Introduction - The fight with the Akuma

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Chat Noir trattenne una smorfia di dolore quando l'akumatizzato gli tiró un calcio all'altezza delle costole, facendolo piegare su sé stesso per il dolore; nel frattempo Ladybug stava cercando di tenere il più fermo possibile quel bestione robusto alto due metri, intenta a raggiungere la tasca in cui era nascosto l'oggetto contenente l'akuma, ma il nemico non faceva altro che sbatterla da una parte all'altra visto che era appesa al suo braccio.

Appena l'eroe si riprese dal colpo cercò di aiutare la compagna a tenere fermo il nemico e quindi si appese al braccio opposto dell'uomo grande e grosso, ma il biondo era così magro e leggero che sollevarlo per quel tizio era come sollevare una piuma, tanto che ci volle ben poco per sbatterlo via contro alcuni detriti di un cartellone che aveva distrutto il cattivo stesso.
L'impatto era stato molto forte per il ragazzo che era stato letteralmente lanciato e si stava chiedendo se fosse ancora vivo visto che era su dei pezzi di metallo -molti dei quali affilati- e qualche taglio era scontato, quasi quanto i lividi che sarebbero stati visibili il giorno dopo.

«Chat Noir!» Urlò la corvina preoccupata per il suo partner quando lo vide adagiato immobile sopra quelle macerie.
«S-Sto bene...» Riuscì a dire con un filo di voce e naturalmente la ragazza non riuscì a sentirlo, ma capì che era ancora vivo quando si girò trascinandosi debolmente sull'asfalto e cercando di alzarsi, invano.
La ragazza fu costretta ad utilizzare il Lucky Charm e l'oggetto che le sarebbe stato d'aiuto non era altro che una semplicissima rete fatta con fili d'acciaio che gettò addosso all'akumatizzato, si stupì di come un oggetto così semplice potesse essere così efficace per bloccare quell'uomo enorme; allora riuscì a prendere il cellulare che aveva in tasca, lo buttò a terra e lo calpestó facendone uscire una farfalla nera che catturò, per poi purificarla e liberarla, recuperando la rete d'acciaio e gridando:«Miraculous Ladybug!» mentre la lanciava in aria, sprigionando dei raggi di luce che circondarono tutto il quartiere, aggiustando tutti i danni prodotti dall'akuma, compreso il cartellone contro il quale Chat era stato lanciato.

«Chat! Tutto bene?» Domandò Ladybug agitata e preoccupata, correndo verso il ragazzo-gatto e chinandosi al suo fianco.
Il biondo era sdraiato a pancia in giù sull'asfalto e si teneva sollevato di poco con l'aiuto dei gomiti, in quanto il fianco gli faceva parecchio male e non voleva appoggiarlo.

«Girati e sdraiati, fammi vedere cos'hai» Gli disse la corvina aiutandolo a girarsi con la schiena a terra, mentre lui teneva i denti stretti per non urlare dal dolore, allora adagió delicatamente la sua mano sul fianco sinistro, più o meno sulle costole.
La ragazza-coccinella intuì che il problema era dove aveva messo la mano, così fece un respiro per scaricare la tensione e tolse la mano del ragazzo dal costume, per quanto quello che stava per fare potesse essere imbarazzante, in quel momento non ci si poteva vergognare di qualcosa, il suo amico stava male e poteva essere addirittura questione di vita o di morte, vista la visibile quantità di dolore che l'eroe stava dimostrando.
A quel punto -imbarazzo a parte- Ladybug tirò giù la cerniera del costume di Chat Noir e vide già la pelle sul fianco sinistro sporca di sangue.

Era decisamente imbarazzante per lei vedere il suo partner a petto nudo e doveva ammettere che aveva davvero un bel fisico, anche se grazie alla tuta aderente i muscoli si vedevano già abbastanza, ma non ci aveva mai fatto caso, o meglio, non le interessava.

Ma come poteva accorgersi di quanto fosse bello e perfetto, in quel momento?

