La sveglia continuava a suonare mentre Marinette cercava di rifugiarsi dal rumore come poteva, nascondendo la testa sotto il cuscino e non avendo la più pallida voglia di alzarsi per andare a scuola.
Odiava che la Domenica comprendeva un solo giorno della settimana, per il resto doveva sopportare sei lunghi giorni di scuola.
Magari un tempo poteva permettersi di oziare nel Week-end, ma da quando era diventata Ladybug era difficile concedersi un attimo di pace.Il fatto che aveva passato gli ultimi quattro giorni a fare sù e giù da casa sua a quella di Adrien, poi, l'aveva particolarmente stancata:
non vedeva l'ora che guarisse così da prendersi una vacanzina dal suo lavoro di infermiera a domicilio.
Certo, amava il ragazzo e la sua compagnia non le dispiaceva, anche se lo preferiva come il timido -sotto un certo punto di vista- modello parigino invece del super-eroe che non perdeva l'occasione di flirtare con lei.Anche se questo le portava un po' di ritardo, dopo cinque minuti in più passati a letto si sentiva un po' più riposata e sentiva le forze esserle tornate -più o meno-, goffamente si alzò dal letto, raggiungendo il bagno, lavandosi la faccia e i denti, sistemandosi infine i capelli, per poi mettersi i vestiti che usava quotidianamente.
Aveva smesso da appena qualche giorno di fare colazione, principalmente perché il cambio del fuso-orario primaverile la faceva svegliare diversi minuti più tardi in confronto ai suoi standard, ma con i suoi genitori usò la scusa che -nonostante fosse davvero magrissima- se continuava ad abbuffarsi ogni mattina sarebbe ingrassata.Recuperó la borsetta nella quale teneva nascosta Tikki, poi prese il suo zaino e scese le scale che conducevano al soggiorno, attraversando poi la Pasticceria dei suoi genitori e salutandoli prima di uscire.
Appena la porta del locale si chiuse dietro di lei, la campanella della scuola davanti casa sua suonò, avvisandola che doveva raggiungere in fretta la scuola prima che la professoressa segnasse un ennesimo ritardo da parte sua.
In appena tre minuti arrivò nella sua classe, con il fiatone per aver corso, e si sistemò al fianco della sua migliore amica, che non si stupì per niente del ritardo.
Solo quando si fu ripresa dall'affanno fece caso al sorriso divertito di Adrien nel comportamento sempre buffo della ragazza, che arrossì imbarazzata pensando che il biondo potesse farsi strane idee su di lei.Le lezioni passarono piuttosto velocemente, nonostante la costante voglia di addormentarsi sul banco; si annoiava a sentire la professoressa spiegare e nel frattempo stava riflettendo che quel pomeriggio sarebbe dovuta tornare nuovamente a casa del biondo: stava seriamente valutando l'idea di saltare la visita quel giorno, ma gli aveva fatto una promessa e lei le aveva sempre mantenute, non poteva trattare in quel modo il ragazzo che amava anche se avrebbe fatto volentieri a meno dei suoi flirt da quando aveva scoperto la sua doppia identità.
Finalmente la quinta campanella -quella che segnava la fine delle lezioni- suonò, lei sorrise felice di tornare a casa per riposarsi: odiava il Lunedì e le materie che aveva in quel giorno della settimana.
Anche se avrebbe voluto buttarsi direttamente sul letto e continuare la dormita che era stata interrotta dalla sveglia delle sette, decise di darsi una mossa con i compiti, così da finirli in un'oretta.Erano le quattro e mezza del pomeriggio e ancora nessun attacco akuma.
Poteva essere una giornata tranquilla, ma era meglio non dirlo ad alta voce perché sarebbe potuta diventare una falsa affermazione.Marinette si trasformò e in circa dieci minuti raggiunse la casa del famoso stilista, entrando dalla finestra della camera del giovane fotomodello, che era seduto ancora alla sua scrivania, con una penna e il quaderno di Aritmetica tra le mani.
«Adrien?» Richiamò la sua attenzione, facendolo girare e sorridere istintivamente.
«My lady!»
La ragazza sorrise intenerita.
«Che stai facendo?» Domandò curiosa, avvicinandosi al tavolo e sbirciando sul quaderno, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo che si era rivoltato verso il quaderno.
«Matematica» Affermò «Non riesco a risolvere questo problema» e detto questo lo indicò.
La super-eroina scrutó la pagina: aveva fatto quel problema poco prima di uscire e non era molto semplice, aveva passato una buona quindicina di minuti a ragionarci sù, esultando quando il calcolo risultó esatto.
Di certo non poteva dirgli che l'aveva fatto anche lei perché avrebbe potuto scoprire che erano nella stessa classe, e avendo i capelli blu il campo si riduceva a una sola persona.Fece finta di ragionarci e gli spiegò le operazioni da fare, vedendo il suo grosso sorriso appena scoprì che era riuscito a risolverlo.
«Cavoli, grazie!» Esclamò contento «Giuro che era mezz'ora che cercavo di risolverlo, ho provato in tutti i modi possibili ma niente. E adesso sei arrivata tu e poof, risolto!» Sorrise, vedendo la ragazza fare lo stesso.
«Insomma, ammetto che era difficile, ma non impossibile» Ridacchió timidamente, per poi vederlo togliersi la maglietta come al solito, non potendo evitare di arrossire leggermente.
In pochi minuti lo medicó come di routine, ormai, quindi si alzò convinta di tornare a casa.
«Adrien» Lo richiamò «Sei guarito e lo sai, questa è l'ultima volta che sono venuta a casa tua» Sospirò un po' afflitta.
Entrambi sapevano che quel giorno sarebbe arrivato e lui più di tutti sperava che fosse lontano, ma si sbagliava.Aveva trascorso i cinque giorni più belli della sua vita in sua compagnia, e questo valeva per entrambi, nessuno dei due lo negava.
Lei fece per andarsene, non volendo vedere ancora per molto quello sguardo triste, ma Adrien la fermò, esortandola a rimanere un po' con lui, per l'ultima volta.
Lei sospirò: d'altronde aveva finito tutti i compiti e non aveva di meglio da fare a casa, un po' di compagnia non le sarebbe dispiaciuta, anche perché oggi il suo partner sembrava abbastanza tranquillo per quanto riguardava il provarci con lei e decise di restare.Lui si sdraió sul letto, trascinando la ragazza con lui e permettendole di poggiarsi contro il suo petto, vedendola arrossire maggiormente.
Passarono qualche minuto abbracciati, chiacchierando, scherzando e ridendo.
Dopo una risatina da parte di entrambi nel ricordare un momento trascorso insieme, Adrien fece un sorriso.
«Wǒ ài nǐ» Sospirò il biondo, rivolgendole un dolce sorriso.
«Ehm... so che frequenti corsi di Cinese ma... che significa?» Ridacchió nervosamente la ragazza degli occhi azzurri, imbarazzata dalla situazione e considerandosi una stupida visto che aveva origini Cinesi eppure non sapeva una parola.
«Ti amo.»
STAI LEGGENDO
I'll Be Always There for You || Miraculous Ladybug |Wattys2017|
FanfictionDurante una battaglia Chat Noir rimane ferito abbastanza gravemente e chiede aiuto a Ladybug per curarsi la ferita. Lei accetta, ma non sa che questo contribuisce ad andare ogni giorno a casa del ragazzo e quindi scoprire la sua identità segreta.