Day two - I'll help you

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La mattina seguente Adrien era entrato in classe cercando di comportarsi come sempre, anche se una buona parte degli studenti aveva notato che cercava di non appoggiarsi a niente e a quanto pare faticava ad alzare il braccio sinistro, evitando anche di essere toccato da Nino, ad esempio, che gli chiese se andava tutto bene, cogliendolo alla sprovvista; Marinette sorrise sin da quando lo vide entrare, ricordando tutto quello che era successo appena il giorno precedente, felice -in un certo senso- di aver ammesso ciò che provava per lui, anche se il ragazzo in questione non sospettava minimamente che avesse la ragazza del giorno prima seduta appena dietro di lui.

Durante la ricreazione Chloè si appiccicò a lui con forza mentre provava a sbaciucchiarlo, facendolo gemere per il dolore quando si appoggiò al suo fianco sinistro e lo tirò giù verso il suo viso: Marinette non poteva resistere un secondo di più ad assistere a quella scena e poi la faceva soffrire troppo anche la sola idea che il ragazzo stesse male, soprattutto se era colpa di quell'odiosa.
«Ehy! Lascialo in pace, non vedi che gli stai facendo male?!» La corvina urlò contro la bionda alzandosi dal banco, indicando il ragazzo con un cenno della testa, ricevendo un'occhiata furiosa da parte della figlia del sindaco e un sorriso riconoscente da parte del biondo.
«Evidentemente si sarà fatto male durante qualche allenamento oppure avrà semplicemente sbattuto da qualche parte come potrebbe succedere a chiunque» Giustificò la ragazza pur sapendo cosa si era fatto davvero.
Allora la bionda si staccò da Adrien, furiosa che la sua peggior nemica aveva avuto la meglio anche quella volta.
«Grazie Marinette» La ringraziò il biondo concludendo la frase con un dolce sorriso, facendola arrossire leggermente e facendo arrabbiare ancor di più Chloè.
«Bel lavoro, ragazza! Direi che hai fatto colpo» Ammiccó Alya -mantenendo la voce bassa- facendo un buffetto affettuoso all'amica una volta che fu seduta nuovamente accanto a lei.

Quel pomeriggio stesso Ladybug -come aveva promesso- andò a trovare il ragazzo che le aveva lasciato la finestra aperta apposta e sorrise quando lo trovò che aveva già preparato tutto l'occorrente come la volta precedente.
«Ciao» La salutò lui con quel solito, confortevole, sorriso.
«Buon pomeriggio» Rispose lei tanto per cambiare, avvicinandosi a lui che nel frattempo si era tolto la giacchetta bianca.
Si sedette al suo fianco mentre il biondo si sfilava la maglietta, facendole distogliere lo sguardo dall'altra parte della stanza, ancora imbarazzata all'idea di vederlo senza maglia.
«Dai, non dirmi che ti vergogni a guardarmi» Ridacchiò il ragazzo cercando di farsi guardare, costringendola a girarsi improvvisando a farle il solletico, in vena di scherzare.
La super-eroina iniziò a ridere crollando con la schiena sul materasso mentre il ragazzo non smetteva, chiedendosi come riuscisse a farla ridere così tanto anche se la sfiorava appena e il tessuto del costume era abbastanza spesso, decidendo però di smettere dopo un po' e permettendo alla ragazza di tornare a sedersi sul posto.
«Come puoi vergognarti di avere l'occasione -e soprattutto- l'onore di poter guardare questo fisico purr-fetto?» Chiese allora il biondo imitando la sua versione da super-eroe, gonfiando il petto per vantarsene.
«Stupido gattino!» Rise lei dandogli un buffetto sulla spalla e facendo ridere anche lui.
«Dai, My Lady, passiamo alle cose serie adesso, magari dopo scherziamo un altro po'» Aggiunse mantenendo il sorriso, indicando quindi la fascia e facendo annuire la ragazza che aveva ancora il sorriso che le aveva fatto comparire.