Allargò leggermente la parte sinistra della tuta in modo da riuscire a vedere meglio il fianco e si accorse che non doveva spostare ancora molto il tessuto in quanto la ferita era appena sotto il pettorale sinistro, all'altezza dello stomaco.
Era decisamente un taglio bello lungo e fortunatamente non troppo profondo, anche se era uscito già parecchio sangue e sembrava che non volesse smettere, doveva dire che quella ferita le faceva impressione e il sangue le aveva sempre fatto un certo senso, ma doveva assolutamente aiutarlo perché non poteva lasciarlo così e poi ci teneva davvero a lui; avrebbe anche potuto chiamare dei soccorsi e affidarlo alla mano di esperti, ma si sarebbe sentita divorare dai sensi di colpa per quel comportamento menefreghista nei confronti di qualcuno che per lei c'era sempre stato.
«Chat... è un bel taglio e credo che tu abbia bisogno di qualcuno di esperto, un medico... posso solo chiamare i soccorsi perché non so dove mettere le mani, non vorrei peggiorare le cose facendo qualcosa di sbagliato e non voglio farti del male. Hai perso molto sangue e sembra che stia smettendo di uscire, almeno spero... non so cosa fare» Spiegò lei con la voce un po' tremante e nel più completo panico, ma il biondo appoggiò la mano destra sulla spalla della ragazza dagli occhi azzurri.
«My lady, mi devi fare un favore...» Iniziò lui con voce affaticata, mentre la ragazza lo guardava con la bocca schiusa e gli occhi lucidi come se stesse per scoppiare a piangere.
«Tu sei l'unica persona che mi conosce come Chat Noir e sei l'unica che mi può curare. Se dovessi andare all'ospedale prima o poi scoprirebbero chi sono, tutti saprebbero la mia vera identità e chiamerebbero mio padre. E se tornassi a casa senza andare al pronto soccorso non credo di riuscire a inventare una scusa così credibile per giustificare la ferita e, anche se crederebbero a una bugia, non so a quali guai andrei incontro per quello che mi sono fatto. Ladybug, tu sei la sola che puó salvarmi e ti voglio chiedere il favore di prenderti cura di me proprio perché sei l'unica persona che può curarmi senza fare domande poiché hai assistito tu stessa a come mi sono procurato questo» Concluse con un dolce sorriso e la ragazza annuì un po' incerta sul da farsi.
«Dammi il tempo di arrivare a vai a Villa Agreste, mi troverai lì. É l'unico posto tranquillo dove possiamo andare e dove tu puoi aiutarmi» Aggiunse il ragazzo-gatto, facendole sgranare gli occhi celesti.
«V-Villa Agreste? Tu conosci lo stilista Gabriel e suo figlio Adrien?» Balbettó leggermente facendo annuire un sì al biondo che chiese aiuto per alzarsi.
«A fra poco, m'lady» Salutó una volta in piedi per poi tirare di nuovo sù la cerniera del costume, cercando di raggiungere il più velocemente possibile casa sua prima della de-trasformazione.
Subito dopo Ladybug si detrasformó, tornando ad essere Marinette e dirigendosi verso casa, dando da mangiare a Tikki una volta in camera sua e trasformandosi nuovamente nella super-eroina parigina per andare a casa degli Agreste.

Nel frattempo Adrien si era tolto la solita giacca e la maglietta per lavarsi delicatamente la pelle intorno alla ferita per poi controllare personalmente cos'avesse.
Subito dopo si mise una maglietta pulita e preparò alcune fasciature e altri oggetti da pronto soccorso sulla scrivania, come un disinfettante, e lo scotch per fermare la fasciatura; poi si sedette sul letto guardando la finestra che aveva lasciato aperta, aspettando l'arrivo di Ladybug.
Dopo poco la ragazza in questione arrivó, atterrando sul pavimento della camera del biondo, che le sorrise seppur con l'espressione un po' abbattuta.

«C-Ciao Adrien» Salutò lei con un gesto della mano e con un sorrisetto imbarazzato «C-Credo che Chat Noir ti abbia a-avvisato di quello che è successo e mi ha detto che l'avrei trovato qui, p-per caso è in casa o deve arrivare?» Balbettó ancora una volta non riuscendo a stare ferma, strofinando una gamba contro l'altra.
Adrien sorrise gentilmente all'imbarazzo della super-eroina e si alzò un po' a fatica, dirigendosi verso di lei e facendola indietreggiare timidamente.
A quel punto lo vide mentre si stava lentamente alzando la maglietta e inizió a diventare più rossa di quanto fosse.
«A-Adrien, cosa stai facen-» Stava chiedendo con una risatina nervosa mentre continuava a indietreggiare fino a raggiungere la vetrata, per poi fermarsi prima di concludere la domanda.
Vide il taglio che il ragazzo aveva sul fianco, a quel punto capì perché Chat Noir le aveva chiesto di andare alla casa degli Agreste.

Semplicemente perché lui faceva parte della famiglia.

Si portò entrambe le mani davanti alla bocca, sgranando gli occhi color cielo; non poteva crederci e nel suo cervello stava rielaborando tutti i momenti che aveva passato con il suo compagno di battaglia: tutte le volte che lui ci aveva provato con lei, tutte quelle volte che lei l'aveva respinto, tutte le volte che il ragazzo le era finito addosso... i flirt, le battute, i giochi di parole.
Quel bacio il giorno di San Valentino.
Era sempre stato Adrien, per tutto quel tempo.

Come era possibile? Come aveva potuto respingere il ragazzo di cui era innamorata? Come non si era accorta che era lui?
Stessa altezza, stessi capelli, stessi occhi, stessa voce... Era stata davvero così ingenua?

«T-Tu... tu sei Chat Noir...» Disse quello che era ormai l'ovvio, ancora incredula dopo tutte quelle riflessioni, il ragazzo annuì accennando un sorriso.

I'll Be Always There for You || Miraculous Ladybug |Wattys2017|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora