mio punto debole. Io ti odio.»
Appena sento quella frase resto perplesso: come sarebbe a dire che mi odia?
«Mi odi davvero?» chiedo sentendo il cuore infrangersi in mille pezzi, come quella bottiglia di grappa sul pavimento al lavoro.
«Ti amo talmente tanto che sento di odiarti.»

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SCUSATE PER L'ASSENZAAAA MA HO TANTISSIMO DA STUDIARE FATEMI SAPERE SE VI PIACE CIAUUU❤️❤️🔥😽😽

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 11, 2018 ⏰

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