Ladybug tolse i pezzetti di scotch e iniziò a ripiegare la fascia su sé stessa mentre la srotolava, così da poterla riutilizzare.
«Uff, e io che speravo di poter utilizzare la stessa fascia una seconda volta...» Si lamentò quando vide che lo strato più interno della fasciatura era sporco di sangue, finendo comunque di piegarla e mettendola da parte.
«Questa la butto io altrove, non vorrei che qualcuno scoprisse che sei ferito rovistando nel cestino» Affermò lei indicando con un cenno della testa il cestino per carte che era sotto la scrivania del ragazzo, che sorrise vedendo la sua preoccupazione.
«Come va con la ferita? Non ho ancora avuto l'occasione di controllare di persona» Domandò il biondo sdraiandosi con la schiena sul materasso e alzando il braccio sinistro per permettere alla ragazza di fare ciò che occorreva, esattamente come la volta precedente.
«Per quanto riguarda il taglio sembra andare meglio: nonostante che ti è uscito un po' di sangue la ferita sembra essersi asciugata, ma sei pieno di lividi adesso...» Spiegò la super-eroina con un'espressione un po' dispiaciuta, passandoci la mano come per accarezzarlo.
«Se vuoi andare a vedere» Aggiunse facendo spallucce e vedendo il ragazzo alzarsi e andare in bagno verso lo specchio, mentre lei lo aspettava sul letto, seduta sulle sue stesse gambe.
Dopo un'occhiata veloce il ragazzo tornò nella stanza principale, tornando sul letto e permettendo alla ragazza di poter svolgere di nuovo il lavoro del giorno prima, togliendo via la medicina vecchia con qualche salvietta e sostituendola con dell'altro disinfettante.
«Quanto credi ci vorrà a guarire?» Domandò lui, sdraiato e con il braccio sinistro alzato mentre la corvina lo medicava.
«Non so, forse una settimana, qualcosa di più, qualcosa di meno... qualche giorno in più per i lividi» Ipotizzò Ladybug in risposta.
«Spero solo che non ci siano servizi fotografici questa settimana, verrei scoperto di sicuro durante il cambio d'abiti» Commentó tra sé il biondo giusto per dire qualcosa e per evitare quel silenzio imbarazzante che si sarebbe formato.
«Sai, dovresti stare più attento durante le battaglie, devi evitare di farti male perché la tua situazione è diversa dalla mia: io posso anche permettermi di rompermi qualcosa, d'altronde i miei genitori mi lasciano uscire di casa e potrei sempre inventarmi di essere stata coinvolta in un attacco akuma -che in un certo senso sarebbe pure vero-, ma tu... tuo padre non ti lascia neanche uscire di casa, non puoi dire niente per giustificarti!» Gli raccomandò Ladybug una volta dietro di lui, già occupata a mettergli una fasciatura nuova.
«Hai ragione... ma non posso permettere che ti accada qualcosa, m'lady. Preferisco rischiare tutto io pur di salvare te e tenere segreta la tua identità» Affermó lui con tono dolce, non riuscendo a farle trovare un modo di ribattere.

«Ho finito» Concluse poco dopo la ragazza-coccinella, alzandosi dal letto e dirigendosi verso la finestra per andarsene, ma il ragazzo la prese delicatamente per il polso, tirandola verso di sé.
Lei arrossì, ritrovandosi chinata alla sua stessa altezza e con il viso a pochi centimetri da quello del ragazzo, vedendo da vicino quel suo solito sorrisetto e quei svegli occhi verdi che luccicavano come due smeraldi.
Ad un tratto si sentì sfiorare la guancia dalle sue labbra delicate, sentendo battere forte il cuore e cercando di controllare i pensieri confusi che le balzavano da una parte all'altra del cervello, riuscendo a capire solo che il viso le stava andando a fuoco per l'imbarazzo ed era sicuramente diventata tutta rossa.
«Grazie» Le bisbiglió poi all'orecchio, lasciandole la mano.
Rimase lì a cercare di riformulare tutto per quasi un minuto, per poi decidere di andarsene.

Marinette si buttò sul suo letto, con la luce spenta e guardando il vuoto, non riuscendo a smettere di pensare a quel bacio.

Per quanto l'aveva desiderato?
Adrien l'aveva baciata.

D'altronde non era un vero e proprio bacio, non l'aveva neanche baciata sulle labbra: le aveva appena sfiorato la guancia, l'aveva solo ringraziata dolcemente per l'aiuto che gli aveva fornito -cercava di convincersi la corvina-, se faceva tante storie per questo piccolo gesto avrebbe dovuto riconsiderare quando l'aveva baciato per liberarlo da Le Dislocœur; anche se in quest'ultimo caso era nella forma di Chat Noir e non provava niente per lui.

I'll Be Always There for You || Miraculous Ladybug |Wattys2017|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora